L’avvio di stagione della Scuderia Ferrari non è stato certamente foriero di riscontri positivi. Il bilancio del weekend bahreinita è preoccupante al netto del misero bottino in termini di punti. Antiche vulnerabilità e la pessima gestione dei pneumatici in gara sono oggetto di troubleshooting da parte degli ingegneri di Maranello.
In tal senso la prossima tappa del mondiale in Arabia Saudita sarà fondamentale per comprendere quanto del gap prestazionale rispetto a Red Bull sia dipeso da layout ed errata messa a punto della vettura italiana.
Il tracciato di Jeddah presenta caratteristiche completamente diverse e fa parte dei cosiddetti circuiti front limited. Le curve veloci e ad ampio raggio metteranno a dura prova le gomme anteriori a causa delle forze laterali prodotte durante la marcia del veicolo. In sostanza una prova d’appello per verificare il comportamento della SF-23 su una tipologia di impianto che potrebbe parzialmente mascherare le debolezze dell’ultimo progetto tecnico realizzato dalla GES.
Lo scorso anno Red Bull e Max Verstappen vinsero la gara di Jeddah sul filo di lana, sfruttando appieno la caratteristica predominante della RB18, ovvero le stratosferiche velocità di punta, nonostante in quel frangente dal campionato la monoposto di riferimento era senza ombra di dubbio la F1-75.
Tuttavia il male oscuro della Red Bull 2022 era l’eccessivo peso della vettura che ne limitava ampiamente il potenziale. A distanza di dodici mesi, il Cavallino Rampante ha saputo sciorinare eccellenti doti velocistiche nelle speed trap di Sakhir. Tuttavia, se questo aspetto potrebbe aiutare la Ferrari, non è certo garanzia di successo nel prossimo appuntamento in Asia Occidentale.
Lo scorso, è stato un fine settimana molto deludente per Carlos Sainz, sia in qualifica che in gara. L’iberico, per caratteristiche intrinseche, non è un pilota che riesce a esprimersi aldilà delle imperfezioni della propria monoposto. Il quarto posto finale e soprattutto i dieci secondi inflitti da Fernando Alonso nei giri finali, sono la fotografia del livello di simbiosi tra pilota e monoposto.
Tuttavia l’approccio metodico e razionale di Carlos fornisce un feedback prezioso per gli ingegneri. Mentre Charles è un pilota istintivamente veloce, per estrarre la massima performance Sainz necessita di un’auto più prevedibile nel comportamento.
Al pari Frederic Vasseur, il madrileño ha un quadro chiaro di cosa sia mancato in Bahrain e quanto potrà accedere nella seconda gara della stagione: “Non appena spingiamo con queste gomme inizia il degrado. È chiaramente il nostro più grande punto debole ed è chiaro che Red Bull e Aston Martin stanno facendo qualcosa con le mescole che noi ancora non comprendiamo appieno. Credo che potremo essere competitivi a Jeddah, perché l’asfalto ti permette di spingere con meno degrado.”
La fiducia è riposta nella minore abrasività del manto stradale del circuito che sorge sulle rive del Mar Rosso. Tale fattore lascia intendere che Sakhir potrebbe non essere un episodio isolato riflettendo sulle prossime pista rear limited. Al momento la SF-23 rappresenta l’unica monoposto in grado di impensierire lo strapotere Red Bull sul medio lungo periodo. La paventata rivoluzione aerodinamica della Mercedes W14 e le probabili minori potenzialità di sviluppo dell’Aston Martin, potrebbero consentire alla rossa di estrarre l’effettivo potenziale della senza lo stravolgimento del concept aerodinamico.
Il vero nemico per la Ferrari sono i tempi molto ristretti nella definizione del piano do sviluppo evolutivo. Gli uomini capeggiati dal manager di Draveil, dovranno giocoforza massimizzare il programma sugli update per compensare le attuali carenze. La specifica di base non ha performato secondo le intenzioni e nel confronto con la scorsa stagione la SF-23 ha evidenziato il peggior step prestazionale.
La speranza della squadra modenese verte quindi su alcuni fattori in relazione al miglioramento che pretende conferire maggiore serenità all’interno della gestione sportiva: centrare il set up dell’auto, riproporre e rendere fattuale l’ala posteriore mono pilone, in grado di produrre più downforce e garantire maggior efficienza.
Se il team Mercedes, per voce del fulgido team principal Torger Christian Wolff sembra aver alzato bandiera bianca in merito alle aspettative nell’arco del campionato 2023, Ferrari non intende affatto procrastinare l’appuntamento con il successo, convinta che rimediare a questa difficile situazione sia del tutto possibile.
Autore e tabella: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari