Due indizi fanno una prova. Le ambizioni iridate della Ferrari, dopo le prime due tappe della campagna 2023, hanno subito un sensibile ridimensionato le ambizioni in merito alle aspettative. Il male oscuro della SF-23 che trasforma le performance classificatorie dignitose in preoccupanti distacchi durante la gara è oggetto di studio.
Senza entrare nel dettaglio tecnico, risulta evidente come gli ingegneri di Maranello siano impegnati nell’analisi relative cause del mismatch tra le brillanti evidenze simulative rispetto alle opache prestazioni in gara. In sostanza, l’atavico problema della correlazione dati sembra essere tornato l’incubo del Cavallino Rampante.
La difformità tra i riscontri elaborati nel contesto virtuale e il valore riscontrato in pista determina un sensibile scostamento nel piano di sviluppo della rossa. A questo punto vari quesiti emergono spontanei: che senso avrebbe delineare update per una monoposto che ha mostrato un evidente disallineamento rispetto a simulazioni al CFD e galleria del vento? Nessuno.
Sì perché apportare diverse modifiche evolutive ad un modello virtuale che sino ad ora ha miseramente fallito, fornisce speranze concrete di rimonta verso Red Bull? Ma allora tutto è perduto? Dipende dalla reattività con cui gli uomini in rosso riusciranno ad individuare il così detto “punto di consistenza“.
L’attuale criticità su cui stanno lavorando gli ingegneri Ferrari presenta diverse affinità rispetto alle metodologie di rollback adottate nel settore dell’information technology. A valle di un guasto su un qualsivoglia software, i sistemisti attraverso opportuni strumenti, ripristinano la piattaforma applicativa oggetto del failure in un preciso momento, chiamato “punto di consistenza”, dove è garantita l’integrità dei dati. Senza tale approccio si correrebbe il rischio di utilizzare informazioni corrotti.
Traslando questo concetto informatico sull’analisi delle problematiche relative alla SF-23, i tecnici della storica scuderia modenese sono alla ricerca del proprio punto di consistenza, inteso come allineamento tra i dati delle simulazioni rispetto a quelli della pista.
Probabilmente, potendo disporre di varie sessioni di test in pista, il team emiliano sarebbe in grado di raggiungere il match con le simulazioni virtuali in tempi relativamente brevi. Purtroppo però, il bando dei test privati obbligherà la Scuderia Ferrari ad utilizzare le preziose sessioni di prove libere come esame, alla ricerca della sovrapponibilità delle simulazioni con quanto acquisito in pista.
Seppur con le dovute differenze, Ferrari dovrà prendere come modello di riferimento Mercedes, anche nella cattiva sorte. La W13 “B” ha lungamente sofferto le oscillazioni verticali che hanno reso impossibile qualsiasi tipo di sviluppo evolutivo della monoposto. Solo nel momento in cui gli uomini di Brackley hanno estirpato il porpoising dalle freccie d’argento, è stato possibile avere un punto di consistenza su cui implementare sviluppi evolutivi.
Per ammissione dello stesso Frederic Vasseur, la filosofia aerodinamica della SF-23 non sembrerebbe in discussione. Pertanto è improbabile ipotizzare una monoposto “B” nel corso di questo mondiale anche in relazione agli stringenti paletti del budget cap.
Ecco perché, a quanto pare, l’unica soluzione per far progredire la rossa consiste nel riprodurre a livello simulativo le performance realizzate in pista da Leclerc e Sainz. Una sorta di reverse engineering mirato a riprodurre, nel contesto virtuale, quanto espresso dalla SF-23 in quello reale.
Solo in questo modo sarà possibile avviare la fase di design, produzione e delivery dei prossimi update. In sostanza prima si riuscirà a riprodurre nelle simulazioni l’attuale deficit della SF-23, più rapidamente si apporteranno modifiche fattuali con elevata probabilità di successo.
La speranza del team capitanato dal francese di Draveil consiste nell’emulare l’encomiabile rincorsa messa in atto da Mercedes durante la scorsa stagione che, malgrado non abbia concesso di rientra in lizza per il campionato, ha portato il team tedesco a raggiungere e superare la stessa Ferrari a livello prestazionale durante la seconda parte del mondiale 2022.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari