La Ferrari arrivava in Arabia Saudita con due punti interrogativi, due questioni che voleva affrontare sin dal primo turno di prove libere per capire se questo weekend possa sorridere agli uomini in rosso: bilanciamento della vettura e affidabilità. In parole povere, ciò che è mancato all’appuntamento d’esordio del Bahrain.
Le prime due sessioni di libere del Gran Premio di Jeddah hanno raccontato che il bilanciamento delle vetture si è dimostrato sostanzialmente buono, al di là di cosa abbia raccontato il cronometro. Qualche piccolo strascico si è notato nella gestione delle gomme, stavolta sull’attivazione dei compound. Ancora, un po’ di traffico in pista e mappature motore piuttosto parsimoniose, hanno fatto sì che le due Rosse, sia in Fp1 che in Fp2, non brillassero nei riscontri cronometrici. Ma non era questo il target che gli ingegneri e i piloti avevano definito per questi primi due delicati turni di lavoro.
Perciò il sunto è presto fatto: Ferrari sembra essere sulla strada giusta nella ricerca del giusto assetto, ma c’è ancora del lavoro da fare. E nella notte si è operato alacremente per valutare ed analizzare tutti i dati emersi nelle due sessioni e riversarli in un assetto che verrà testato in FP3, prima che le vetture vadano in parco chiuso.
Laurent Mekies, che è ancora saldamente al suo posto nonostante le voci impazzite che giungevano da Maranello e che Frédéric Vasseur, in una conferenza di mercoledì, ha dovuto stoppare con veemenza, ha sottolineato, a motori spenti, quanto fosse importante trovare risposte su una pista diversa dal Bahrain sperando di essere meno in difficoltà rispetto a Sakhir.
Fondamentale in questo processo è stata la definizione di un corretto bilancio aerodinamico. Che si sta trovando anche grazie all’ala mono-pilone che a Sakhir era stata bocciata per le eccessive vibrazioni. Stavolta il modello è stato montato su entrambe le macchine e pare aver dato indicazioni interessanti. In ogni caso la Ferrari è andata avanti col suo programma senza guardare cosa facessero i rivali.
Sulle due SF-23 ci sono state differenze nella tipologia di lavoro che sono dipese anche dalla penalizzazione di Leclerc. Ricordiamo, a margine di ciò, che sono stati anche installati due nuovi motori endotermici per la 16 e la 55 per evitare ulteriori guai. Il problema patito in Bahrain, evidentemente, è complesso ed è stato fatto tutto quello che si poteva fare tra una gara e l’altra per risolverlo. Ferrari, dunque, è stata molto conservativa prendendo delle precauzioni ulteriori su una pista molto esigente coi propulsori.
Ritornando alla sfera aerodinamica la sensazione, anche vedendo le due configurazioni diverse all’ala anteriore, è che gli ingegneri abbiano esplorato diversi campi, con risultati soddisfacenti, specie sui long run. Mekies, nel commentare le sessioni, ha notato che il gruppo si sta riavvicinando sensibilmente perché tra il secondo e il nono team le distanze sono molto prossime. Chiaramente la problematica è relativa a quel primo gruppo, ossia la Red Bull che anche in Arabia Saudita sembra essere davanti alla concorrenza visto il passo gara che Max Verstappen è stato capace di sciorinare con le gomme soft.
Leclerc, colui il quale sarà chiamato ad una rimonta importante su una pista che comunque non è nemica dei sorpassi, ha sottolineato, a fine seduta, che il feeling alla guida è stato buono, pur ritenendo di difficile interpretazione il programma di lavoro svolto. Il discorso verte sempre là, ossia sui livelli di potenza utilizzati dai 20 competitor. Probabilmente leggere i dati è ancora più difficile rispetto al Bahrain perché in quel caso si veniva da tre giorni di intensi test invernali.
Di certo c’è che il passo gara – e lo ha sottolineato anche il monegasco – è sembrato essere migliore rispetto a Sakhir. Una buona notizia perché sono state testate alcune parti nuove che hanno funzionato come ci si attendeva. E questa è un’evidenza da accogliere positivamente perché, a differenza di quanto successo due settimane fa, i pezzi aerodinamici nuovi sono stati tenuti sulle vetture e saranno confermati nelle sessioni odierne.
Piano piano, complice una pista meno afflittiva per la SF-23, la Ferrari intende iniziare quel processo di avvicinamento alla Red Bull di cui Frédéric Vasseur ha parlato mercoledì scorso. A Maranello credono di avere ancora intatte possibilità di lottare per il mondiale. Ovviamente, per fare questo, è necessario tenersi vicini ai campioni del mondo in carica per poi sferrare l’attacco decisivo quando la Formula Uno tornerà in Europa e si avvierà la fase calda, quella nella quale l’anno scorso gli uomini in rosso sono venuti meno.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari