Gp Bahrain 2023, primo appuntamento stagionale attesissimo. Le risultanze in uscita dalla tre giorni di test a Sakhir hanno in qualche modo delineato i valori in campo. In attesa della mera conferma cronometrica, vero giudice supremo della massima categoria del motorsport, ci sono vari fattori da tenere presente in relazione alle performance sciorinate lo scorso week end.
Red Bull spaventa. La solidità dimostrata dalla scuderia austriaca recita un chiaro messaggio: anche in questo campionato la squadra da battere siamo noi. Ferrari però ci crede. La raccolta dati messa in pratica è stata enorme e l’ordine “vietato guardare i tempi” imposto da Vasseur è stato rispettato alla grande. Tuttavia il set up della rossa ha palesato alcune indecisioni peraltro emerse durante i long run.
Ad inseguire ecco Mercedes. La monoposto “total black” non ha convinto. Minimizzato il tedioso effetto porpoising, la vettura tedesca ha comunque sofferto troppo rispetto alle attese. C’è poi la Aston Martin, scuderia in grande spolvero che ha mostrato un’ottima forma nel precampionato. Occhio ad Alpine, temuta dalla squadra di Lawrence Stroll, nella lotta per il quarto posto.
Sakhir si attesta come tracciato molto probante per le moderne unità di potenza. Parliamo di entrambe le componenti: endotermica e ibrida. I piloti andranno in “flat out” per circa il 73% della tornata, elemento che metterà a dura prova il motore a combustione interna. Senza contare il fattore temperatura che sotto questo aspetto complicherà non poco le cose.
La sollecitazione di ambedue i moto generatori sarà altrettanto critica. Il sistema MGU-H, deputato al recupero di energia basato sull’entalpia dei gas di scarico, raggiunge valori tra i più alti stagionali. Utilizzando numeri si traduce in 1738Kj per ogni passaggio. Con l’entità sul recupero dell’energia cinetica si conferma la fattualità della componente visto le importanti staccate presenti nel circuito bahreinita. Sono circa 2542 i Kj prodotti dall’MGU-K che sommati ai precedenti genera un recupero totale di 4280Kj.
Il quantitativo elevato di energia spendibile nell’arco della tornata dovrà essere gestito con intelligenza, considerando che il guadagno si attesta sui 3 secondi al giro con un incremento della velocità massima superiore ai 20Km/h.
L’obbiettivo è quello di ottimizzare la spinta cronometrica prodotta dal sistema ibrido nelle 4 rette che spiccano nella pista del Medio Oriente, evitando fenomeni nocivi quali il clipping lungo il rettilineo principale. L’effetto peso/potenza avrà un impatto considerevole in Bahrain: circa 0”19 per ogni 10 cavalli erogati.
Il consumo di carburante non dovrebbe presentare particolari problemi sebbene si attesti su valori medio alti. Le monoposto di F1 percorreranno i 57 giri previsti sulla distanza di 308.238 km con meno di 100Kg di benzina. Tenendo conto del possibile ingresso in pista di Bernd Mayländer, pilota della Safety Car, l’utilizzo del carburante non desta particolari preoccupazioni.
In tal senso ecco un dato supplementare interessante: l’effetto del peso per ogni tornata si attesta su valori prossimi a 0’’25 per ogni dieci chili di combustibile, un valore assai importante che di fatto è in grado di incrementare le differenze prestazionali tra le scuderie considerando la resistenza aerodinamica prodotta dalle monoposto.
In ultima istanza una breve riflessione sulle varie parti meccaniche. La trasmissione delle wing car di nuova generazione 2023 sarà senza dubbio sottoposta a un particolare stress. Tante le cambiate da realizzare in ogni passaggio.
Di certo, anche in questo caso, la colonnina di mercurio “imbizzarrita” non aiuterà ad amministrare le altissime temperature di esercizio delle parti interne collocate al di sotto del cofano motore.
Autore: Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Albert Fabrega – @AlbertFabrega – Scuderia Ferrari
Gp Bahrain 2023