Formula 1

Il sacrificio di Leclerc, impronta organizzativa della “nuova” GES

Alzi la mano chi, osservando il linguaggio del corpo di Leclerc una volta uscito dalla SF-23, non ha pensato a un problema di natura tecnica. Il team Ferrari ha dato tutto ma Red Bull è superiore. Questo, in estrema sintesi, il quadro confermato dalle prime qualifiche stagionali.

La vettura modenese godeva di ottima salute e probabilmente poteva consentire al pilota monegasco di acciuffare almeno la prima fila. Nelle interviste a caldo Charles spiega che il prematuro abbandono delle ostilità è stato propiziato da motivazioni strategiche condivise con il team, mirate a preservare un set di pneumatici Soft in vista della gara.

Per un fuoriclasse del giro secco come il ferrarista è stato come negare un calcio piazzato al limite dell’area a Maradona. Una scelta apparentemente di difficile interpretazione che si presta a diverse considerazioni. Nella valutazione rischi/benefici si è ritenuto più proficuo disporre di un treno di gomme fresche in luogo di un’improbabile partenza dal palo.

Charles Leclerc termina anzitempo le qualifiche per preservare un set di gomme soft

La nuova monoposto del Cavallino Rampante, nei diversi long run effettuati durante test e prove libere, ha mostrato un passo non ottimale sulla mescola più morbida. Partire con un set di Pirelli a banda rossa usate, pertanto, poteva ridurre sensibilmente le chance di tenere testa alle Red Bull e, al medesimo tempo, prestare il fianco alla sorprendente Aston Martin di Alonso.

L’auspicio risiede nel possibile piccolo vantaggio sulla concorrenza per allungare il primo stint e avere più flessibilità sulla scelta strategica più consona al passo gara che Leclerc riuscirà a impostare nelle prime fasi della corsa. Dal punto di vista sportivo, quello assistito ieri è un unicum che potrebbe fare scuola.

A memoria dello scrivente, pochissime volte si è verificato che un pilota abbia deliberatamente rinunciato a un piazzamento migliore in griglia pensando alla gara. Una scelta che solo domani potrà essere definita coraggiosa oppure azzardata.


Ferrari: passo gara, criticità che tormenta gli ingegneri

Al netto del risultato finale del Gran Premio del Bahrain, il passo della rossa in modalità high fuel di attesta come la criticità che non fa dormire sogni tranquilli agli ingegneri di Maranello. Questo, soprattutto con le mescole più morbide. Frederic Vasseur e i piloti non ne fanno mistero.

La nuova monoposto sembra esigente sugli pneumatici. In parte, la filosofia che privilegia l’efficienza aerodinamica in luogo del carico verticale inficia negativamente su tale aspetto, essendo l’aderenza in curva demandata in misura più ampia al grip fornito dalle gomme. Stress che se eccessivo produce un rapido degrado.

Frederic Vassuer durante la prima sessione di qualifica da team principal della Scuderia Ferrari

I tecnici della rossa hanno compreso che, almeno sul tracciato di Sakhir, la coperta prestazionale della SF-23 è ancora troppo corta. L’insolita qualifica di Leclerc presta il fianco a due tipi di interpretazione diametralmente opposte:

La prima suggerisce che la rinuncia al secondo run in Q3 di Leclerc sia una opzione da ultima spiaggia, volta a mitigare il consumo gomme che i tecnici non sono riusciti a contenere nonostante svariate configurazioni aero-meccaniche. L’altra scuola di pensiero considera positivamente la natura pragmatica delle scelte operate in funzione del miglior risultato conseguibile in gara.


Ferrari: l’impronta pragmatica di Vasseur

In base a quest’ultima interpretazione si è di fatto assistito alla prima decisione in linea con lo stile manageriale del francese. Concretezza in luogo dei poco proficui successi del sabato. Massimizzazione dei punti alla domenica al posto di magistrali pole position che, di fatto, non forniscono valore aggiunto nelle classifiche iridate.

A pensarci bene quella di ieri è stata una rivoluzione nel modo di intendere la sessione classificatoria. Durante la gestione Binotto (2019-2022, nda) Ferrari ha collezionato la bellezza di 23 pole position e solo sette vittorie.

Charles Leclerc celebra la pole position nel gran premio di Spagna 2022

Al netto della abilità di Charles nel Q3 e delle noie tecniche accusate in gara, il dato indica chiaramente che in alcune circostanze si è optato per la conquista della migliore posizione sullo schieramento di partenza avendo contezza di non poter replicare la performance in gara. In tal senso la cartina di tornasole è stata la stupenda pole ottenuta a Monza, attraverso un assetto estremo che si è rivelato penalizzante in la domenica.

Probabilmente la forma mentis di Vasseur è ancora legata alla massimizzazione della raccolta punti che per i team del midfield sono ossigeno puro. Questo fa pensare che l’attuale livello prestazionale della SF-23 obbliga a ragionare in tal senso, in attesa di poter sciorinare la necessaria consistenza per duellare con la RB19 sulla distanza dei 300 chilometri.


Perez potrebbe vanificare le strategie Ferrari

Fra qualche ora capiremo se la mossa della scuderia italiana è stata un azzardo o una scelta coraggiosa premiante. Le sorti della gara di Charles si decideranno nei primissimi giri, allorquando la migliore resa dei pneumatici Soft dovrebbe consentire, in teoria, di battagliare con le Red Bull. Nel piano tattico della Ferrari la variabile ha un nome e cognome ben preciso: Sergio Perez.

La strenua difesa di Sergio Perez su Lewis Hamilton nel gran premio di Abu Dhabi 2021

Se il ferrarista riuscirà ad avere la meglio sul pilota messicano nei primi chilometri della corsa si potrebbero schiudere scenari rosei. Se viceversa Checo si renderà autore di strenue difese (per conferma chiedere a Lewis Hamilton) il rischio che le gomme possano rapidamente degradare potrebbe sopraggiungere. In sostanza, basterà molto poco per comprendere se sarà una domenica di gloria o di sofferenza.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: Scuderia Ferrari

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Roberto Cecere