La seconda parte dell’intervista esclusiva all’amica Mara Sangiorgio, inviata speciale di Sky Sport F1, abbandona le tematiche personali per affrontare il presente. La “stella danzante” della massima categoria del motorsport vanta una grandissima esperienza all’interno del Circus. Aspetto che gli fornisce una facilità di analisi sulle diverse situazioni che il paddock produce.
L’occhio lungo di Mara non sbaglia mai. Abituata a scrutare sin dai primissimi istanti le sensazioni, la Sangiorgio prende in esame il contesto Red Bull confermando le impressioni avute durante la prima sgambata stagionale in Bahrain, durante i pre season test, sul team campione del mondo in carica.
“Erano i naturali favoriti anche quest’anno. In F1, soprattutto per chi segue la categoria in maniera assidua, si tende a dimenticare il recente passato. La Red Bull nel 2022 ha vinto 17 gare su 22, conquistato 8 pole position, 5 doppiette e potrei andare avanti. La RB18 è stata una delle vetture più vincenti della storia. Per questo era difficile pensare che potessero peggiorare. Ero compito degli avversari realizzare passi in avanti per raggiungerli. Era normale che già dai test si percepisse la loro forza. Personalmente non è stata certo una sorpresa.”
Quando una scuderia di Formula Uno domina le congetture si sprecano. I malumori girano indisturbati nel paddock e la ricerca spinta dei sospetti su papabili scenari tecnici borderline emerge. In tal senso la giornalista brianzola ha le idee molto chiare.
“Penso che è pur sempre F1. Le soluzioni trovate attraverso le zone grigie del regolamento fanno parte del nostro sport. Se una squadra riesce a sfruttare questa situazione a proprio favore significa che è stata decisamente più brava degli altri. Prima di pensar male, tendenzialmente, ragiono su chi ha lavorato meglio. Questo sino a che non si palesino conclamate irregolarità effettive, ovviamente“.
Durante le ultime settimane un gran vociferare ha investito la storica scuderia modenese. Tante (troppe) parole a buon mercato hanno dipinto un costo ferrarista a tinte fosche. Una team allo sbando dal quali tutti avevano l’intenzione di fuggire. Mara Sangiorgio non cavalca l’onda disfattista ma ci svela un dettaglio interessante.
“La squadra che ho visto a Jeddah, nonostante arrivasse da dieci giorni in cui si è detto e scritto di tutto e il contrario di tutto, era abbastanza serena e coesa. C’è unità: tra i piloti, tra piloti e Vasseur, tra i diversi membri della squadra. Non tra tutti ovviamente. Sarebbe impossibile dire il contrario considerando quello che sta succedendo anche a livello tecnico”.
“Non siamo presenti a Maranello, ma sappiamo che riunioni e parole importanti sono state dette anche dopo il Gp d’Arabia. D’altronde era da aspettarselo. L’importante momento di transizione con l’avvicendamento alla guida della GES tra Binotto e Vasseur non poteva essere indolore. Illuso chi l’ha pensato…”.
Risalire la china, questo l’obbiettivo primario della Rossa. Farlo non sarà affatto facile tenendo presente gli attuali valori dei team. Tuttavia Mara nutre una speranza al riguardo, convinta che lavoro e sacrificio possano spingere il Cavallino Rampante verso un recupero prestazionale.
“Credo che la voglia di tornare a lottare dove la Ferrari ha diritto e dovere di essere ci sia. Recuperare il gap su Red Bull in una stagione partita in questo modo, a seguito dell’involuzione rispetto allo scorso anno, sarà certamente difficile. Ma con sangue freddo e razionalità, trovare la soluzione per uscire da quest’impasse tecnica e “sbloccare” il potenziale della SF-23 è il primo passo da fare per tornare a competere a pari livello con Aston Martin, Mercedes e perché no… in alcune gare anche con Red Bull per dare qualche soddisfazione ai ferraristi anche quest’anno.”
Due parole su Vasseur, l’ingegnere francese che, giunto a Maranello, ha ereditato una situazione davvero difficile. Si è metaforicamente trovato seduto ad un tavolo dove i piatti cucinati non derivano dalle sue ricette.
“Diamogli tempo. Io ho imparato a conoscerlo meglio quando lavorava in Alfa Romeo. A volte può sembrare schivo, a volte sulle sue, ma in un paddock di Formula Uno non si viene per farsi degli amici. Figuriamoci a quei livelli. Vasseur ha le giuste conoscenze per muoversi in un ambiente di squali. Ha solo bisogno di capire davvero dove è stato catapultato e come raddrizzare la rotta.”
Ferrari ha dei piloti davvero fantastici, forse l’unica certezza di questo mondiale di F1 2023. I due “Carlo” mostrano una coesione caratteriale e spesso sembrano la coppia di pioti più affiatata del paddock. Tuttavia…
“Le coppie in Formula Uno sono tutte più o meno affiatate, ma dobbiamo sempre ricordare che il primo avversario è il suo compagno di squadra. Batterlo è la regola numero uno. Se lo fai, a parità di mezzo, significa che sei il più forte in squadra e questo ti proietta a vivere determinate situazioni in modo più consapevole. Charles e Carlos sono affiatati. Tutto vero. Forse ancora di più di quanto lo fossero il monegasco e Sebastian, anche per questione generazionale e caratteriale. Anche Lando e Carlos erano e sono grandi amici. Ciononostante, un conto è giocare a golf assieme, un altro è sfidarsi in pista a parità di vettura.
In ultima istanza si parla di Lewis, il sette volte campione del mondo che durante gli ultimi tempi sta vivendo un periodo piuttosto complicato.
“Chiunque ami lo sport e in particolare il nostro non può non amare e apprezzare quanto fatto da Hamilton negli ultimi anni. Bisogna essere obiettivi ogni tanto. Sta vivendo un momento delicato perché anche se un buon pilota se non ha un mezzo all’altezza degli avversari miracoli non li può certo fare. Forse è stato più difficile per lui che per Russell adattarsi in questi due anni ad una macchina difficile. La cosa che mi ha sempre impressionato di Lewis, però, è il suo crescere e adattarsi a sfide e avversari nuovi, sempre affamato. Ne uscirà anche questa volta”.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Formula Uno