Formula 1

Mercedes 2023: le ragioni di una crisi trasparente

Ne abbiamo parlato in un lungo scritto della differenza tra il modello operativo Ferrari e quello della Mercedes. Peculiarità che si applicano sia nella gestione interna del team sia nel modo di comunicare all’esterno. Stiamo vedendo che a Maranello è in pieno corso una ristrutturazione più profonda di quella che si potesse immaginare dopo l’addio di Mattia Binotto. Frédéric Vasseur ha rimodulato il comparto strategico e lentamente si trova a dover risistemare tutta una serie di figure più o meno apicali che sono andate via dalla Scuderia.

Ci riferiamo, chiaramente, a Jonathan Giacobazzirace executive manager, e a Gino Rosato. Ma soprattutto a David Sanchez, le cui dimissioni, anche se non ancora ufficializzate da comunicati, sono ormai cosa fatta. Parliamo di vere e proprie scosse di terremoto che hanno sconquassato l’organigramma e lo hanno fatto in un momento molto particolare.

Se il nome di Vasseur, la punta dell’iceberg di questa riprogrammazione, è stato annunciato sul finire dell’anno scorso – e forse era già un po’ troppo tardi – le altre figure a cui abbiamo alluso sono andate via o nell’imminenza dell’inizio del campionato o addirittura dopo la prima gara. Una condizione che chiaramente non può contribuire alla serenità di tutta la scuderia, né può aiutare a risolvere nel breve periodo problemi che probabilmente sono endemici e che richiedono molto più tempo per una soluzione efficace. 

David Sanchez responsabile aerodinamico Scuderia Ferrari

Se in Ferrari, quindi, si sta osservando una fase di ristrutturazione che fa rima con rivoluzione, in Mercedes le cose vanno diversamente. Per uscire dalla crisi in cui è calata la W14, il team ex campione del mondo ha deciso di lavorare sulle risorse interne, dando più forza a James Allison che andrà ad affiancare Mike Elliott, ossia il papà del concept zero sidepod che tante soddisfazioni aveva dato al simulatore ma che altrettante delusioni ha offerto alla riprova di quello spietato e algido giudice che è la pista.


Mercedes e Ferrari: due modi diversi di navigare nella transizione

La differenza tra i due modelli si realizza soprattutto in un’evidenza che stiamo osservando in queste ore. Se da Maranello le bocche sono cucite e non filtra nessuno spiffero su quello che sta accadendo all’interno, dando adito a ipotesi, valutazioni, congetture, chiacchiericci che talvolta sfuggono dalla logica e dal buon senso, in Mercedes si sta operando su un piano diametralmente opposto.

Già durante i test gli uomini di Brackley avevano ammesso che la macchina aveva molto lavoro da fare per approssimarsi alle avversarie più accreditate. Il Gran Premio del Bahrain ha mostrato che il gap è forse più ampio di quanto gli stessi protagonisti della Mercedes potessero immaginare.

Nessuno all’interno della squadra, nonostante il momento sfavorevole, si è voluto nascondere minimizzando i problemi o trovando facili scuse. L’idea che la W14 sia una vettura deludente è ormai manifesta e i rappresentanti della scuderia lo hanno fatto intendere senza celarsi dietro diplomazie di comodo.

Lewis Hamilton (Mercedes AMG) lascia il box durante le seconde libere del Gran Premio del Bahrain 2023

Toto Wolff ha fatto più di un riferimento ai suoi aerodinamici che non hanno imboccato la giusta via. George Russell ha parlato di stagione che potrebbe essere sacrificata nella prima metà per lavorare su un mezzo da rendere capace di competere soltanto dopo l’estate. Lewis Hamilton è andato addirittura oltre, dicendo che gli ingegneri non lo hanno ascoltato quando riteneva il concetto filosofico della W13, ripreso dalla W14, inabile a produrre performance solide.

Wolff, nei giorni scorsi, ha comunque cercato di compattare i suoi, parlando di grandi sforzi di volontà che si stanno producendo in queste ore per uscire dalle sabbie mobili. Sia l’ex pilota austriaco che Andrew Shovlin, trackside engineer della Mercedes, hanno ammesso che allo studio un cambio delle forme della vettura che dovrebbe andare in direzione delle filosofie che stanno funzionando.

Lo stesso Mike Elliot, il grande imputato per questa situazione, non si è negato ai microfoni, ammettendo che nelle prossime gare vedremo una W14 radicalmente modificata. E si spera più veloce.


Mercedes non contempla la resa

In questa operazione chiarezza la Mercedes ha pubblicato sul proprio sito una lettera aperta rivolta ai tifosi nella quale si spiega lo stato delle cose e si annuncia che nulla verrà lasciato al caso per provare a ritornare laddove la Stella a Tre Punte vuole essere: in alto. 

Il Bahrain ci ha ferito”. Così si apre la missiva ecumenica della Mercedes pubblicata sul sito istituzionale di cui riportiamo alcuni stralci. “Ha fatto male a ciascuno di noi che affrontiamo ogni stagione determinati a lottare per i campionati del mondo. Ha fatto male alla squadra nel suo complesso, dopo che ha riversato così tanto duro lavoro in una macchina che non ha soddisfatto le nostre aspettative

Nel documento si pone l’accento su quali possano essere le strategie per chiamarsi fuori dalla fase critica. ”In primo luogo – si legge – non ci faremo prendere dal panico con reazioni istintive. […] Le persone sono pronte a puntare il dito o a cercare capri espiatori. […] All’interno del team, parliamo di avere il coraggio di fallire, il carattere di essere responsabili e la forza di vedere il fallimento come un’opportunità. Siamo stati aperti e onesti su dove ci troviamo”.

“Stiamo lavorando con urgenza e calma per costruire il nostro piano di ripresa, concentrandoci su ciò che deve accadere a breve, medio e lungo termine per vincere. Abbiamo già sviluppi in cantiere per le prossime gare e ce ne saranno altri più avanti. Ma questo non sarà il lavoro di un momento; non ci sono proiettili d’argento in F1”.

In secondo luogo, conosciamo gli standard a cui aspiriamo e nessuno si tira indietro quando guardiamo la montagna che dobbiamo scalare. Non sarà facile, ma dov’è il valore in qualcosa di facile? Questi sono i tempi in cui il carattere si forgia, i momenti in cui una squadra diventa più grande della somma delle sue parti, affrontando problemi difficili, superandoli”.

Sede del team Mercedes AMG F1

Il terzo e ultimo punto della missiva pubblica verte sul modo in cui si stanno esprimendo le critiche sui social. La lettera ha voluto sottolineare come in alcune circostanze si sia letteralmente andati fuori dal seminato, con commenti poco gradevoli riferiti ai protagonisti del team.

Mercedes fa chiara allusione alla sua politica di tolleranza e di inclusione condannando queste pratiche deleterie che affliggono il team perché poco costruttive e soprattutto perché mirano ad avvelenare i pozzi interrompendo un cammino di apertura e inclusività che l’equipe ha messo al centro del proprio agire.

La scuderia tedesca fa sapere, in conclusione, che stanno lavorando duramente per cambiare il corso di questa stagione. Il recupero è iniziato subito dopo la gara e tutti stanno spingendo nella medesima direzione. L’indicazione è molto importante perché al di là di quello che possano pensare Russell o Hamilton si ritiene che il mondiale in corso sia tutt’altro che chiuso.

Mercedes non vuole alzare bandiera bianca, almeno non vuole farlo prima di averci provato. Si parla addirittura ancora di corsa al titolo. Segno evidente che si pensa che questa W14, se radicalmente modificata e migliorata nelle aree di sofferenza, possa ancora dire la sua per raggiungere quella Red Bull RB19 che in questo momento sembra così lontana dal risultare una sorta di corpo celeste distante anni luce.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG, Scuderia Ferrari

Condividi
Pubblicato da
Diego Catalano