Per ora la classifica piloti recita: Lewis Hamilton 20 punti e George Russell 18 punti. Dopo due gare del mondiale di F1 2023, gli alfieri della Mercedes sono divisi da appena due lunghezze. Un sostanziale equilibrio, quindi, che in realtà non fotografa problematiche che potrebbero essere più grandi.
Sono i turni di qualifica a dare qualche indicazione più interessanti. Il sette volte iridato, infatti, è stato battuto due volte dal giovane talento di King’s Lynn, a dimostrazione che il feeling tra la W14 e Hamilton non è ancora scattato. “Mi sento come se avessi faticato con la macchina nelle curve ad alta velocità. Non sento la vettura sotto di me. Semplicemente non mi sento connesso a questa macchina e non so come superarlo. Quindi non so davvero cosa farò al riguardo”. Aveva affermato il britannico dopo le qualifiche del Gp dell’Arabia Saudita.
“È dura, sto dando assolutamente tutto. Resto qui fino al più tardi possibile ogni giorno, mi preparo al meglio ma poi salgo in macchina e non riesco a connettermi“. Non so davvero cosa dire al riguardo, ma è positivo che George abbia fatto una buona corsa; quindi possiamo sperare di segnare dei buoni punti per la squadra. Io cercherò di recuperare”.
Un adattamento tecnico difficile dal quale nasce anche una certa sfiducia che avvinghia un che pilota aveva sperato che la monoposto in questione potesse offrire concrete possibilità di lottare per il titolo. Le difficoltà che Hamilton sta riscontrando vanno ricercate nella parte posteriore della vettura. A riferirlo è stato il “boss” del team, Toto Wolff, dopo i 50 giri del Gran Premio di Jeddah:
“Penso che ci sia un problema fondamentale di cui non è contento e che è legato a feeling che sente con la parte posteriore della macchina. Non è qualcosa che può essere curato rapidamente. Ma i conducenti sono i sensori più importanti della vettura e se ci dicono che è quello che sentono, dobbiamo considerarlo“.
Parole espresse dallo stesso Wolff che nel sabato saudita aveva detto che Lewis avrebbe facoltà di guardarsi intorno qualora Mercedes non fosse in grado di offrirgli una macchina competitiva. Da qui le speculazioni sul futuro del pilota inglese che è in ogni caso in trattative per il rinnovo di contratto con la scuderia anglotedesca .
È stato lo stesso team principal, successivamente, a far chiarezza sulla cosa ridimensionando certe voci che parlavano di un Lewis lontano da Brackley a fine stagione: “È un combattente e lo siamo anche noi. Se la lotta è accesa, rimani nella lotta e non getti la spugna. Penso che sia così. Siamo tutti nella squadra ed è per questo che non ho motivo di credere che se ne allontanerà“.
Hamilton, insieme a Mercedes, ha quindi due problemi da superare. Uno di breve-medio periodo, l’altro che ha un arco temporale più dilatato. Azioni che comunque sono correlate tra esse perché l’una riporta all’altra. La prima questione riconduce al mezzo meccanico. Come l’anno scorso, Lewis si sta rendendo protagonista di un lavoro specifico sulla monoposto per cercare di accumulare dati e sensazioni da fornire agli ingegneri con lo scopo di superare questo impaccio tecnico.
Operazione che dovrebbe durare ancora qualche gara prima di presentarsi, verosimilmente a Imola, con quella “versione B” di cui hanno parlato Shovlin, Wolff, Mike Elliott ed altre figure di rilievo della Stella a Tre Punte. Al GP dell’Emilia Romagna mancano esattamente due mesi, dato che la gara si terrà il 21 maggio. 60 giorni, ma sole due gare da disputare nel frattempo poiché il calendario è orfano del Gran Premio di Cina saltato per la questione Covid.
Il prossimo appuntamento è il Gran Premio d’Australia che presenta specificità, in termini di tipologia d’asfalto, più vicine al Jeddah Corniche Circuit che a Sakhir. La sfida di Melbourne, quindi, sarà adoperata nuovamente come una mega raccolta dati nella quale, contestualmente, si cercherà di non perdere troppo terreno dalla Red Bull e si proverà ad avvicinarsi ad Aston Martin. E magari a tenere dietro ancora una volta la Ferrari.
Stessa dinamica che si dovrebbe perpetuare in quel di Miami, quarto round del campionato del mondo 2023 che si svolgerà il 30 Aprile. Mercedes, inizialmente, voleva portare il preannunciato e massiccio pacchetto di aggiornamenti proprio sul tracciato statunitense, ma ha evitato a causa delle peculiarità di una pista che viene considerata tecnicamente poco provante. Discorso diverso è per il circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari che è ritenuto una vera e propria palestra tecnica in virtù di un layout molto particolare e probante per valutare l’efficacia di una monoposto.
La prima questione, ossia quella relativa alla ricerca delle prestazioni, si lega col secondo problema che Hamilton deve affrontare: quello che verte sul suo rinnovo contrattuale. Al di là delle parole rassicuranti di Toto Wolff, resta il legame tra le prestazioni che la W14 riuscirà ad offrire e la volontà di Lewis di continuare in casa Mercedes.
Il britannico vuole vincere ancora, intende provare a raggiungere l’ottavo titolo. Ma il contesto tecnico attuale sicuramente non glielo consentirà. Quindi vorrà capire e studiare anche la capacità di reazione della squadra sul medio periodo in modo da comprendere se ci sono le possibilità di avere, magari nel 2024 o nel 2025, una monoposto in grado di chiudere il gap con la vetta.
Ma non sarà il solo Hamilton a valutare la Mercedes, il discorso è totalmente ribaltabile. Anche il team vorrà saggiare la voglia e la determinazione del sette volte iridato di rimanere al timone come fa ormai da undici stagioni. Ballano cifre blu, sappiamo che il contratto di Lewis non è mai un qualcosa di economico e quindi AMG vuole essere sicura che l’investimento che andrà a fare abbia un ritorno sostanziale.
Il futuro del legame Hamilton – Mercedes si scriverà quindi nei prossimi due mesi. E’ verosimile che, prima dell’estate, capiremo se la W14 sarà diventata un’arma per poter sconfiggere la Red Bull RB19 e se Hamilton sarà quel fuciliere abile maneggiarla per garantirsi Il futuro a Brackley.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG