Formula 1

F1 2026: Mercedes può influenzare il mercato dei motori

Il dominio che la Red Bull ha apposto sul campionato di Formula Uno 2023 è come se stesse anticipando certe discussioni, spostando il focus mediatico al futuro. Forse questa visione è un po’ pessimistica, ma al momento sembra difficile che qualcuno possa recuperare terreno sulle due RB19. Almeno a breve. Le speranze sono riposte su Mercedes, che dovrebbe portare una “versione B” della sua W14, e su Ferrari che, si spera, dovrebbe finalmente capire come far funzionare la SF-23 che a Jeddah è andata addirittura più lenta rispetto al modello precedente. Se non è un disastro, poco ci manca.

Chiaramente speriamo che quest’anno, o al massimo l’anno venturo, qualche team riesca a sovvertire i valori che abbiamo visto nel 2022 – e che stiamo osservando nel campionato in corso – per generare finalmente una categoria più competitiva, così come la brama Liberty Media. Ma il rischio che Milton Keynes possa aver generato un blocco che impone il suo potere fino al nuovo cambio regolamentare che si avrà nel 2026 è concreto. 

Ecco che molti sforzi si stanno cominciando ad orientare proprio verso quella Formula Uno, quella del decongelamento regolamentare motoristico dal quale scaturirà l’abolizione definitiva del motogeneratore MGU-H. Potrebbero essere addirittura sette i costruttori che scenderanno in campo nel 2026. Oltre i quattro attualmente presenti, difatti, entreranno Ford, che si assocerà a Red Bull Powertrains, Audi, che si è “maritata” con Sauber, e potrebbe far capolino anche Cadillac qualora la causa degli Andretti andasse a buon fine.

la power unit Mercedes 2023 montata sull’Aston Martin AMR23

Sette motori per undici squadre. Quindi è chiaro che ci dovrà essere un rimescolamento dei legami attualmente vigenti. Il motorista sotto la lente d’ingrandimento è Honda. La casa giapponese proseguirà in qualità di consulente tecnico della Red Bull fino a tutto il 2025.

La “Grande H” non ha ancora ufficializzato alcun accordo con i team che parteciperanno alla stagione 2026. Ma, più passano i mesi, più si fa concreta l’idea che i nipponici non vogliono abbandonare il Circus dopo aver creato un motore vincente e soprattutto dopo aver tracciato una strada tecnica che altrimenti andrebbe persa o, peggio ancora, sfruttata da qualcun altro. Vedi Red Bull.

Nei giorni scorsi è circolata voce che McLaren potesse rinsaldare uno storico accordo con il costruttore asiatico. Woking ha anche parlato con Red Bull Powertrains, ma l’ipotesi Honda sembra quella più concreta. La rinascita del team di Zak Brown parte proprio dal legame con un motorista-costruttore che possa dare la possibilità ai tecnici di creare una macchina intorno ad una power unit “tagliata su misura”. Un po’ come avviene da qualche anno tra le vetture create da Adrian Newey e proprio i motori Honda.


Mercedes pone il veto?

L’altro soggetto che s’era detto potesse essere interessato ai propulsori nipponici è un’altra nobile decaduta della Formula Uno: la Williams. Il matrimonio con la Mercedes, fino ad ora, non ha dato frutti dolci. La colpa, chiaramente, non è assolutamente da ascrivere ai propulsori costruiti in quel di Brixworth. La Williams viene da anni tormentati e caratterizzati da un’atavica mancanza di fondi. Grove sta vivendo un processo di ristrutturazione la cui buona riuscita dipende, tra gli altri, da quel James Vowles proveniente proprio dalla Mercedes.

Toto Wolff e James Vowles festeggiano in costume il compleanno della Mercedes

L’ex numero uno delle strategie della Stella a Tre Punte, nei giorni scorsi, ha smentito le voci di stampa secondo cui il team si sarebbe legato con la Honda. Le speculazioni erano state alimentate dal fatto che l’ingegnere inglese aveva ammesso che entro la fine del 2023 sarebbe stata definita la questione motorizzazione per l’anno 2026. Non abbiamo motivo di ritenere che quelle di Vowles siano dichiarazioni dall’intento depistante.

Quindi, se davvero non si consumasse l’intesa con Honda, alla Williams resterebbero due opzioni potenziali. Ma una di queste è venuta meno proprio nella giornata di ieri. Porsche, che fa parte del gruppo Volkswagen, ha ufficialmente annunciato che nel 2026 non scenderà in campo.

Dopo averci provato con Red Bull, avendo anche creato le società commerciali che servivano a supportare legalmente il nascente gruppo, la trattativa è saltata sostanzialmente per questioni interne. Porsche rivendicava più potere di quanto il gruppo austriaco ne volesse veramente offrire. Da qui la rottura improvvisa del tavolo negoziale e la successiva virata della scuderia austriaca verso il Michigan della Ford.

Senza Honda, con Porsche fuori dai giochi (nome accostato alla Williams nei mesi scorsi), per il team di Grove l’opzione più automatica è quella di rinverdire il matrimonio con la Mercedes. E secondo i maligni l’operazione Williams – Vowles altro non è che quell’elemento che doveva anticipare il rinnovo della liaison tra l’assemblatore inglese e il motorista tedesco.

D’altro canto, sono noti gli interessi di Toto Wolff all’interno del team Williams. Il manager austriaco, infatti, proveniva proprio dalla scuderia britannica e per molti anni ha detenuto anche parte del pacchetto azionario che poi è stato definitivamente ceduto nel 2016. Ma gli interessi sono rimasti vivi, così come i legami informali. Wolff ha contribuito al salvataggio della squadra anche spendendosi politicamente nelle sedi preposte. 

James Vowles

Mercedes – Williams – Aston Martin: un blocco di potere che fa comodo

Vowles è un uomo Mercedes, è cresciuto a Brackley facendo tutta la trafila aziendale ancor prima che la Stella acquisisse il pacchetto di maggioranza dalla Brawn Gp. La scuderia anglotedesca, con ogni probabilità, perderà un suo cliente, ossia quella McLaren destinata a legarsi con Honda.

Dato per scontato il prosieguo del rapporto con Aston Martin, Mercedes non vorrebbe mollare un altro partener strategico sia da un punto di vista tecnico che diplomatico. AMG non è interessata tanto a questioni economiche scaturenti dai guadagni che arrivano dalla fornitura, ma soprattutto a fatti politici.

Avere dalla propria parte tre scuderie in una Formula Uno molto frastagliata – ossia quella che si paventa per il 2026 – è un innegabile vantaggio ai tavoli sui quali si definiscono le regole della massima serie dell’automobilismo. Ecco che, dietro le decisioni della Williams di non puntare verso il Sol Levante, potrebbe esserci proprio la Mercedes. Non c’è contezza di ciò al momento, ma a pensar male…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG, Albert Fabrega, Williams

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Diego Catalano