Formula 1

Mercedes W14: il concetto “zero pod” offre speranze di recupero

Alle porte del secondo gran premio stagionale la Mercedes sembra essere più concentrata su come risolvere i problemi di lungo termine che nel capire come affrontare l’evento di Jeddah. Probabilmente si tratta di una percezione mediatica perché è ovvio che gli uomini della Stella a Tre Punte stiano operando per presentarsi al meglio in Arabia Saudita volendo evitare di affidarsi al fato.

Sarebbe fatale, infatti, pensare di mollare in questa fase allargando ulteriormente la forbice dalle monoposto che in questo momento sembrano essere davanti alla W14. Lo scrivevamo ieri: a Brackley vivono l’imperativo di giocare in difesa evitando un’emorragia di punti per giungere, probabilmente ad Imola, con una vettura aggiornata e rinnovata e che sia in grado di competere per la vetta.

La tappa di Sakhir è stata particolarmente amara per gli ex campioni del mondo, anche per via delle condizioni particolari che il tracciato presentava. Una pista rear limited sulla quale la vettura concepita da Mike Elliott ha sofferto, soprattutto sull’asse posteriore, nella gestione termica dei compound con conseguente ed eccessivo degrado degli stessi. 

Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1 Team), Gp Bahrain 2023

Mercedes: Arabia Saudita amica?

Il Jeddah Corniche Circuit può venire in aiuto degli anglotedeschi? A leggere le dichiarazioni dei protagonisti del mondo Mercedes la risposta è da ritenersi affermativa. Chiaramente sempre tenendo ben presente che il deficit prestazionale esiste comunque, al di là del layout della pista.

In Formula Uno miracoli non se ne fanno e recuperare 7-8 decimi dalla Red Bull non è un fatto assolutamente semplice. Né tantomeno è possibile farlo con rapidità in tempi di contingentamento delle ore in galleria del vento, di budget cap e soprattutto quando siamo nella fase embrionale della stagione con il personale dei team lontano dalla base operativa.

Non è un caso, infatti, che Mercedes abbia stabilito di portare le novità tecniche tanto attese proprio ad Imola, sfruttando anche una pausa molto lunga che si determinerà a causa dell’abolizione del Gran Premio di Cina. Ci sarà tutto il tempo per operare, per ponderare diverse strategie tecniche e per produrre le parti nuove che saranno messe alla frusta sul tracciato che sorge nelle adiacenze del Santerno.

Una mezza ammissione è giunta da George Russell che ha così parlato: “Penso che la cosa buona sia che non ci sono troppe gare all’inizio della stagione, quindi la cosa ci dà un po’ di tempo per crescere nella galleria del vento e tornare in fabbrica per lottare per quando arriverà il blocco principale di gare”.

Già a partire dalle prove libere del venerdì, in Mercedes si attendono in ogni caso di essere leggermente più vicini agli altri competitor. E non parliamo solo di Red Bull, ma soprattutto di Aston Martin e di Ferrari. Con quest’ultima che potrebbe altresì giovarsi delle caratteristiche del nastro d’asfalto Saudita.

È un circuito davvero unico quello del Bahrain. Sarei sorpreso se i distacchi fossero così grandi in altri tracciati. Ho fiducia nel nostro team e se sviluppiamo allo stesso ritmo dell’anno scorso, partiamo sicuramente da un punto più alto”. Queste le considerazioni in vista della gara di domenica di George Russell.


Mercedes: la base della W14 dà speranze

Così come il paragone tra il 2022 e il 2023 (con riferimento il tracciato di Sakhir) ha gettato nello sconforto gli uomini della Mercedes, è il medesimo confronto tra le due stagioni che invece può determinare degli elementi positivi. Dei fatti che possono ridare speranze agli uomini di Brackley di poter quantomeno rimettersi in gioco per la lotta alla vittoria dei gran premi.

Quando guardiamo a dove eravamo l’anno scorso si può affermare che abbiamo avuto così tanti problemi con la macchina che non sapevamo come risolverli. Pensavamo di superarli un po’ più velocemente di quanto abbiamo fatto. Forse, dopo sei gare pensavamo, di risolverli. Ma, realisticamente, ci è voluto fino ad Austin prima di fare un grande passo avanti”, ha fatto notare il pilota di King’s Lynn.

George Russell autore del sesto tempo nelle prime qualifiche del mondiale 2023

In Mercedes hanno un’idea molto chiara: la W14 ha capacità di recupero perché parte da una base assolutamente più stabile di quella che era in possesso della W13. Il modello che ha aperto la strada al concept zero sidepod si era infatti rivelato afflitto da problematiche così gravi che ne limitavano le prestazioni. Almeno in prima battuta. Inutile tornare “sul luogo del delitto” ma basta dire che bouncing e porpoising hanno condizionato lo sviluppo della macchina almeno fino a Silverstone.

A Barcellona è stata apposta una prima toppa che è stata produttiva soprattutto per la tipologia della pista. Infatti le problematiche si sono ripresentate negli appuntamenti successivi. E’ solo nel Gran Premio d’Inghilterra che gli ingegneri hanno portato un fondo che è stato in grado di eliminare quasi del tutto il pompaggio aerodinamico e i relativi saltellamenti. Da quel momento la W13 ha fatto un balzo in avanti costante fino ad arrivare, grazie al pacchetto di Austin, ad insidiare addirittura la Red Bull RB18.

E da questa scalata che gli uomini della Mercedes ritengono di poter trarre esempio per approntare un analogo piano di sviluppi che stavolta non dovrebbe essere inficiato dalle problematiche summenzionate. Nel 2022 AMG F1 ha dovuto lavorare per diversi mesi per eliminare difetti non previsti in sede di progettazione e poi ha cominciato a ricercare prestazioni facendo dimagrire la macchina e portando dei pezzi che hanno consentito di migliorare il bilanciamento aero-meccanico.

Oggi non si deve risolvere il problema saltellamento. Tra l’altro, la base meccanica della monoposto è validissima e questo lo conferma la Aston Martin AMR23 che mutua dalla W14 tutta la parte non visibile, con necessari e naturali aggiustamenti, del retrotreno: motore, trasmissione e sospensioni. 

Ora partiamo da una base che è fondamentalmente molto migliore rispetto all’anno scorso – ha spiegato Russell quindi se siamo riusciti a ottenere una vittoria in gara l’anno passato partendo da un punto così basso, non c’è motivo per cui non possiamo ottenere più vittorie. Ma è una partita relativa, la Red Bull sembra davvero forte e abbiamo un po’ di recupero da fare“.

Aston Martin AMR23, la “cugina” della Mercedes W14

Per ora quelle che possiamo riportare, oltre alle frasi dei protagonisti, sono delle sensazioni. Chiaramente sarà la pista, come al solito algido ed imparziale giudice di ultimo grado, a dirci se il 2023 potrà essere davvero l’anno della svolta. Ricordiamo che questo quadro regolamentare sarà vigente fino a tutto il 2025. E il ritardo che si è visto nel Gran Premio del Bahrain, dovesse essere replicato su altri palcoscenici, non sarà facilmente colmabile nell’arco di due stagioni. Nonostante il vantaggio determinato dal Balance of Performance Tecnico.

Quindi Mercedes deve credere, pensare e sperare che il suo concept aerodinamico sia valido e che anche le modifiche che andranno ad insistere sulla vettura potranno rappresentare un momento di svolta. Perché, in sostanza, sia Lewis Hamilton che George Russell credono che questo team possa ritornare a vincere dei campionati del mondo prima del nuovo switch normativo che si avrà appunto nel 2026.

Il Gran Premio di Arabia Saudita ci dirà se le distanze caleranno leggermente grazie al layout della pista; ma sarà da Imola in poi, quando presumibilmente vedremo la W14 nella “versione B”, a capire se il delta generale sarà finalmente colmato. Ci porteremo questo interrogativo avanti ancora per diverse settimane.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG, Aston Martin

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Diego Catalano