Dopo la prima parte dell’intervento di Mario Isola a Formula Uno Analisi Tecnica ecco la seconda “sezione” della chiacchierata effettuata in compagnia del direttore Mariano Froldi e di Marco Santini, padrone di casa a Spit Stop. Nel primo estratto il manager della Pirelli ha spiegato nel dettaglio il processo che ha portato alla creazione della nuova gomma “Extreme Wet” e degli obiettivi raggiunti in chiave 2023. Ora l’arco temporale si dilata e vengono messe sotto la lente d’ingrandimento, tra le altre cose, le strategie di lungo periodo della “P Lunga“.
Si fa un gran parlare delle difficoltà tecniche che la F1 ha prodotto con le regole 2023. Ma, secondo Mario Isola, lo sforzo più grosso si è compiuto quando il legislatore ha deciso di imporre le gomme più larghe, nel 2017. Le coperture di nuova generazione, difatti, erano di 5 secondi al giro, in media, più veloci di quelle usate nel campionato vinto da Nico Rosberg. Isola parla di una specie di salto nel buio che Pirelli fu comunque in grado di gestire alla grande senza incontrare difficoltà di sorta.
Se il gommista italo-sinico è stato in grado di amministrare cinque secondi di miglioramento da un anno all’altro con relativo aumento dei carichi verticali non può essere stato spiazzato dai progressi visti tra Bahrain 2022 e lo stesso evento del 2023. Alla base c’è stato un grande lavoro di raccolta dati, di analisi e di simulazione. “Lavoriamo insieme alle squadre, chiedendo loro delle simulazioni – ha spiegato Isola – Ci facciamo dare il meglio che riescono a produrre per ipotizzare lo sviluppo alla fine dell’anno per quello successivo“.
“Quindi le analisi che ci arrivano hanno già dei carichi simulati. È chiaro che c’è un po’ di approssimazione, non possono essere precise come quelle che, per esempio, riceviamo tre settimane prima di ogni gara e che ci consentono poi di definire le prescrizioni per il GP. I dati che ci arrivano a fine stagione ci aiutano a progettare gli pneumatici che andremo ad omologare, per cui ci prepariamo in questo“.
La Formula Uno è quindi una grandissima palestra sull’aspetto simulativo. Le macchine sono dei veri e propri laboratori mobili con tantissime variabili che arrivano dalle telemetrie dei dieci team presenti in griglia. Cosa che permette di sviluppare dei modelli virtuali dello pneumatico.
Isola ha spiegato che, grazie a questo modo di procedere, il modello che si implementa con il supporto dei team può essere utilizzato per simulare una gomma stradale, una gomma da Gran Turismo, per il Ferrari Challenge e per tutte le competizione in cui Pirelli è partner tecnico.
A proposito di partnership, nel 2025 la F1 aprirà il bando di concorso per nuovi fornitori di gomme. Pirelli non guarda a quel momento con particolari ansie, ben conscia del lavoro svolto che soddisfa sia i vertici della massima serie dell’automobilismo sportivo, sia la dirigenza aziendale rappresentata da Tronchetti Provera. L’idea è quella di continuare. Ma, chiaramente, andranno valutati i termini del bando che sarà lanciato dalla FIA e al quale il gommista italiano parteciperà.
Alla base delle richieste della Federazione, sotto indicazione di Liberty Media, c’è una spiccata attenzione alle questioni ecologiche. Istanze di cui Pirelli si sta facendo carico sin da ora con atti concreti. La F1 ha fissato la “Carbon Neutrality” per il 2030. Il gommista italiano è pronto già da questo 2023.
In questo senso si leggono le modifiche al format della qualifica che saranno introdotte a Imola che, a questo punto, diventa una sorta di banco di prova per la Formula Uno. L’idea era proprio quella di ridurre il numero di pneumatici che si portano in gara. Perché? In questo modo se ne trasportano in meno; quindi c’è un impatto minore sulla logistica e sulla produzione.
Tale necessità si è dovuta “linkare” all’esigenza di non impattare sullo spettacolo, sulle strategie di gara, sul fatto che i piloti, durante le libere, potessero comunque provare tutte le mescole a disposizione. Si è partiti con diverse idee, dal ridurre da tredici a sei i treni, finanche a prendere in considerazione una limitazione a sole sette “mute”. Alla fine si è deciso di tenerne undici e di obbligare i conducenti ad usare le Hard in Q1, le Medie in Q2 e le Soft in Q3.
I piloti saranno così nelle stesse condizioni e potranno, nei primi due turni, effettuare più di un assalto con la stessa mescola che ha un degrado medio minore rispetto alla “rossa” che offre l’extra grip nel singolo giro push. Questo stato di cose porterà anche ad una maggiore razionalizzazione dell’uso delle coperture in gara con una gamma di scelte più ampia. A tutto vantaggio di tattiche più diversificate nei gran premi.
Lo avevamo notato in diretta nella prima giornata dei test del Bahrain e Mario Isola l’ha confermato: Sergio Perez aveva espresso delle riserve sul nuovo prodotto ancor prima di saggiarlo. Una singolarità che spiega come sia complesso il rapporto tra il fornitore delle gomme e chi le usa in pista.
“Si è lamentato prima di provarla – ha osservato un divertito Isola riferendosi al messicano – Aveva guidato Verstappen, non lui“. Chiusa la parentesi il professionista ha spiegato come è impostato il rapporto con piloti e squadre: “Abbiamo un sistema abbastanza solido perché dobbiamo fornire lo stesso prodotto a tutti e dobbiamo anche offrire le medesime informazioni. Che sono importanti. Abbiamo un ingegnere allocato in ogni team che segue delle procedure interne“.
“Raccontiamo le stesse cose a tutti i team e a tutti i piloti. C’è un rapporto continuo con le squadre che ci devono fornire una serie di dati presi dalle telemetrie. E sono parecchi perché parliamo di più di 115 canali attivi. C’è una discreta mole di dati che arriva sui nostri server. Noi forniamo loro tutta una serie di informazioni e di report che sono stati definiti con la Federazione. Sono stati in qualche modo standardizzati. Non ci devono essere, come dire, degli alibi secondo cui qualcuno può asserire che una cosa non sta funzionando“.
“C’è uno scambio continuo con i team e con la Federazione, sia sul fronte sportivo che tecnico. Però è chiaro che, vivendo nel paddock, si incontrano piloti, si chiacchiera, si parla. Si raccolgono i loro feedback, le loro critiche, che sono importanti perché alla fine servono anche a noi per capire cosa andare a fare sul prodotto e come intervenire anche per generare uno pneumatico che sia più in linea con le loro aspettative“.
Con questa considerazione si chiude la chiacchierata con Mario Isola sempre prodigo di informazioni preziose e di retroscena succulenti. La F1 sarà di scena, nel prossimo fine settimana, a Jeddah, un circuito che presenta difficoltà diverse da quelle offerte da Sakhir. Si passa da un tracciato molto abrasivo, rear limited, ad uno più liscio con tendenze alla limitazione anteriore. Sarà interessante vedere come reagiranno le gomme della “P Lunga“.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Pirelli Motorsport