La sensazione generale è che la Red Bull RB19 abbia ripreso esattamente dove aveva terminato sette giorni fa, quando si stavano disputando i test invernali della F1. Nella prima sessione di libere di stamattina era emerso un Sergio Perez particolarmente in palla, mentre Max Verstappen aveva avuto qualche problemino, specie sul giro push, come vi abbiamo raccontato nella nostra analisi on board.
Piccoli campanelli d’allarme che avevano messo sul “chi vive” Helmut Marko che, a termine delle prime libere, aveva espresso qualche perplessità alludendo ad uno strano comportamento della vettura di Max. La RB19, questa “l’accusa”, non si sarebbe comportata come nei test, specie nelle curve lente. La seconda ora di prove, quindi, è servita a sistemare problemini onestamente apparsi veniali su una monoposto che, chilometro dopo chilometro, continua a confermare di essere particolarmente “in bolla”.
Alla fine della seconda ora di lavoro sul tracciato di Sakhir la Red Bull RB 19 ottiene la prima e la seconda fila virtuale. E’ Max Verstappen a siglare il secondo tempo con pochi millesimi di vantaggio sul compagno di squadra, Sergio Perez. In testa alla lista troviamo Fernando Alonso, che è apparso in palla in ogni condizione. L’asturiano ha ottenuto il crono di riferimento sul giro push e, cosa ancora più importante, ha strabiliato letteralmente sul passo gara.
Se andiamo ad osservare la progressione di Fernando Alonso e di Max Verstappen, possiamo vedere che i due sono stati molto prossimi nei riscontri ad ogni tornata. La AMR23 è come se avesse gettato la maschera dopo che, durante i test, si era nascosta. In questo momento sembra che la vettura del team di Silverstone possa dire la sua addirittura in chiave gara.
Naturalmente andranno valutati i carichi di carburante per dare un giudizio più preciso ma, ad oggi, la verde monoposto dell’equipe del canadese Lawrence Stroll sembra essere davanti alla Ferrari e alla Mercedes. Vetture che, nella simulazione di passo gara, non sono apparse così brillanti come ci si aspettava.
Alla fine della sessione il bi-iridato di Hasselt aveva un atteggiamento piuttosto sereno. Il long run non è stato oggettivamente male, così come l’ultimo giro veloce che ha piazzato la vettura austriaca a poco più di un decimo dall’immarcescibile Alonso. C’è sicuramente ancora del lavoro da fare, ma di positivo c’è il fatto che sono risultati evidenti i miglioramenti tra il primo e il secondo turno di libere.
La progressione non può che essere presa positivamente ma resta un po’ di straniamento in relazione a una FP1 nella quale la RB19 non sembrava così pronta come lo era stata la settimana scorsa. L’inizio di Verstappen, più che di Perez, è stato più complesso di quanto i tecnici si attendessero. Nella prima ora, difatti, non è stato mai trovato del tutto il corretto bilanciamento; una cosa decisamente strana per chi, come abbiamo scritto in un altro focus, era abitato ad avere una monoposto “plug-in”.
La delusione, limitatissima e passeggera, si dirada nel constatare gli step in avanti fatti tra i due turni. Quando, pare, Gianpiero Lambiase e gli altri ingegneri sono tornati al setup deliberato sette giorni fa. Max, nell’ora conclusiva di questo venerdì, non ha dovuto far altro che ritrovare il ritmo giusto. E, a giudicare dall’andamento sul passo gara che potete recuperare qua sotto, pare esserci riuscito come al solito brillantemente.
OUTLAP | |
1 | 1.37.641 |
2 | 1.37.136 |
3 | 1.36.898 |
4 | 1.37.179 |
5 | 1.36.827 (best lap) |
6 | 1.37.230 |
7 | 1.50.625 (prende spazio per uscire da traffico) |
8 | 1.37.268 |
9 | 1.37.169 |
10 | 1.37.229 |
11 | 1.37.519 |
INLAP | —- |
Ad oggi, Red Bull pare doversi scontrare con altre realtà. Se si pensava che Ferrari e Mercedes fossero le rivali più pericolose, è invece Aston Martin che è emersa minacciosa dal midfield, anche se Alonso e soci continuano a minimizzare le loro performance. Pretattica?
Anche se le vetture inglesi sembrano estremamente competitive, cosa già chiaramente emersa dai test, in Red Bull sanno che c’è ancora un po’ di lavoro da fare per tirar fuori dell’altro potenziale che si ritiene sia rimasto celato. Domani, quando il cronometro conterà davvero, avremo la riprova definitiva di ciò.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing