Dopo dodici giorni di analisi sull’avvio del campionato del mondo 2023, la F1 ritorna in pista per la prima sessione dei libere del Gran Premio dell’Arabia Saudita. Max Verstappen ha avuto un avvicinamento “complesso” a causa di qualche problemino fisico di carattere virale. Tutto risolto per l’apripista che ha raggiunto Jeddah solo nella giornata odierna.
La RB19, da tutti indicata come il benchmark della categoria, è chiamata a confermarsi su una pista dalle caratteristiche diametralmente opposte a quelle offerte da Sakhir. Un asfalto meno abrasivo e un layout che favorisce le vetture che sprigionano grande velocità di punta potrebbero rimescolare le carte del mazzo offrendo un quadro valoriale inedito. Ma questo lo capiremo solo domenica sera. Caliamoci ora nell’abitacolo della RB19 n°1.
La sessione si è svolta con una temperatura dell’aria di 26 °C a cui corrispondeva una pista che si aggirava intorno ai 45°C. Sostenuto il vento che spirava a circa 22 km/h. Il tracciato, come al solito da queste parti, è particolarmente “green” nelle fasi iniziali. Cosa che impone una certa “parsimonia” sull’acceleratore, specie con muretti così prossimi.
Il campione del mondo in carica, così come accadde in Bahrain, ha osservato i primi venti minuti di sessione standosene giù dalla vettura. Il “lavoro sporco” è stato effettuato da Sergio Perez che ha usato un treno di soft per “assaggiare” il circuito saudita.
-“Radio check“,
-“Loud and clear“.
Così si è aperta la seduta con lo scambio di messaggi tra Max e l’ingegnere di pista ripetuto in diverse zone del tracciato. Consueto track position per il primo giro effettuato con gomme soft, al pari del compagno di squadra. Dopo il primo tentativo Max ha lamentato un po’ di sottosterzo in curva 22. Lambiase registra e comunica un giro di cool down per poi avvisare dei distacchi dal compagno che in questa fase guida le operazioni.
Nel secondo tentativo le cose vanno meglio e infatti l’olandese scala la classifica fino a raggiungere la vetta. Il comportamento alla 22-23 è migliorato leggermente ma, in radio, il conducente di Hasselt continua a riferire un fastidioso ma non inficiante sottosterzo nel veloce cambio di direzione della zona su indicata. Il programma prosegue con il solito giro di raffreddamento al quale segue una tornata push.
1.30.062. Al terzo giro lanciato, con lo stesso treno di soft, Verstappen illumina di viola i tre settori e migliora il riferimento cronometrico. Con serbatoi che vanno alleggerendosi il comportamento nella RB19 migliora di passaggio in passaggio. Si registra solo una piccola scodata in trazione all’uscita del tornante veloce 27 che apre al rettilineo di partenza. Lambiase avvisa di fare l’ennesimo giro di cool down che precede l’ultimo push prima di fermarsi per le verifiche sull’assetto.
Anche in questa quarta tornata “aggressiva” (settima in totale con questo set di pneumatici) la vettura si comporta alla perfezione migliorando i primi due intertempi. L’olandese abbassa il riferimento (1.29.815) e riprende la via del box senza prodursi in commenti. Il pilota resta in ascolto dei distacchi dalle monoposto nelle adiacenze.
La seconda e ultima fase di una sessione a dire il vero non proprio intensa si è aperta a 13 minuti dal termine. Ancora gomma soft per l’alfiere della Red Bull che si apre subito in radio per avvisare che sente molte vibrazione con questo set. Quando la vettura era ferma ai box, sotto gli occhi attenti di Adrian Newey, sono state fatte alcune regolazioni alle sospensioni anteriori.
1.29.790. Evidentemente le summenzionate vibrazioni non hanno condizionato negativamente l’azione del campione del mondo in carica che dà un’ulteriore limatina al crono. Si è trattato di un singolo giro push perché, immediatamente dopo aver passato la linea del traguardo, Lambiase ha comandato di rientrare ai box. I piccoli cambiamenti alla sospensione anteriore hanno evidentemente soddisfatto il pilota che in radio non ha avuto nulla da segnalare.
Max fa un passaggio veloce ai box e si vedono i meccanici lavorare sull’incidenza dei flap anteriori. Alla fine del giro di “recharge” Lambiase comanda “STRAT 5“, una modalità di endotermico non proprio “morbida”. 1.29.662 con best T2 e T3 per una RB19 che ha mostrato una stabilità incredibile. L’esatto opposto di quanto accadeva l’anno scorso quando, in FP1 l’olandese aveva lamentato un diffuso sottosterzo.
Da sottolineare che il tempo di Max è di oltre un secondo più basso rispetto a quello ottenuto nelle stesse condizioni dodici mesi fa da Leclerc, primo alla fine della seduta (1.30.772 per il monegasco, ndr). Verstappen non è pago e, in un altro giro push, dà una leggera limata: 1.29.617.
La prima ora di lavoro si chiude con le canoniche prove di start. Lambiase impone addirittura cinque burnout per scaldare le gomme posteriori. L’olandese si piazza a destra ed è protagonista di un ottimo spunto, cosa che in Bahrain, nelle prove libere, non era mai praticamente accaduta. Così si chiude una prima ora di lavoro in cui la RB19 ha mostrato di essere già molto definita in termini di setup. Ecco i risultati:
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing