David Sanchez è in procinto di abbandonare la storica scuderia Ferrari. La notizia è stata lanciata in esclusiva dall’amico e collega Antonino Rendina durante la mattinata di oggi, news ripresa da tutto il mondo dei media. Il responsabile operativo del reparto aerodinamico della rossa lascia il team modenese dopo una lunga permanenza alla corte del Cavallino Rampante.
L’aerodinamico, “protetto” dell’ex team principal Mattia Binotto, ha le valige pronte da qualche giorno oramai. Nel breve scritto odierno non ci soffermeremo sulla prossima destinazione di David, del tutto ininfluente riguardo le sorti del team di Maranello. Risulta decisamente più interessante, infatti, capire i perché di tale scelta.
L’eforato italiano ha cambiato modo di pensare. Lo ha fatto in base ai risultati negativi che si susseguono oramai da troppi anni in Ferrari. Ecco perché, d’ora in poi, non poter lottare sino all’ultima gara per la conquista dei titoli iridati sarà considerato totalmente inammissibile. Mentalità che avrebbe fatto molto comodo durante le ultime annate.
Il siluramento di Sanchez segue la corrente di pensiero meritocratica adottata sullo spagnolo Iñaki Rueda, ex capo delle strategie declassato a “semplice ingegnere” facente parte del gruppo remote garage. Al suo posto Ravin Jain, brillante tecnico di origini indiane che durante la campagna 2023 sarà l’incaricato di risollevare le sorti strategiche attraverso decisioni rapide ed effettive.
Lo abbiamo raccontato stamane sulle nostre pagine. La mancanza endemica di ritmo della Ferrari SF-23 deriva da scelte aerodinamiche passate. La comunque ottima F1-75 ha mostrato una carenza fattuale che sommata ad altri aspetti ha spento le bramosie di gloria della rossa. Lo ho confermato lo stesso Jock Clear, performance engineer della rossa, sul finire del campionato 2022.
La “crudeltà sportiva” legata al rendimento non si perdona. O almeno così dovrebbe essere in uno sport come la F1 dove ogni piccolo dettaglio è in grado di minare gli equilibri di una monoposto. Red Bull docet. La SF-23 è senz’altro una buona vettura. Sul giro push lo ha in parte dimostrato sabato scorso in Bahrain.
Tuttavia, tralasciando la messa a punto non ottimale, la scarsa affidabilità motoristica, aggiornamenti lacunosi e una pista rear limited (Sakhir) ostile alle caratteristiche dell’auto modenese, scenario già di per se alquanto limitante, hanno fatto presenza manifesti limiti aerodinamici inaspettati.
Nello specifico, parliamo di alcune complicatezze relative alla gestione dei flussi. Turbolenze inattese che di fatto minano la pur sempre valida filosofia aerodinamica. Benché l’accelerata relativa al programma annuale sugli aggiornamenti sia in atto, presentarsi ai nastri di partenza di un mondiale impreparati non faceva parte del piano.
David Sanchez abbandona la rossa per varie ragioni. Una di queste riguarda il giudizio sull’operato svolto nella sua permanenza in Ferrari. Sebbene durante le passate settimane l’idea di assegnare il comando del reparto telaistico al suddetto ingegnere esistesse, riportato da noi stesso come possibilità fattuale, la nuova gestione capitanata da Vasseur ha emesso una “sentenza” basata sui meriti.
Un’altra motivazione parecchio interessante narra un retroscena curioso. Malgrado si attendano conferme suscettibili di probabili smentite, come spesso accade in F1 d’altronde, dare continuità alle defenestrazioni dopo l’allontanamento di Binotto in base ai risultati, avrebbe inciso non poco nella decisione “comune” di separare i propri destini.
Sanchez era a conoscenza dei cambi valutativi all’interno della Gestione Sportiva e a quanto pare, il futuro del nativo di Montpellier non era poi così roseo come dal lui paventato. Per questa semplice ragione, l’ingegnere di origine spagnole ha sondato il terreno in McLaren proponendo la sua candidatura per aprire un nuovo ciclo lavorativo. Scenario che, ovviamente, non è stato visto di buon occhio dalla scuderia italiana.
Autore e immagini: Alessandro Arcari – @berrageiz