Formula 1

Sanchez e Rueda: dieci anni per me… posson bastare

I destini di David Sanchez e Inaki Rueda sono accomunati non solo dall’essere stati uomini del “cerchio magico” di Binotto, ma anche dal fatto che entrambi hanno visto ascendere le loro stelle per poi declinare nel corso di un decennio. Rueda ha accettato un demansionamento che lo ha allontanato dalle sue fantasiose e memorabili (per gli avversari) strategie, mentre Sanchez ha fatto la fine dell’ex TP Ferrari: si è dimesso (o lo hanno fatto dimettere).

Premesso che sono rimasto colpito dalla defenestrazione (per essere preciso dai tempi) dell’ormai ex head of vehicle concept della Ferrari, che in italiano si può tradurre come responsabile dell’impostazione del progetto vettura, mi ha colpito non solo questo fatto ma, nelle ultime ore mi hanno colpito altre reazioni dei tifosi nel mondo dei social.

Alla esigua ma stoica schiera delle vedove binottiane, s’è così aggiunta quella delle vedove di Sanchez (si, esistono) che magari, qualche giorno prima, neanche sapevano chi fosse. Si scherza, s’intende. Ma neanche tanto.


Ferrari: gli effetti dell’addio di Sanchez

Ora, mi pare che ci siano almeno due cose da tenere in considerazione. Il fatto che Sanchez se ne vada non significa che sia un incapace, né che la Ferrari sia gestita in modo maldestro. Nelle grandi aziende capita spesso che arrivino persone ritenute molto valide ma che, per tutta una serie di motivi falliscono.

E se falliscono, non essendo le aziende associazioni no profit, né enti di volontariato, ne consegue che o vengano licenziati o si “dimettano”. Un team di F1 è a tutti gli effetti un’azienda che deve produrre profitto in due modi: monetario e statistico: vittorie. David Sanchez, ingegnere francese di origini spagnole, entra in Ferrari nel 2012 (dopo brillanti trascorsi in Renault e McLaren).

Quasi subito in posizioni apicali, visto che è aerodinamico capo, e progressivamente arriva a gestire tutto il dipartimento aerodinamico sino a diventare appunto responsabile dell’impostazione del progetto vettura nel 2022. Come dire che è lui quello che decide la “filosofia” generale della monoposto.

David Sanchez (Scuderia Ferrari)

Lo spiego da umanista: il come deve essere fatto il “corpo” della monoposto, quali caratteristiche deve privilegiare più di altre. Mi pare evidente che in 11 anni, siano più gli insuccessi, alcuni clamorosi, che i successi: annate buone con vetture davvero innovative e performanti: 2017-18 e 2022. In ogni caso, la Ferrari non ha poi retto lo sviluppo dei competitor. Ora: oltre due lustri vi sembrano pochi per valutare l’apporto di una persona in un team? Io credo bastino e siano più che sufficienti. E se le cose non vanno, ci si saluta e amen, la vita va avanti. E badate bene, non mi stupirebbe che Sanchez magari facesse bene dove dicono riapproderà, cioè in McLaren.

Discorso diverso se mi parlate del clima di Maranello e dintorni. Spesso una cucina tossica dove si preparano veleni diretti non a far perdere gli avversari ma a regolare conti interni. Una storia vecchia, vecchissima. Allison e Costa i casi più eclatanti di tecnici di valore che poi hanno contribuito a rendere forte, se non fortissima la Mercedes.

Però, tornando ai dieci anni di cui sopra, vi pare che Sanchez e Rueda non siano stati pesati a sufficienza? Una riflessione che ho fatto con Alessandro Arcari. Ma secondo voi in Red Bull o Mercedes avrebbero dato 10 anni di tempo a qualcuno per dimostrare quanto valeva? Io non credo. Credo che si sarebbe voltata pagina molto, molto presto.


Ferrari: la cristallizzazione tecnica è il problema da superare

Forse il vero problema che sconta questa Ferrari è l’inamovibilità di un gruppo tecnico non all’altezza, cristallizzato da Binotto che non poteva, o voleva, mettere in discussione gli uomini che lo avevano appoggiato nella defenestrazione di Arrivabene. Quella che chiamo la “continuità nella mediocrità”. Saltato il garante, il resto è conseguenza. Tante volte in Ferrari ci sono state epurazioni sull’onda delle emozioni o per dare ai tifosi un capro espiatorio. Non credo questo sia il caso.

C’è un nuovo team principal che deve costruire un gruppo di cui si fida. Penso che abbia strumenti a sufficienza per decidere su chi ha trovato e su chi vuole integrare nel team (campagna acquisti). Difatti ha già cominciato a farlo, visto che non è novizio in F1, e la sua mano si sta già vedendo.

Frédéric Vasseur, team principal della Scuderia Ferrari

Si potrebbe dire… “presto che è tardi”. Forse a questa Ferrari, abituata da troppo tempo a perdere, serve proprio una scossa salutare. E l’inizio scioccante in pista ha accelerato, o mostrato in maniera più chiara, il cambiamento che Vasseur ha in mente.

Due considerazioni finali: Vasseur sa di agire di concerto con Vigna e il messaggio lanciato al team pare sia il seguente: non vengono più accettate rendite di posizione che non siano legate a risultati in pista. Perché a nessuno piace fare figuracce in mondovisione. Non piace a Red Bull, non piace a Mercedes e ora, a quanto pare, neanche a Ferrari.


Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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  • Mi dispiace, ma l'articolo distorce i fatti: non esiste una squadra di F1 gestita come la Ferrari. State completamente distorcendo i fatti. Adrian Newey è stato licenziato dopo che la Red Bull è rimasta per molti anni senza un titolo? O la Mercedes ha licenziato qualcuno adesso? O Ross Brawn ha licenziato Aldo Costa quando è entrato in Ferrari? No. Nessun team di F1, a parte la Ferrari, fa queste cose ed è gestito in questo modo. Quindi quello che dici è completamente sbagliato. Un team di F1 ha bisogno di stabilità e continuità. Red Bull, Mercedes, Brawn, Renault, Ferrari, McLaren, Williams, Benetton e McLaren sono i campioni del mondo di F1 degli ultimi 40 anni. Tutti questi team hanno una cosa in comune: stabilità e continuità. Nessuna scuderia è mai diventata campione del mondo licenziando continuamente il proprio personale. La storia della Ferrari lo dimostra al meglio: basta guardare l'era pre e post Schumacher/Todt: prima licenziavano continuamente e dopo, proprio come adesso, nell'era Todt/Schumacher/Brawn/Byrne non veniva licenziato nessuno. Questo dice tutto. E se qualcuno pensa davvero che licenziare una o due persone cambi qualcosa, allora non ha capito come funziona la F1.

    La F1 è una squadra che sviluppa le migliori tecnologie e metodologie per progettare una vettura di F1. Per realizzare un'auto veloce e affidabile, l'innovazione è fondamentale non solo per quanto riguarda le caratteristiche dell'auto, ritenute dai progettisti di vecchio stampo, ma ancor più per quanto riguarda la tecnica per sviluppare più velocemente l'auto e, cosa ancora più importante, per perseguire i migliori valori e la migliore organizzazione che porti tutte le persone a contribuire al progetto come uno sforzo collettivo.
    Questo non viene compreso dai media e dagli appassionati, che tendono ad attribuire il successo a singoli nomi.

    Quindi il licenziamento di Sanchez (se è stato licenziato, perché chi viene licenziato da un giorno all'altro non ha subito un nuovo lavoro) non ha importanza e non cambierà nulla. In Ferrari è completamente diverso ed è proprio questo modo di pensare e di agire che peggiora le cose, perché a prendere queste decisioni sono persone che non hanno idea della F1 come Vigna ed Elkan. A peggiorare la situazione ci sono i tifosi e i media italiani che, da un lato, non capiscono affatto come funziona la F1, proprio come gli stessi dirigenti della Ferrari, e dall'altro non sono in grado di riconoscere l'ovvio. Come ho detto, confrontate la Ferrari prima di Todt e Schumacher, durante l'era e dopo. Prima, zero titoli. Dopo, 0 titoli. 11 titoli in questa epoca. Oppure Ferrari dal 2010 e Mercedes e Red Bull. Ferrari 0 titoli, Mercedes e Red Bull 26 titoli.

    Quindi non solo è ovvio, ma ti colpisce in faccia con una mazza. Eppure né i media italiani, né i tifosi, né tanto meno i dirigenti della Ferrari lo capiscono. I capi sono comunque il problema principale. Una squadra di F1 deve essere gestita da gente di F1 senza interferenze da parte di persone non esperte come Vigna ed Elkan. Invece di sostenere ancora una volta la stessa stupida procedura, come la storia dimostra senza ombra di dubbio, i media e i tifosi italiani dovrebbero finalmente ribellarsi! Altrimenti la Ferrari non vincerà mai più un titolo. Nessuna squadra ha mai vinto e mai vincerà con questo approccio! Non è possibile! I tifosi e i media devono finalmente svegliarsi e impedire ai dirigenti della Ferrari di commettere sempre gli stessi errori! Ma probabilmente, anche se la storia lo dimostra senza ombra di dubbio, non ci crederete comunque. Ma ricorderete quello che ho detto, perché la Ferrari sta cadendo a pezzi e il declino è iniziato. Non è questo il modo di gestire una squadra di F1. E contrariamente a quanto volete far credere, nessuna squadra ha mai fatto una cosa del genere e ha avuto successo. Questo non è normale. Un semplice sguardo alla storia degli ultimi 40 anni lo dimostra in modo chiaro e lampante. Così come è sbagliato ciò che lei scrive a questo proposito.

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Pubblicato da
Mariano Froldi