Ferrari“What a mess“, per dirla alla Sebastian Vettel, messaggio ascoltato in radio più volte durante la sua militanza tra le fila del Cavallino Rampante. Si perché all’interno della GES, attualmente, un po’ di confusione c’è. Il concetto è difficile da assimilare, soprattutto pensando che la campagna 2023 è appena iniziata.
La presunta fuga di cervelli da Maranello in atto, però, non è poi così tragica. I malumori tra gli ingegneri esistono, sia ben chiaro, ma la proprietà della storica scuderia italiana è in grado di gestire le cose. In questo l’insoddisfazione prestazionale in merito al rendimento della SF-23 non aiuta di certo, ok. Ciononostante, dipingere un quadro della situazione a sole tinte fosche risulta erroneo.
Esiste una normale fase di transizione che riguarda principalmente il reparto tecnico. L’allontanamento “dovuto” di Sanchez (l’ingegnere di origini spagnole ci ha messo del suo) è un chiaro esempio. Rueda, invece, è stato relegato a compiti “di contorno” riguardo le strategie, demansionato dalla carica di boss assoluto. Sulle posizioni scricchiolanti di Cardile e Mekies si attendono conferme.
In tutto questo Vasseur è chiamato a fare gruppo. Il manager di Draveil ha ereditato una situazione senza dubbio non ottimale che durante l’ultimo mese si è aggravata ulteriormente. Il quesito a questo punto sorge spontaneo: l’esperienza maturata durante la sua carriera sarà sufficiente per sanare un contesto compicato?
Lo abbiamo già ribadito più volte: Frederic non è certo un fenomeno. Il paragone con Toto Wolff e Christian Horner non regge? Può darsi. Tuttavia sottostimare le sue capacità sarebbe un grave errore di valutazione, specialmente avendolo visto all’opera per un paio di mesi gestendo uno scenario tecnico-organizzativo pregresso.
Vigna, l’amministratore delegato della Ferrari. Il fisico e dirigente d’azienda di Pietrapertosa è un esperto di Formula Uno? A quanto ci risulta no. Questo per dire che, malgrado l’estremo successo nel mondo lavorativo raggiunto dal cinquantatreenne nativo della Basilicata, Benedetto non è un padre padrone e non pretende esserlo. La narrazione distopica secondo la quale avrebbe relegato Vasseur a semplice “marionetta” non regge.
Al contrario, ripercorrendo la sua militanza all’interno del Circus, Frederic non ricorda una scuderia della massima categoria del motorsport che gli abbia concesso un potere decisionale così cospicuo. Aspetto sul quale il francese sta lavorando molto sodo per risollevare le sorti del team modenese.
A margine delle considerazioni espresse nello scritto dobbiamo sottolineare che l’andirivieni di tecnici in Ferrari non è affatto terminato finito. Secondo le informazioni racimolate dalla nostra redazione, infatti, è in atto un recruiting per rafforza la gestione sportiva in vari reparti. Tale panorama dev’essere osservato con uno sguardo ottimistico però, in quanto i provvedimenti sono mirati al “semplice” potenziamento dell’organico.
Un quarto posto e un ritiro al primo Gran Premio stagionale non era l’obiettivo sperato. La banalità della frase precedente sottolinea l’attuale condizione della Ferrari. Un repentino cambio di rotta prestazionale, pertanto, urge. Le risultanze ultime relative alla SF-23 non sono frutto di una realtà assoluta ma, ciononostante, serve tempo per sbloccare le potenzialità della vettura.
La filosofia aerodinamica della rossa è stata giudicata buona in pista. A ribadirlo lo stesso Vasseur. Benché all’appello non sia ancora presente la perfetta gestione dei flussi, situazione sulla quale i tecnici stanno lavorando senza sosta per aggiornare la vettura, il concetto aerodinamico della F1-75, rivisto e aggiornato per la stagione 2023, sulla carta ha lasciato intravedere capacità ben superiori a quelle espresse.
Tenendo inoltre presente la grande durata del mondiale in atto, ben 23 tappe iridate, le tempistiche per recuperare terreno e insidiare la solidità della Red Bull ci sono tutte. Questo il pensiero di piloti, ingegneri e dirigenza. Senza dubbio per raggiungere l’obbiettivo tanto bramato la strada da percorrere non è scevra da ostacoli. Il massimo impegno, in tal senso, di certo non manca.
In ultima istanza un fugace sguardo su Jeddah, tracciato che propone caratteristiche più funzionali all’auto emiliana. Come abbiamo anticipato nell’anteprima tecnica dedicata, la RB19 va considerata d’ufficio come favorita. Eppure, a quanto appreso da Formula Uno Analisi Tecnica, la fiducia riposta dalla Ferrari nel secondo round in terra araba è molto più alta di quello che si pensa.
Autore: Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari