Frederic Vasseur, poco più di un mese, doveva iniziare a gestire le ambizioni di Leclerc e Sainz. Secondo la narrazione più gettonata, l’arrivo del dirigente francese avrebbe dovuto consacrare la leadership del campione monegasco all’interno del team, in relazione ai successi colti da Charles nelle categorie propedeutiche proprio sotto l’ala protettrice dell’ingegnere transalpino.
Segnale sarcasticamente colto in fase di presentazione della nuova monoposto allorquando, l’ex Alfa Romeo, utilizzò la monetina per stabilire chi fra i die “Carlo” dovesse effettuare per primo lo shakedown di Fiorano a bordo della Ferrari SF-23.
Dopo appena due Gran Premi possiamo affermare senza indugio che la rivalità interna rappresenta l’ultimo dei grattacapi per il Cavallino Rampante. L’inaspettato downgrade prestazionale della rossa riporta il team italiano ai livelli di competitività della stagione 2021, anno in cui la vettura modenese era distante anni luce da Red Bull e Mercedes.
Il deludente avvio di mondiale rappresenta un’inaspettata involuzione rispetto al processo di crescita iniziato a partire dalla nefasta campagna 2020. Soltanto pochi mesi fa veniva chiesta a gran voce la definizione di una chiara gerarchia tra gli alfieri della rossa, al culmine degli splendidi risultati conseguiti da Leclerc nella prima metà della campagna 2022.
La crisi tecnica della monoposto emiliana, però, impone un diverso approccio da parte dei piloti, votato alla cooperazione piuttosto che al conseguimento della supremazia interna. Leadership fine a se stessa se la posta in palio non contempla la vittoria. In tale contesto Charles e Carlos dovranno riavvolgere il nastro e mettere in pratica la proficua collaborazione che tanto ha giovato al team nel processo di crescita della SF-21.
Dati alla mano, dopo due round di campionato, la SF-23 ha raccolto addirittura 8 punti in meno rispetto alla SF-21. La coppia di piloti di rosso vestiti è probabilmente una delle migliori dello schieramento. Tuttavia, l’ennesima stagione di transizione potrebbe far scattare nei ragazzi la “sindrome di Hamilton“. Un senso reiterato di frustrazione che potrebbe avere effetti nocivi sulle prestazioni.
Il rendimento del sette volte campione del mondo di F1 risulta emblematico in tal senso. Quando Mercedes è tornata a mostrare un livello di competitività accettabile, il Re nero ha riproposto il suo immenso talento, in parte smarrito nella mediocrità degli ultimi due progetti tecnici del team anglo-tedesco.
Le prestazioni mediocri della SF-23 affievoliscono i legittimi individualismi dei ferraristi. Alla luce dell’attuale livello di competitività, Frederic Vasseur ha intuito che il trattamento paritetico dei due può essere un valore aggiunto per risalire la china:
“Ho passato 30 anni al muretto con i giovani piloti e nelle categorie propedeutico non c’è un primo e un secondo pilota, hanno tutti lo stesso materiale. Se è possibile farlo in questo contesto non riesco a immaginare che la Ferrari non posso farlo quest’anno. Abbiamo due piloti forti che possono ottenere punti, podi e vincere gare. Dobbiamo usarli come risorsa e spingere al massimo con entrambi. A Carlos Sainz non manca nulla”.
Il riferimento al pilota iberico non è casuale. Proprio due anni fa, Sainz riuscì a piazzarsi davanti al team mate nella classifica iridata e conquistare un maggior numero di piazzamenti a podio. Per Leclerc non esiste altro risultato che la vittoria del titolo mondiale e l’ennesima stagione di purgatorio potrebbe avere effetti devastanti sulle motivazioni del fuoriclasse monegasco.
Charles sa che non li manca nulla per battagliare con Verstappen, ciò malgrado sarà difficile digerire il probabile terzo trionfo iridato del campione di Hasselt, avendo contezza di potersela giocare alla pari con un mezzo competitivo. Una frustrazione simile a quella vissuta da Senna nel 1993 quando Alain Prost vinse il quarto mondiale a bordo dell’imbattibile FW15C.
Uno degli obiettivi più complessi per Vasseur sarà quello di tenere alta la motivazione del funambolo monegasco che, sebbene non perde occasione per ribadire l’amore incontrastato verso la squadra di Maranello, ha in parte logoro il morale dopo un lustro alla guida delle monoposto del Cavallino Rampante senza vincere.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari