Formula 1

Cina 2023: il GP smarrito che può rimescolare la griglia della F1

E se fosse proprio l’imprevista assenza di un gran premio l’elemento capace di dare uno scossone ai valori tecnici offerti fino a questo momento dalla F1? Questa sarebbe dovuta essere la settimana del Gran Premio di Cina, un evento che è saltato per le note vicende relative al COVID-19.

Dopo lunghi dibattiti che hanno coinvolto i dirigenti del circuito di Sepang e quelli di Portimao, le realtà che si erano fatte vive per sostituire l’appuntamento sinico, la FIA e soprattutto Liberty Media hanno deciso che l’evento non andava più calendarizzato. Troppe le implicazioni logistiche, poco il tempo per superarle. 

Si è quindi venuta a creare una situazione anomala, un inedito nella storia recente della F1: uno stop di quattro settimane appena dopo tre gran premi stagionali. Se la cosa ha chiaramente effetti negativi sull’attenzione generale per la classe regina dell’automobilismo, consente invece ai team in difficoltà di provare a serrare i ranghi è cercare di impostare dei programmi di recupero per chiudere la distanza con la vetta in cui siede indisturbata la Red Bull

Rettilineo di partenza del circuito di Shanghai

F1. L’assenza del GP di Cina crea opportunità inattese

La voragine nel calendario ha creato un’opportunità inaspettata per le squadre che ora possono godere di due pause prolungate durante la stagione. Ma se quella canonica estiva, regolamentata dall’articolo 24.1 del codice sportivo della F1, impone ai costruttori di osservare un periodo di arresto di quattordici giorni consecutivi, un’analoga prescrizione non è prevista per la situazione che si è venuta a creare per l’assenza di Shanghai.

L’eliminazione del Gran Premio di Cina, quindi, è una grande occasione che alcune scuderie possono e devono sfruttare. Le ultime stagioni hanno sempre detto che Aprile è un mese cruciale per gli sviluppi delle monoposto.

Il calendario geograficamente impazzito che fa spostare i protagonisti del carrozzone da un lato all’altro del globo era una difficoltà che gli ingegneri dovevano gestire per presentare i modelli rivisti delle vetture che solitamente cominciavano a fare capolino intorno al Gran Premio di Spagna, scenario utile per correlare i nuovi dati con quelli che si accumulavano nei test invernali che si svolgevano al Montmelò.

Ma questa singolarità è venuta meno perché il circuito catalano non è più teatro dei test prestagionali acquisiti a suon di dollari dal Bahrain. Inoltre, la pista catalana ha visto una radicale modifica nel T3 che era la parte più probante dell’intero tracciato considerando che metteva letteralmente sotto stress le monoposto e soprattutto le gomme che andavano in overheating in una sezione molto guidata.

In questo aprile 2023, quindi, gli ingegneri si stanno concentrando esclusivamente sul lavoro in fabbrica, senza dover pensare all’attività in pista e senza soprattutto dover andare da una parte all’altra del mondo in estenuanti trasferte ruba-tempo. Forze fisiche e intellettive preservate per poter rimettere mano a quei progetti che si sono dimostrati deficitari.

Rettilineo di partenza del Circuito di Montmelò, Barcellona.

F1. Red Bull deve difendersi da Aston Martin, Ferrari e Mercedes

Quando si fa cenno alle scuderie in difficoltà ogni riferimento cade su Ferrari e Mercedes. Pertanto sono queste due le squadre che hanno in predicato di presentare novità importanti, che si prefiggono lo scopo di ridurre lo strappo che si è consumato nei primi mesi del mondiale 2023. Naturalmente non si tratta delle sole franchigie che hanno in cantiere ingenti novità. Per esempio la McLaren – lo ha messo il team principal Andrea Stella – si presenterà in Azerbaigian con una versione profondamente rivista della MCL60, che forse rappresenta la più grande delusione di questo abbrivio stagionale.

Aston Martin, quella che attualmente è la seconda forza in campionato, ha altrettanto messo “a cuocere” una serie di update che dovrebbero essere presentati nell’arco di 3 – 4 gare, la prima di questa dovrebbe essere proprio Baku, GP nel quale vedremo anche la sprint race stagionale. Al di là di quelli che possono essere i progressi messi in campo dai rivali della Red Bull RB19, bisogna capire quale sarà la capacità e la forza di reazione del team di Milton Keynes agli attacchi che arrivano da ogni parte. 

Al momento la vettura di Adrian Newey gode di un vantaggio netto e manifesto che è stato accumulato sul finale della stagione 2022, quando gli ingegneri hanno potuto lavorare al modello di quest’anno in virtù di un campionato del mondo praticamente archiviato sin dalla ripresa post agostana. Ma ora quello slancio potrebbe essere limitato dal balance of performance tecnico che sottrae preziose ore in galleria del vento e dalla penalizzazione comminata dalla Federazione per l’infrazione del budget cap.

Quello che potrebbe accadere, quindi, è che Red Bull non possa progredire analogamente alle rivali in virtù del particolare e limitato quadro che abbiamo descritto; mentre Mercedes e Ferrari avranno più cartucce da sparare per correggere i difetti. E ne sono emersi tanti sulle rispettive monoposto. La W14 dovrebbe completare la sua rivoluzione ad Imola, ma già a Baku potrebbe portare una parte degli update con un retrotreno rivisto anche nella sospensione.

Ferrari, che pure ha annunciato modifiche massicce da aggiungere nelle prossime tappe, potrebbe già in Azerbaigian anticipare qualche novità in grado di rendere la SF-23 una monoposto più “leggibile” nel comportamento e più facilmente settabile.

La Red Bull RB19 “minacciata” dalla Aston Martin AMR23

Chi sarà maggiormente avvantaggiata è chiaramente la squadra che ha sede in Silverstone che può incrementare il recupero che ha effettuato nella pausa invernale avendo molto più tempo in galleria del vento rispetto a qualsiasi altro top team.

Naturalmente la Red Bull non si fermerà. Non tutti i guadagni tecnici sono allocati nel solo reparto aerodinamico; si può lavorare alle sospensioni e al risparmio di peso. Questo processo sarebbe la normale prosecuzione di quello che è stato fatto durante l’inverno, quando lo staff di Adrian Newey si è concentrato proprio sulla riduzione delle masse e sull’alleggerimento generale e sulle sospensioni, senza tralasciare chiaramente la sfera aerodinamica che è stata migliorata. Ovviamente in ottemperanza delle note restrizioni.

Quindi, in conclusione, il “gran premio fantasma” della Cina, potrebbe avere l’effetto di riaprire un mondiale che dopo tre gare sembrava chiuso e lucchettato. Una prospettiva che, onestamente, sembra di difficile realizzazione. Ci accontenteremmo, infatti, di vedere il campo leggermente più chiuso così da assistere a gran premi più combattuti e meno scontati nell’esito finale. Perché, ad oggi, al di là di condizioni devianti, i primi due posti sembrano essere costantemente monopolizzati dalle Red Bull RB19.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano