Formula 1

F1/FIA, tregua con il patto della concordia: Ferrari indebolita?

I rapporti tra F1 e Liberty Media sono ai minimi storici proprio in prossimità della scadenza del patto della concordia al termine della stagione 2025. Una deadline delicatissima in quanto rappresenta l’accordo commerciale che regola la partecipazione e il trattamento economico delle scuderie partecipanti al campionato mondiale di Formula Uno.

I termini del contratto erano (lo sono anche attualmente) in massima parte riservati, anche se uno degli aspetti conosciuti riguardava l’obbligo per i firmatari di presenziare a tutte le gare, in modo da garantire uno spettacolo certo a chi comprasse i diritti televisivi dei Gran Premi. Un accordo concepito nei primi anni 80’ che raggiunse il suo apice nel 1981, quando la FOCA organizzò il Gran Premio del Sudafrica 1981 a Kyalami, corsa che la FISA non riconobbe valida per il campionato mondiale di F1.

Bernie Ecclestone e Jean-Marie Balestre

Attraverso l’operato di Bernie Ecclestone il ruolo dei team crebbe in modo esponenziale, prendendo in mano le redini commerciali della disciplina. La tensione tra gli organi eredi di FISA e FOCA sembra essere tornato ai livelli di quaranta anni fa, con Liberty Media capace di minare la podestà della categoria detenuta dalla FIA in ragione dei successi economici prodotti dalla vision a stelle e strisce della massima categoria del motorsport.

L’ente legislatore e regolatore sembra essere in chiara difficoltà nella gestione tecnica e disciplinare della categoria, in ragione di un quadro normativo troppo spesso ambiguo e di una gestione sportiva degli eventi che ha lasciato molte perplessità negli ultimi anni. Basti pensare alle forti pressioni esercitate da Mercedes per la rimozione di Michael Masi, a valle delle controverse decisioni del dirigente australiano nel corso del Gran Premio di Abu Dhabi 2021 che consegnarono il titolo piloti a Max Verstappen.

Toto Wolff e Michael Masi

La sensazione è che la F1, all’apice del proprio successo, ritenga che la FIA rappresenti un’istituzione incapace di gestire adeguatamente uno sport in continuo sviluppo, minando l’equilibrio economico raggiunto dagli attuali competitor. La strenua opposizione delle scuderie a fronte di nuovi soggetti interessati all’ingresso nel Circus rappresenta la cartina di tornasole del differente approccio della federazione in merito allo sviluppo della massima categoria del motorsport.

Alla base della controversia sono gli interessi economici degli attuali competitor che possono essere minacciati da una suddivisione più ampia degli introiti. La decisione dell’organo federale di ampliare lo schieramento di partenza è stata accolta con disappunto da Liberty Media. Domenicali ha lasciato intendere che la tassa d’ingresso per le nuove squadre che vogliono trovare un posto è destinata a salire rispetto alla quota attuale. Azione legittima secondo Liberty Media a difesa del business, perché la precedente quota era stata concordata quando la F1 non faceva registrare l’attuale interesse mediatico.


F1: Liberty Media rivendica le scelte che hanno salvato la F1

In una recente sessione Q&A (Question & Answer, nda) con gli investitori di Liberty Media, Domenicali ha rivendicato la bontà dell’operato svolto negli ultimi anni: “Direi che l’equilibrio di ciò che è sul tavolo è molto importante per l’ecosistema. Fino a qualche anno fa diverse squadre chiedevano prestiti dalla Formula 1 per sopravvivere e partecipare ai gran premi.”

Stefano Domenicali e Mohammed Ben Sulayem

Nonostante i rapporti di forza tra FIA e F1 siano molto sbilanciati e le tensioni dell’ultimo periodo siano evidenti Greg Maffei, CEO di Liberty Media, ritiene che il prossimo patto della concordia possa essere l’occasione per ricucire lo strappo tra le parti: “Pensiamo che sia nell’interesse di tutti, dei team, nostro e della FIA, consolidare il successo che abbiamo avuto collettivamente e mostrare al mondo che stiamo andando avanti insieme. “


F1: Il nuovo patto della concordia tutelerà i privilegi della Scuderia Ferrari?

Uno dei tanti temi che saranno oggetto di accese discussioni nei prossimi mesi saranno di certo i privilegi accordati alla Scuderia Ferrari presenti nel patto della concordia sin dalla sua istituzione. Privilegi che conferiscono al team di Maranello benefici economici e politici grazie al cosiddetto “Diritto di Veto” che tuttavia non è mai stato impugnato dalla storica scuderia italiana.

A prescindere dalle opinioni personali in merito alla correttezza di tali benefit, il trend della Formula 1 sotto l’egida di Liberty Media è poco incline a riconoscere i valori storici della disciplina. Lo dimostrano le intransigenti posizioni della Formula 1 nel rinnovo di alcuni eventi iconici e storici presenti nel calendario in luogo di nuove mete senza alcuna cultura sportiva e che non rispettano i diritti umani nel totale silenzio degli organizzatori.

Non stupirebbe quindi un ridimensionamento dei benefit accordati alla leggendaria scuderia di Maranello in una Formula 1 che fa registrare continui sold-out nonostante la rossa stenti a rinverdire i fasti del passato.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Immagini: F1Scuderia Ferrari

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Roberto Cecere