Un pezzo di futuro della F1 si sta scrivendo in questi giorni. La FIA, qualche settimana fa, ha emesso il bando ufficiale per i nuovi fornitori di pneumatici per il triennio 2025 – 2027. Una serie di punti e di elementi che il richiedente deve soddisfare per poter diventare il gommista unico del Circus. Da questo punto di vista, infatti, il legislatore non intende derogare ad un principio basilare che è emerso dopo gli anni del duopolio: le squadre devono essere supportate da un unico soggetto.
Questo, sostanzialmente, per due ordini di ragioni. La prima si rende necessaria per evitare un’escalation competitiva che farebbe lievitare oltremodo i costi e che trasformerebbe le vetture, durante ogni singola stagione, in laboratori ambulanti con relative questioni di sicurezza che non sarebbero puntualmente tutelate stante la limitazione dei test in pista effettuabili.
L’altra ragione è di carattere squisitamente sportivo: avere due gommisti potrebbe generare differenze prestazionali troppo marcate tra le monoposto fornite. Ma anche e soprattutto altalenanti da gran premio a gran premio in base alle caratteristiche della pista e dell’asfalto, cosa che appuravamo quando la Formula Uno si divideva tra due aziende costruttrici.
Le coperture di nuova generazione dovranno soddisfare due necessità ben chiare: continuare ad essere installate su cerchi da 18 pollici e fare a meno delle termocoperte. Questa è una sfida molto importante che Pirelli ha già cominciato a raccogliere, tanto che già dal Gran Premio di Imola del maggio prossimo dovremmo vedere delle gomme full wet che funzionano senza l’attivazione delle coperte termiche.
Fatto che anticiperà ciò che dovrebbe andare in vigore nel 2024, anno per il quale si sta studiando l’abolizione totale degli strumenti di riscaldamento. Anche se bisogna valutare per bene quale sarà l’impatto sull’aspetto della sicurezza. E qui le discussioni sono ancora pienamente aperte.
Proprio Pirelli – e ce lo aveva anticipato Mario Isola in un’intervista esclusiva rilasciata ai nostri canali – è il soggetto che al momento sembra essere avvantaggiato nella corsa alla fornitura per il triennio in oggetto. Per ora il costruttore milanese si è limitato a rispondere al tender pubblicato dalla FIA. Un passo necessario per essere presi in considerazione dai decisori.
“La FIA ha pubblicato l’invito a partecipare alla prossima gara per la fornitura di pneumatici per i massimi campionati delle monoposto – vale a dire Formula 1, Formula 2 e Formula 3 – per il triennio 2025-2027 (con opzione per il 2028). Il documento delinea caratteristiche sostanzialmente in continuità con le gomme utilizzate oggi, che confermano la loro rilevanza per il trasferimento tecnologico dalla pista alla strada, dando una particolare attenzione alla sostenibilità“.
“Lo scenario descritto dalla FIA – prosegue la nota della Pirelli – è allineato alla strategia per il motorsport di Pirelli e dunque è di grande interesse, dato che siamo Global Tyre Partner da oltre un decennio, dal 2011. Una decisione definitiva sulla partecipazione di Pirelli alla gara sarà ovviamente presa al termine dello studio approfondito del documento FIA”.
Questo il comunicato emesso dalla “P Lunga” a conferma della volontà di proseguire nella massima serie. Ma oltre all’abolizione delle termocoperte e alle gomme a spalla ribassata, la Federazione e Liberty Media cos’altro chiedono ai gommisti del futuro? Il vincitore del contratto 2025-2027 deve aderire alla strategia ambientale FIA e ottenere una valutazione a tre stelle nell’accreditamento ambientale individuato da Place de la Concorde.
Il nuovo fornitore deve essere in grado di dimostrare i propri sforzi di sostenibilità all’interno dell’organizzazione, dettagliare la propria impronta di carbonio nel processo di produzione, fornire stime di trasporto, sforzarsi di utilizzare materiali riciclati e fornire le proprie “soluzioni sostenibili di fine vita”. Ossia come si intende trattare gli pneumatici usati e i materiali riciclati.
Se la FIA ha scritto e fornito le linee guida sulla sostenibilità, ha lasciato ai produttori la possibilità di soddisfare questi criteri con mezzi e strumenti che meglio si adattano ai propri processi produttivi. Il legislatore stabilisce il target, il fornitore lo deve raggiungere a modo suo, detta in maniera semplice.
Chiaramente FIA e Liberty Media sono ben consapevoli che questi obiettivi di sostenibilità devono essere compatibili con la qualità del prodotto, l’efficacia e la sicurezza dello stesso. Ancor più che l’ecosostenibilità, è la sicurezza dei piloti ad essere stata posta al centro dell’azione del legislatore. È il nuovo fornitore unico che dovrà soddisfare questa caratteristica ascoltando il parere dei piloti, quello degli ingegneri, e andando a soddisfare quelle che sono le richieste di spettacolo di chi organizza il grande carrozzone.
Ed è proprio questo aspetto che potrebbe avvantaggiare la Pirelli e che forse scoraggia gli altri potenziali soggetti. Tra quelli potenziali di cui si era fatta menzione si chiama fuori la Michelin, il gommista francese con grande esperienza in altre categorie del motorsport.
Ne ha discusso l’amministratore delegato del gruppo transalpino, Florent Menegaux, che ha spiegato di non essere d’accordo con la visione strategica della F1. Il manager ha fatto intendere che i vertici del Circus sostengono che per avere lo spettacolo bisogna produrre pneumatici che si distruggono. “Credo che noi non sappiamo come farli così” ha tuonato a The Drive. “Le squadre dovrebbero capire le prestazioni degli pneumatici e sfruttare il comportamento della gomma dal primo all’ultimo giro del circuito”.
Questo dovrebbe essere lo spirito del motorsport: mettere in campo la migliore tecnologia alla quale i team debbono adattarsi, sfruttandola. La F1, in quella ormai solita ottica che pone lo show al centro, pretende invece un prodotto che non generi prestazioni, bensì variabilità. Una strategia incompatibile con quella del colosso transalpino.
Menegaux, sulla questione, ci è andato giù duro: “Lo spettacolo e il marchio vengono dopo, anche perché Michelin è uno dei brand più conosciuti al mondo, non abbiamo bisogno di notorietà. In MotoGP forniamo pneumatici morbidi, medi e duri per ogni tipo di circuito e per ogni gara. Ogni moto può vincere con tutti i tipi di gomma senza doverle cambiare: conta come si imposta la moto, il tipo di circuito e il modo in cui opera il pilota. In MotoGP, nemmeno i migliori team riescono a vincere, e vi diranno che gli pneumatici che forniamo li aiutano. Ecco perché non siamo tornati in Formula Uno”.
Stando così le cose, è chiaro che Pirelli avrà un competitor in meno. L’unico che si profila all’orizzonte è la Bridgestone, una vecchia conoscenza della F1 che ha fatto sapere di essere interessata al bando e che sta producendo i necessari documenti da offrire agli organi federali per le valutazioni finali.
Nei prossimi mesi ne sapremo di più, anche perché il vincitore del concorso deve avere tempo per poter lavorare – in sinergia con Liberty Media, la FIA, le scuderie e anche coi piloti – alle nuove mescole che saranno adoperate in pista e che avranno bisogno anche di test sull’asfalto che verranno organizzati con le classiche mule car.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Bridgestone, Pirelli Motorsport, Michelin, Scuderia Ferrari