La vigilia del weekend della Ferrari in Azerbaigian è stata animata dalla ufficializzazione del passaggio di Laurent Mekies in Alpha Tauri a partire dalla prossima stagione, raccogliendo il testimone di Franz Tost in qualità di team principal della scuderia faentina. Come prevedibile il trasferimento del francese ha tenuto banco nella consueta conferenza stampa del giovedì.
Vasseur non si è sottratto alla curiosità dei media fornendo i dettagli di un addio che da diverse settimane era nell’aria. Il responsabile della GES ha chiarito che la Ferrari ha preso atto della volontà di Mekies, che ha considerato irrinunciabile l’opportunità di poter assumere la carica di team principal di una scuderia di F1.
Decisione probabilmente maturata a valle dell’insediamento di Vasseur nella posizione ambita dal dirigente di Tours, carica assunta ad-interim sui campi di gara nei weekend in cui Mattia Binotto preferiva seguire il lavoro di sviluppo della monoposto nella factory di Maranello.
Motivazione abbastanza debole secondo lo scrivente: è più prestigioso essere team principal di una scuderia della parte bassa dello schieramento in luogo di una carica apicale nel team più titolato e conosciuto al mondo? Alla base dell’uscita di Mekies, al netto delle aspirazioni personali, probabilmente ci sono altre ragioni che rimarranno confinate negli uffici di Via Abetone. Certamente il timing del comunicato di Alpha Tauri non è stato gradito dal team di Maranello.
Vasseur ha sentito il bisogno di dichiarare che il contratto in essere che lega il Racing Director alla Ferrari è di lunga durata e che pertanto tempi e modi del phase-out di Mekies saranno gestiti nell’esclusivo interesse del team di Maranello.
Il team principal della scuderia modenese ha cercato di minimizzare l’emorragia di manager specificando che in una struttura composta da mille professionisti, tali dinamiche sono fisiologiche e che, nel massimo riserbo, le uscite saranno bilanciate attraverso l’ingaggio di figure di spessore. Nel mentre le deleghe affidate al braccio destro di Vasseur saranno distribuite internamente nel corso della stagione.
Il dirigente di Draveil è consapevole che il riassetto organizzativo di un team difficilmente produce nell’immediato i risultati desiderati. Jean Todt, connazionale e illustre predecessore di Vasseur ha iniziato a raccogliere i frutti della rifondazione rossa avviata nel 1993 dopo sette lunghissimi anni. Un’attesa che certamente non si puo’ chiedere a un pilota come Charles Leclerc alla sua quinta stagione con il team di Maranello.
In questo contesto assume un significato importante il convincimento del manager transalpino secondo cui un team vincente deve essere necessariamente costruita intorno al pilota di punta. Nonostante Vasseur abbia dichiarato che la posizione contrattuale di Leclerc non è un problema all’ordine del giorno, è evidente che senza segnali di ripresa già a partire dalla stagione in corso il monegasco potrebbe iniziare ad ascoltare eventuali proposte della concorrenza.
Tuttavia nella vita si creano delle dinamiche imprevedibili che portano alla nascita di sodalizi inimmaginabili. Chi avrebbe detto che Schumacher avesse scelto Ferrari nel 1995 in luogo della McLaren motorizzata Mercedes che gli aveva finanziato l’ingresso in F1? Al momento l’uomo della provvidenza è certamente Charles Leclerc, domani chissà, soprattutto se il monegasco non abbia voglia di attendere che il team gli fornisca il mezzo per consacrare il proprio talento.
Nonostante il pessimo risultato finale, la gara in Australia ha fornito buoni riscontri prestazionali. Il passo gara di Sainz sulle gomme dure è stato consistente nonostante lo svolgimento della gara lo avesse costretto a montare anzitempo il compound hard facendolo scivolare in dodicesima posizione.
Secondo il team principal della rossa la gara di Melbourne è stato un grosso passo avanti da confermare in terra azera e a Miami nel primo back-to-back stagionale. Effettivamente il pilota spagnolo è riuscito a rimanere in scia a Fernando Alonso e Lewis Hamilton fino a pochi giri dal termine, quando la longevità dei sui pneumatici ha iniziato a farsi sentire.
Tuttavia resta l’incognita del “tyre management” effettuato dai competitor che potrebbe aver fornito una fotografia falsata del reale potenziale di Mercedes e Aston Martin rispetto alla Ferrari del pilota iberico.
Red Bull, al momento, sembra invincibile e il lunghissimo rettilineo del tracciato di Baku potrebbe esaltare in modo imbarazzante la propria superiorità. Per la storica scuderia italiana l’obiettivo realistico è quello di tornare davanti a Mercedes in un weekend finalmente privo di contrattempi.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari