Mai pausa fu più gradita da parte degli uomini della Ferrari. La cancellazione della tappa cinese consentirà di operare a pieno organico nella definizione e realizzazione del piano di sviluppo della SF-23. La campagna 2023 è stata sinora disastrosa se confrontata con le aspettative della vigilia. Tuttavia l’area tecnica della scuderia modenese crede ancora nel concept aerodinamico che ha stupefatto la concorrenza ad inizio della scorso mondiale.
Come anticipato da Formula Uno Analisi Tecnica il development della rossa divergerà da quelli che erano i piani iniziali. Il riscontro della pista non ha confermato le evidenze simulative e in ragione di questa difformità il package evolutivo pensato sulla scorta dei dati rilevati in galleria del vento/CFD non rappresentano più un base affidabile sulla quale far crescere la SF-23.
Ad annunciarlo è lo stesso Frederic Vasseur che, a valle della trasferta in Australia, ha dichiarato che il piano di sviluppo della monoposto divergerà rispetto ai razionali definiti in fase di design della vettura 2023. Non si può fare a meno di sottolineare che il team di Maranello ha un disperato bisogno dei dati acquisiti nel contesto reale per poter allineare i modelli virtuali. Problema atavico che si è spesso manifestato in fase di sviluppo di monoposto sane come la SF70H, SF71H e F1-75.
Il transalpino ha dichiarato che la rossa sarà oggetto di numerose modifiche che tuttavia non modificheranno il DNA della veste aerodinamica. Per intenderci nessuna rivoluzione copernicana all’orizzonte a differenza della strada intrapresa dalla pur dignitosa Mercedes W14. Secondo Vasseur, l’attuale disciplina finanziaria rende praticamente impossibile progettare ex-novo l’aerodinamica della monoposto, tenendo in considerazione anche tutte le implicazioni che riguardano design e layout della componentistica sotto il “vestito” in fibra di carbonio.
Eppure Mercedes non ha esitato nemmeno un istante nel cestinare la W14, scottata dal dispendioso processo di sviluppo della W13 ”B” che ha consentito alla freccia d’argento di essere competitiva solo nell’ultimo scorcio della passata stagione. Probabilmente il Budget Cap Gate ha creato un precedente tale per cui, un potenziale sconfinamento del limite di spesa, non viene più avvertito come una pratica assai pericolosa per i team più facoltosi.
E’ evidente che i competitor del team austriaco dovranno apportare modifiche invasive ai rispettivi progetti tecnici per modificare i rapporti di forza nell’immediato e in chiave 2024. il team principal della Ferrari ha annunciato novità tra Miami, Imola e Barcellona. La speranza del Cavallino Rampante è che il progetto 675 sia sano e che i correttivi pianificati possano deliberare il potenziale inespresso. L’obiettivo è recuperare punti di carico nelle componenti che forniscono il maggior contributo in termini di carico.
Solo il tempo chiarirà quali tra le strategie di Ferrari e Mercedes contribuiranno a colmare il gap dalla fantastica RB19. Avrà ragione la rossa a credere in un progetto bisognoso di correttivi o sarà più fattuale Mercedes nella completa revisione del concept aerodinamico? Comunque vada entrambi i team dovranno fare i conti con il tetto spese.
A novembre dello scorso anno, Helmut Marko, storico consulente Red Bull, dichiarò che almeno sei scuderie potrebbero aver sforato il limite di spesa imposto ai team. Ma il budget cap preoccupa ancora le scuderie al vertice? Del resto la sentenza e le ammende comminate a Red Bull non possono spaventare i colossi dell’automotive dal punto di vista finanziario.
Premesso che in qualsiasi disciplina si dovrebbe agire all’interno del quadro normativo, se la pena risulta blanda si corre il rischio che la regola perda la propria efficacia. E la maestria anglosassone nell’interpretazione borderline dei regolamenti, in tal senso, è atavica.
Dalla benzina irregolare utilizzata dalla Brabham-BMW prodotta sulla base di una formula per carburante per razzi, al doppio serbatoio della BAR 2005, al crashgate di Singapore 2008 sino alla fantasiosa rendicontazione Red Bull in cui tra i manager più pagati non figurava Adrian Newey. La speranza è che la crescita della SF-23 non sia limitata dalla rigida interpretazione dei regolamenti che in passato hanno limitato le ambizioni anche a costo di una condotta borderline.
I correttivi forse non riusciranno a riportare la SF-23 nella contesa mondiale, ma dovranno comunque concorrere a definire una base di partenza solida per la prossima stagione. Nei prossimi due mesi Ferrari e Mercedes sono chiamate ad effettuare un all-in in termini di sviluppo per non protrarre l’imbarazzante superiorità di Red Bull anche negli anni a venire.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari