Ferrari ha realizzato passi avanti. Questo fattore non va certo sottovalutato. Sebbene il ritiro di Leclerc ci abbia privati di riscontri ancor più fattuali sulle prestazioni della rossa, l’incoraggiante stint di Sainz con la Hard mostra segnali di ripresa. Al netto dei miglioramenti sulla finestra di set up si contrappone la troppa foga dei piloti, cattiva consigliera nei duelli corpo a corpo.
In una gara dove ha regnato il caos delle bandiere rosse, Verstappen continua a dominare il campionato. La supremazia del mezzo tecnico consente all’olandese di amministrare agilmente il gap sui competitor, senza avere la necessità di spingere al limite la propria vettura. A rimorchio l’Aston Martin che rivelazione del campionato, oramai, non si può più nemmeno definire e la ritrovata Mercedes, scuderia capace di massimizzare i risultati malgrado i problemi.
Cominciamo l’analisi l’analisi menzionando le gomme a disposizione per la partenza. Max e Checo avevano a disposizione due set di Hard nuove. Tutti gli altri solo uno. Le Mercedes, al contrario, hanno scelto di preservare due treni di Medium, uno in più degli avversari. Tranne il messicano Perez possessore di Soft nuove, autore di un lungo all’inizio della Q1 che ha pregiudicato la sua qualifica, il resto dei competitor possedevano Pirelli a banda rossa solo usate.
Nelle prime file tutti scelgono la gomma media per lo start. Questa mescola offre un minor spunto allo scatto iniziale, ma consente una buona costanza con il passare delle tornate. In questo modo i team avevano la sicurezza di poter effettuare una sosta unica, passando al compound più duro della gamma e, di conseguenza arrivare al traguardo senza problemi.
Alla partenza i piloti sono parsi più aggressivi del solito in quanto, sorpassare in pista, sta diventando sempre più difficoltoso. Ottimo lo sputo di Hamilton che ha bruciato il campione del mondo in carica, altrettanto quello di Russell che due curve più tardi ha messo dietro l’olandese. Poi, durante i giri successivi, le frecce nere hanno cercato di tamponare eventuali attacchi di Max.
Alla seconda Safety Car, provocata dal botto di Albon, le squadre hanno avuto la possibilità di passare alla Hard con un pit stop a tempo dimezzato. Sebbene i piloti di testa non avevano ancora aperto la finestra sul gruppo centrale, in Mercedes hanno deciso di sdoppiare le strategie fermando Russell, tornato in pista nel traffico, dovendo effettuare alcuni sorpassi in pista per rendere effettivo il provvedimento.
L’errore di fondo in questo caso, consiste nel lasciare Hamilton scoperto a guidare la gara. Con due Mercedes al comando, Max avrebbe seguito una delle due W14 sempre a Drs elemento che, ovviamente, avrebbe livellato il gap velocistico tra le monoposto.
Stessa strategia anche per Sainz che si è fermato per far montare la Hard dai suoi meccanici. Tuttavia al giro successivo arriva la bandiera rossa per dar modo ai commissari di ripristinare le normali condizioni del tracciato. Tutti quanti, perciò, hanno potuto cambiare le gomme in pit lane effettuando il così detto “free-stop’. Il papabile vantaggio di Carlos e George, quindi, si è trasformato in chiaro svantaggio al re-start, essendo a parità di gomme ma avendo perso le precedenti posizioni.
Dopo la standing start il ritmo di Verstappen sulla Hard ha fatto il vuoto, autore di un sorpasso semplice semplice sul Re Nero in curva 9. Al contrario Hamilton non ha mostrato un passo da subito competitivo, nutrendo dubbi sulla possibilità di arrivare alla linea del traguardo senza problemi.
Sainz, invece, si è detto molto sodisfatto del rendimento sin dal primo giro sulle Pirelli a banda bianca. La rimonta messa in atto lo testimonia benché una volta arrivato in scia di Alonso, occupando la quarta posizione, il ferrarista non ha mai avuto nemmeno una piccola chanche di tentate l’attacco sul connazionale. In tal senso, la necessaria gestione di compound e power unit ha di fatto limitato la prestazione della numero 55.
La corsa è scivolata via nella noia più totale sino a quando l’ulteriore red flag ha ravvivato la situazione. A due passaggi dalla fine, la direzione gara ha deciso di regalare ulteriore spettacolo con la terza partenza da fermo del Gran Premio. Tutti su gomma rossa, quindi, per sfruttare l’extra grip della mescola e tentare il colpaccio.
Nel prossimo blocco dello scritto cercheremo di prendere in esame alcuni aspetti molto interessanti. I dati relativi al secondo stint di gara, su penumatici Hard, ci forniscono buone notizie per quanto riguarda la Ferrari SF-23. Su questa mescola, di fatti, l’iberico ex McLaren ha prodotto un ritmo davvero molto buono come detto, in gran parte del run in lena con le squadre di testa.
La Red Bull RB19 non ha dimostrato una netta superiorità come nei primi due appuntamenti iridati del 2023. Ciononostante, il giovane talento di Hasselt poteva girare agilmente due decimi abbondanti più rapido degli avversari e, probabilmente, in caso di necessità, i lap time della numero 1 sarebbero scesi ancora.
Il fattore più incoraggiante per la rossa, quindi, riguarda un consumo gomme tutto sommato buono. Il duro lavoro di messa a punto sull’ultima opera di ingegneria aero-meccanica di Maranello svolto da tecnici e piloti ha funzionato. Resta da capire, però, se il particolare layout di Melbourne abbia in qualche modo favorito la vettura modenese.
Osservando i dati relativi al consumo delle mescole possiamo farci un’idea decisamente più precisa sull’argomento in questione. Il degrado gomme della SF-23 è parso molto più in linea con le altre vetture se paragonato ai “nefasti” primi due round del mondiale 2023, Sakhir e Jeddah.
Dal grafico a seguire possiamo perciò notare come la pendenza della linea rossa relativa alla Ferrari sia senza dubbio maggiore in relazione a Red Bull, ma al contempo minore nei confronti di Mercedes e Aston Martin. E’ vero: quella australiana è una pista con un basso livello di degrado, ma anche quella saudita lo era e la rossa ha sfigurato lo stesso.
C’è anche da dire che su questo tracciato erano presenti pochi bump e difficilmente si innescava il porpoising. Fattore che ha permesso ai team di abbassare le altezze da terra trovando quella performance che per molti mancava. Al netto di tutte le considerazioni, la prestazione della Ferrari legata all’amministrazione delle gomme è stata buona.
Segno che gli penumatici hanno finalmente lavorato nella corretta finestra operativa per tutta la durata deli long run. Non parliamo di casualità ma bensì di un lavoro mirato portato avanti sin da venerdì. Attendiamo conferme per verificare se questa problematica sia stata definitamente risolta anche per il prossimo futuro.
Autori e telemetrie : Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari