La storica scuderia Ferrari fa una bella figura. Dire il contrario non sarebbe poi troppo onesto. Sì perchè tenendo in considerazione quello che abbiamo visto durante i primi tre round della campagna agonistica 2023, l’affermazione precedente appare decisamente sincera. I se ed i ma del caso ci sono e ci devono essere, intendiamoci. Per questo aspettiamo domani per ulteriori riscontri.
Nel mentre alcune riflessioni supportate dai fatti. Attraverso l’analisi on board della Sprint Race abbiamo notato alcune differenze rispetto al giro secco che meritano un approfondimento. Sebbene la SF-23 sia parsa comunque ben bilanciata, le difficoltà maggiori si notavano nel secondo settore, quello guidato, dove trazione e percorrenza sono senza dubbio fondamentali.
Proprio in questo tratto del circuito azero la gestione termica delle coperture Pirelli non è stata affatto buona. Al contrario tanto degrado, troppo. Questo il fattore principale che ha limitato il rendimento della monoposto italiana. Un fastidioso overheating che di fatto ha dato vita a un consumo dei compound superiore alla norma, soprattutto rispetto a Red Bull, alzando i lap time nell’arco della mini gara di 100 km.
La strada è quella giusta. Lo confermano i diretti interessati alla fine della Sprint Race. Malgrado il grande lavoro di studio sui dati raccolti, esaminati al simulatore e poi validati sulla pista, sebbene il ritmo puro sia nettamente aumentato, il race pace della rossa ha sottolineato una certa sofferenza che andrà ancora attenzionata a dovere.
Sotto questo aspetto risulta interessante realizzare un confronto. Lo spagnolo ha sofferto un consumo delle mescole minore. Mentre Charles, come ci ha confermato lo stesso team principal Frederic Vasseur, ha dovuto lottare molto di più con la propria auto. La chiave di lettura ci porta a un ulteriore ragionamento. La numero 16 ha spinto molto nei primi giri.
L’obbiettivo di Leclerc era quello di tenere dietro Perez e una volta persa la posizione sul messicano, cercare di restare nella sua scia per difendersi da Verstappen. Tale contesto ha stressato ulteriormente le gomme. La coperta è ancora corta, è ovvio. Diminuire il passo in quel frangente avrebbe aperto la porta all’olandese che, visto il danno alla fiancata della sua RB19, a sua volta, si è trovato in difficoltà.
A tutto questo dobbiamo aggiungere un caratteristica della Red Bull che a livello fattuale resta un’arma decisamente potentissima. Parliamo naturalmente dell’enorme efficienza che il bolide austriaco è in grado di sfruttare. Questo grazie ad un corpo vettura che minimizza la resistenza all’avanzamento.
Per cercare di limitare questo grande vantaggio nella mani della squadra di Milton Keynes pertanto, dalla GES sono in arrivo diversi up date. Li vedremo dalla Spagna. Uno dei target insiti nelle modifiche mira a migliorare il coefficiente di penetrazione aerodinamica, per rendere meno “disumana” la velocità dell’auto di Newey nei tratti ad alta velocità di percorrenza.
Domani, come detto, si attendendo ulteriori risposte. In linea teorica le cose potrebbero cambiare. Questo perché nella gara tradizionale le condizioni della pista saranno differenti. Così come l’amministrazione dei vari stint con gomme diverse potrebbero aiutare la Ferrari.
Resta da capire se adottando un’impostazione meno “aggressive” nelle primissime fasi, la vita utile dello pneumatico potrà allungarsi e se, mediamente, i tempi sul giro saranno più uniformi senza dover patire un cliff prestazionale così alto altamente nocivo a livello cronometrico.
In ultimissima istanza un fatto: tenere dietro agevolmente Mercedes e Aston Martin non era poi così scontato. Tralasciando il week end di Carlos che per sua stessa ammissione è stato ricco di problemi legati a uno scarso feeling con la SF-23, Leclerc ha mostrato un ritmo superiore ai due team in questione.
Con la sola messa a punto di una monoposto di F1 non si possono fare miracoli. Tuttavia, in attesa degli aggiornamenti suddetti e contando sul fatto che le modifiche dovrebbero fornire un passo in avanti supplementare, con ogni probabilità lo scenario drastico osservato tra Bahrain e Jeddah potrebbe essere ricordato come spiacevole “equivoco prestazionale” successivamente corretto ed eliminato.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari