Un secondo e un quito posto nella Sprint Race del Gran Premio d’Azerbaijan, questo è il bottino racimolato dalla Ferrari. Non si può dire che siano risultati negativi, anzi. La Red Bull è ancora la vettura punto di riferimento della categoria, c’è quindi da prendere con favore il passo in avanti compiuto da Maranello nei confronti dei competitor più vicini nelle prime tre gare: Mercedes e Aston Martin.
La W14 e la AMR23 non hanno mostrato la superiorità che si era osservata nei precedenti round iridati; cosa che andava a riverberarsi su una classifica particolarmente penalizzante anche a causa dei problemi di affidabilità occorsi a Charles Leclerc e a qualche errore di troppo da parte del duo rosso, specie a Melbourne. Baku, quindi, inizia a dire che il Cavallino Rampante è sulla strada giusta per ridare un senso agonistico a questo campionato.
La crescita sul passo gara, che già si era intravista in Australia ma che per una serie di episodi non si era tramutata in punti sonanti, non deve scadere però nelle vane speranze. Le illusioni non albergano in Ferrari dove restano ben ancorati con i piedi per terra essendo consapevoli che il cammino da fare è ancora lungo e tortuoso. C’è la lucida consapevolezza che bisogna migliorare la vettura nei momenti che contano, ossia quando si assegnano i punti. Quindi è sul passo gara che si stanno concentrando gli sforzi dei tecnici.
Carlos Sainz ha lanciato un primo grido d’allarme quando ha affermato, alla fine della “sprint” di ieri, che i miglioramenti nella comprensione della SF-23 si sono visti soprattutto sul giro singolo ma che sulla distanza persistono i problemi di gestione degli pneumatici. Più o meno le parole che ha riportato anche Charles Leclerc.
Uno dei motivi per i quali alla fine dell’evento il distacco tra Leclerc e Perez si era allargato in misura abbastanza importante è perché il monegasco ha spinto molto nelle fasi iniziali della gara per cercare di restare in zona DRS. Vasseur ha spiegato che il lavoro notturno della Ferrari è quello di capire come è possibile migliorare su questo fronte perché nella “gara lunga” sarà un’altra storia, con almeno due stint da effettuare e con mescole diverse da adoperare.
Anche la pista e le temperature saranno differenti, quindi sarà necessario adattarsi a queste mutate condizioni per implementare idonee strategie in un gran premio in cui le safety car non mancano praticamente mai. Il focus degli ingegneri Ferrari è sul degrado dei compound. Questo aumenta quando si è dietro a una vettura, lo si è visto con le gare di Charles – che era nell’aria sporca di Perez – e di Carlos che, di converso, aveva pista libera e ha quindi presentato minori livelli di degrado alla fine delle operazioni.
La verità è che il Gran Premio d’Azerbaijan rappresenta una grande incognita un po’ per tutti. Venerdì nessuno ha fattivamente provato i passi nell’unico turno di libere che, tra le altre cose, è stato tormentato da diverse bandiere gialle e da una bandiera rossa durata oltre 15 minuti. I primi veri dati raccolti sono quelli emersi durante il mini GP di ieri pomeriggio in cui si è compreso che la gomma media è un’opzione molto concreta, mentre lo pneumatico a banda rossa, visto come s’è comportato sulla McLaren di Lando Norris, è un’alternativa da scartare.
Il team principal della compagine italiana ritiene che la SF-23 sarà più competitiva di quanto lo sia stata a Melbourne. E’ il passo a dare fiducia e anche il fatto di essere in pole position è un fattore che decreta l’efficacia degli step in avanti compiuti rispetto ai primi appuntamenti iridati. Ma in gara la Red Bull potrebbe essere ancora davanti e ieri ne abbiamo avuto una riprova effettiva. Bisogna anche considerare che Verstappen non ha potuto aggredire e sciorinare tutto il potenziale per via del danno evidente alla fiancata sinistra causato dal contatto con la Mercedes di George Russell.
Ciò che spaventa i ferraristi è il vantaggio che la RB19 ha in termini di velocità di punta. Un fattore cruciale sul cittadino azero che presenta un tratto full gas di quasi due chilometri. “Quando Perez ha aperto il DRS era un razzo spaziale e in una gara come questa è determinante. Domani avremo un’altra opportunità, con mescole e strategie diverse, e saremo in lotta”, questa la sottolineatura del dirigente di Draveil ai microfoni di Sky Sport.
I valori che abbiamo visto nella Sprint Race potranno essere modificati soltanto da mutate condizioni della pista e dall’utilizzo di mescole che non non sono state utilizzate. Per il resto ci sono pochi margini di manovra, proprio perché il nuovo format del weekend non prevede l’apertura del Parco Chiuso, quello che resta uno dei problemi irrisolti della Formula Uno contemporanea.
“Se ci fosse una variazione sul regolamento del Parco Chiuso si potrebbe preparare la macchina per la qualifica e per la gara, ma sarebbe molto costoso, e dobbiamo tenere d’occhio i costi”, ha evidenziato Vasseur che ha voluto ribadire che il problema incontrato soprattutto da Leclerc – e in misura leggermente minore da Sainz che si era lamentato di non poter agganciare e il treno di Russell – sia stato la gestione della gomma. E’ lì che la Ferrari deve migliorare, specie nei primi giri. E questo lo si può ottenere chiedendo ai piloti di non essere troppo aggressivi nelle fasi iniziali. Ma anche operando sugli assetti, cosa che purtroppo è impossibile fare.
In conclusione, la sensazione generale è che la Red Bull resti favorita per la vittoria finale, ma che la Ferrari non sia così distante come accadeva in altre gare. Complice un gran premio che può essere stravolto nelle dinamiche dalle safety car, Maranello vuole cogliere tutte le occasioni che si presenteranno. Essere in pole position, ancora, è un elemento molto importante soprattutto perché consente, potenzialmente, di uscire indenni dall’imbuto delle prime tre curve che ieri – e lo ha dimostrato Verstappen – può trasformarsi in un tranello difficilissimo da superare.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari