Ferrari e Mercedes sono certamente i team che hanno deluso le elevate aspettative della vigilia. La supremazia Red Bull era quasi scontata dopo la travolgente seconda parte della scorsa stagione. Tuttavia l’entità del gap della rossa e delle frecce d’argento ha determinato strategie di remediation agli antipodi.
I tecnici del Cavallino Rampante continuano a credere nella veste aerodinamica che ha consentito a Leclerc di essere in piena lotta per il titolo nella prima parte del 2022. Mercedes ha invece compreso che i progressi mostrati nell’ultimo scorcio della passata campagna sono stati in parte accentuati da un approccio conservativo della scuderia di Milton Keynes.
Il team di Toto Wolff non intende inseguire la Red Bull ed essere nuovamente depistato. Il diktat, pertanto, è la totale review delle linee guida aerodinamiche. Nonostante la squadra tedesca sia incredibilmente meno performante della Aston Martin motorizzata Mercedes, la verdona sta evidenziando che buona parte del package progettato dagli ingegneri della stella a tre punte può essere vincente se abbinato ad un “vestito” efficiente.
In termini di TRC (Transferrable Components), Mercedes sta ad Aston Martin come Haas sta a Ferrari. Entrambe le scuderie clienti fanno massimo ricorso a tutte le componenti della monoposto che possono essere fornite da un costruttore. E se le performance delle AMR23 offrono garanzie in merito alla qualità del lavoro svolto dai tecnici di Brackley, almeno nel perimetro tecnologico dei TRC, gli uomini di Maranello non possono contare su un feedback analogo dal team statunitense.
L’assenza di tale riscontro è in parte dovuto all’affinità del progetto tecnico della VF-23 rispetto alla filosofia aerodinamica scelta dalla scuderia modenese. Fattore sottolineato senza fronzoli da Toto Wolff. Il manager austriaco ha lasciato intendere che, a parità di TRC, la root cause del gap nei confronti della Aston Martin non può che essere di natura aerodinamica.
Anche se “l’as-is” prestazionale colloca Ferrari e Mercedes approssimativamente sullo stesso piano, le azioni di improvement pianificate dai due squadre prestano il fianco ad alcune osservazioni molto interessati in merito al prossimo futuro.
Frederic Vasseur ha ricevuto da tempo l’ok dai vertici Ferrari per rafforzare l’area tecnica attraverso l’insourcing di tecnici di rilievo. Chiaramente tale indirizzo evidenzia la necessità di compensare un gap di conoscenze figlio di anni di autarchia organizzativa. Rappresenta fattualmente una mozione di sfiducia verso l’attuale prima linea dell’area tecnica. Probabilmente i prossimi mesi saranno molto delicati per la rossa.
Il dirigente francese dovrà gestire un assetto organizzativo con molte unità affidate a traghettatori, in attesa che il processo di recruitment sia ultimato così come il “gardening leave” delle new entry. In tale contesto si colloca la nomina ufficiosa di Cardile a direttore tecnico, così come quella di Diego Tondi che sostituisce David Sanchez. La peggiore condizione in cui un manager possa operare: l’assegnazione di responsabilità ad-interim in assenza di valide alternative nell’immediato.
Chiaramente stiamo parlando di manager di elevato profilo che non verranno meno alle deleghe assegnate ma che potrebbero vivere in modo negativo l’atavica caccia alle streghe che ciclicamente attanaglia l’enorme potenziale insito nella GES. Tutt’altro approccio sarà adottato in Mercedes. Nonostante le smentite di Toto Wolff, infatti, gli ultimi due progetti tecnici non sono stati supervisionati da James Allison, coinvolto su altri progetti, come la partecipazione di INEOS alla Coppa America di vela.
Probabilmente un’allocazione favorevole anche in chiave Budget Cap che, a quanto pare, ha prodotto risultati sportivi all’interno della massima categoria del motorsport a di poco deludenti per il pluripremiato team Mercedes.
Con ogni probabilità l’ingegnere britannico tornerà a sovraintendere l’operato di Mike Elliott, la cui perseveranza nel concept zero pod potrebbe relegarlo in una posizione defilata nell’area tecnica. Tornando a Ferrari, possiamo dire che serviranno tutte le doti manageriali di Vasseur per massimizzare l’operato di un gruppo di lavoro ricco di “future riserve” e al tempo stesso ingaggiare i migliori profili tecnici che accetteranno la sfida di risollevare le sorti sportive della storica scuderia italiana.
Mercedes, quindi, sembra che si affiderà all’usato sicuro, capace di realizzare progetti tecnici che hanno dominato la scena per otto lunghissimi anni, senza provocare sensibili mal di pancia nei delicati equilibri di strutture organizzative complesse come quelle di un team di F1. Ferrari, al contrario, cercherà di riempire il carrello della spesa.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – Mercedes AMG F1 Team – Aston Martin