Ferrari tra una settimana sarà a Baku per le consuete verifiche della Federazione Internazionale. Giovedì prossimo, quindi, capiremo se i tecnici della rossa hanno deciso di anticipare alcuni update. Questo in considerazione che il layout di Baku e il particolare format del fine settimana, Sprint Race, renderà ancor più complicata l’eventuale raccolta dati sulle nuove componenti studiate per “curare” il male atavico della SF-23.
Lavorare sotto stress senza la necessaria tranquillità non è mai semplice. Non lo è per i tecnici figuriamoci per i piloti chiamati a giudicare in pista la bontà degli aggiornamenti. Inoltre il poco tempo a disposizione renderebbe il tutto tremendamente più complicato, in quanto i momenti per processare la raccolta dati sarebbero davvero ristretti.
Senza contare un fatto: la lunga pausa primaverile ha dato modo anche alla concorrenza di migliorare. E considerando il vantaggio prestazionale che Red Bull, Aston Martin e in parte Mercedes godono in questo momento, lo scenario appena descritto fa capire le difficoltà che il Cavallino Rampante è costretto ad affrontare.
Tuttavia, secondo le informazioni raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica, in GES vige un discreto ottimismo in relazione agli eventi ultimi in seno alla fabbrica. Il simulatore si attesta come strumento cruciale in questa “F1 Multiversica”. Siamo d’accordo. Non potrebbe essere altrimenti visto il corpo normativo vigente.
Ciononostante, come ampiamente sottolineato sulle nostre pagine, oltre alla complicatezza nel gestire questo particolare dispositivo, nel mondo virtuale, per quanto ben amministrato, sono pur sempre assenti determinati parametri. Elementi che di fatto aprono ad un contesto soggettivo che può avvelenare la validazione degli up date.
La premessa dello scritto ha una chiara intenzione: rendere noto l’atteggiamento che la storica scuderia di Maranello ha intenzione di mettere in atto. Si continuerà pertanto sulla falsa riga di Melbourne, proseguendo la mappatura tecnica della monoposto per definire sempre meglio la finestra operativa di setup.
Questo elemento è molto importante, perché conoscere a menadito caratteristiche e comportamento di un’auto di F1, infatti, significa poter accedere al massimo potenziale disponibile estrapolandone le capacità. Per farlo lo studio del recente passato ha riempito le giornate degli ingegneri durante gli ultimi tempi.
C’è poi una questione molto poco chiacchierata. Riguarda la power unit emiliana. Le pagine dei principali media dedicate alla massima categoria del motorsport sono ricche di temi aerodinamici concernenti la rossa. Mentre la parte meccanica, sospensione posteriore a parte, difficilmente viene menzionata.
Sotto questo aspetto Ferrari fa muro. Le info difficilmente vengono a galla. Ma il propulsore che spinge la SF-23 non lavora esattamente come dovrebbe. Lo abbiamo notato attraverso lo studio degli on board. La clausola relativa all’affidabilità ha permesso di metter mano all’unità di potenza malgrado il freeze imposto dalla federazione internazionale. Tale vantaggio pero, a quanto sembra, non è stato sfruttato al massimo delle sue possibilità.
Lo si evince chiaramente tramite due fattori: un grado di “reliability” certo non ottimale, peraltro riscontrato anche sui team clienti in varie occasioni, e un certa impossibilità di sfruttare appieno potenza ed efficienza del motore 066/10 in determinate situazioni. Su questo aspetto tanti gli sforzi profusi in vista del quarto round iridato, necessari per provare a sfruttare appieno un’arma senza dubbio assai rilevante se utilizzata a dovere.
In Azerbaigian l’importanza della power unit è vitale. Sarà pertanto interessante scoprire la configurazione aerodinamica utilizzata che di per se ci darà un primo responso, ancor prima di scendere in pista, su come i tecnici italiani intendono approcciare un weekend in relazione alla potenza sviluppabile dall’unità motrice.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Nicolas Carpentiers – @NicolasF1i