Ferrari c’è, ma ancora una volta è vittoria Red Bull per mano di Perez. In miglioramento la rossa emerge avendo capito la strada da percorrere. Procediamo cominciando prima dello start della gara, parlando dei set di gomme che i team si sono riservati per la corsa. A seguire troviamo la tabella che riassume le mescole rimanenti.
Come si evince facilmente dall’immagine, in pochissimi hanno potuto conservare una Soft nuova, avendo più rosse usate, per un eventuale stint finale dovuto ad un’evento in pista. Di fatto hanno tenuto disponibili almeno un treno di Medie e uno di Hard, tranne le Aston Martin che non avevano nessuna gialla nuova.
Per la partenza la scelta dei team è ricaduta sulla gomma Media. Il degrado su questo tracciato si è dimostrato abbastanza contenuto su, per cui ci si è orientati sull’unica sosta. Come avevamo chiarito nei giorni scorsi, la gialla ha un lap time piuttosto simile alla mescola rossa, per cui aveva maggior senso utilizzare tale mescola. Motivo anche per il quale la gomma dura è stata molto gettonata nella seconda parte di gara.
Nei primi giri si è materializzato quello che abbiamo detto ieri, due aspetti principali: la velocità sul dritto ed il degrado della mescola. Nella Sprint Race Leclerc aveva accusato un forte consumo delle gomme nell’ultima parte della mini gara che lo portava a perdere in modo consistente nella percorrenza del settore centrale, dove ci vuole molta trazione.
Tuttavia abbiamo osservato come Sainz avesse accusato un degrado più lineare e contenuto. Queste motivazioni, con molta probabilità, hanno portato a convincere Leclerc a non cercare di trattenere le due Red Bull. Le RB19 hanno mostrato un passo superiore e in Ferrari hanno puntato a gestire la gomma per portare a casa un buon risultato. Il monegasco perdeva comunque molto nel T2, circa 2/3 decimi al giro.
Per entrare nello specifico, il problema della SF-23 risiede nel pattinamento al posteriore durante le fasi di trazione. Stesso problema anche accusato in Bahrain, quando i piloti non potevano spingere eccessivamente altrimenti le mescole uscivano dalla finestra operativa. Durante la gara hanno avvertito i ferraristi su come affrontare alcune curve, come la 3, in cui magari c’era troppo wheel-spinning. Le temperature si innalzano velocemente, ma poi è difficile raffreddare la carcassa.
In generale tutte le auto hanno avuto problemi di graining, chi più chi meno. Le mescole anteriori sono difficili da attivare e ci vuole qualche giro, per cui già in quelle circostanze può verificarsi del graining. Inoltre, col passare dei giri, la porzione deformabile della gomma va diminuire e la mescola quindi può raffreddarsi.
Dal primo stint sulla Media arrivano dati incoraggianti per la Ferrari. Come si evince dal grafico la linea di tendenza di Leclerc, che da un’indicazione sul degrado, ha una pendenza molto simile a quella delle due Red Bull. Ovviamente le due vetture hanno avuto un passo differente, con le RB19 che hanno rifilato in media 4 decimi al giro alla rossa di Maranello. Risalta anche la linea praticamente orizzontale di Alonso, di cui però avremo un’indicazione più veritiera nel prossimo grafico.
Continuando con la corsa, il primo a fermarsi è stato Hamilton. Un pit stop piuttosto anticipato se consideriamo che l’idea era fare un unico stop. Detto questo, poco dopo De Vries si è fermato nel settore centrale causando inizialmente una bandiera gialla. In quegli istanti Perez si stava avvicinando pericolosamente a Verstappen e in Red Bull hanno reagito, forse troppo velocemente, richiamando ai box l’olandese.
Poco dopo la direzione gara ha fatto uscire la Safety Car e il pilota messicano ha potuto approfittare di un vantaggio maggiore. Con questa mossa l’ex Racing Point ha perso la posizione anche su Leclerc, che tuttavia ha ripreso con facilità qualche giro più tardi. Tutti sono passati alla Hard, poco provata nel week end, ma decisamente competitiva sulla lunga distanza. Questo ha portato le squadre a considerare anche la doppia sosta.
Durante il secondo stint Max ha avuto alcuni problemi di bilanciamento tra il differenziale ed il freno motore. Leclerc invece è stato avvicinato dall’Aston Martin di Alonso, che di fatto in molti passaggi riusciva a guadagnare decimi preziosi nel tratto centrale. Un segnale chiaro che indica il minor degrado sulla vettura di Silverstone. Anche su un tracciato del genere con un lungo rettilineo, la AMR23 riesce ad essere competitiva usando meglio le mescole.
Charles tuttavia è stato molto intelligente nel risparmiare la mescola nella parte iniziale dello stint, per avere del grip durante un eventuale attacco da parte di Alonso. Quando lo spagnolo si è avvicinato, il ferrarista ha cominciato a performare anche nel settore centrale, riuscendo a stare sul 42.5s/42.6s.
Sulla Hard la Red Bull sembra avere una marcia in più rispetto alle altre monoposto. Hanno accusato nettamente meno degrado pur spingendo per quasi tutto l’arco dello stint. Con la gomma bianca Ferrari e Aston si sono equivalse, sia in termini di degrado che di tempi sul giro.
A seguire troviamo la Mercedes di Russell e la rossa di Sainz. I due piloti hanno girato sugli stessi tempi, ovvero attorno al 1:46.4s. Sono comunque più lenti delle due Red Bull di ben 1.2s al giro. Leclerc in confronto si è difeso meglio arrivando a girare a meno di 5 decimi al giro.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari