Formula 1

Ferrari/Red Bull: tensione mediatica che anticipa il duello in pista

Red Bull 123 punti, Aston Martin 65 punti, Mercedes 56 punti, Ferrari 26 punti. Ecco descritta l’anatomia di un dominio. I campioni del mondo in carica stanno surclassando la concorrenza nonostante le limitazioni dovute all’incrociarsi delle disposizioni regolamentari e degli effetti derivanti dalla penalizzazione comminata dalla FIA per l’infrazione dei limiti del cost cap

Red Bull ha schivato la tempesta con una tale tranquillità da far pensare che, da qua a fine anno, nonostante gli sforzi dei competitor, sia molto difficile detronizzala dallo scranno del comando. Una realtà che altrove inizia ad essere metabolizzata, seppur a malincuore. “Red Bull ha fatto un ottimo lavoro, ma sono ancora convinto che la penalità sia stata blanda”. 

Queste le osservazioni di Frédéric Vasseur sui valori emersi dopo un mese di attività sportiva. “Se consideriamo che durante l’anno cresciamo di meno di un secondo una penalità del 10% vuol dire un decimo di secondo. Probabilmente anche di meno perché non è una progressione lineare”. 

Ferrari ritiene che la penalità comminata alla Red Bull sia blanda

Il manager ex Sauber ha spiegato che il tempo che non si può utilizzare in galleria del vento è stato probabilmente adoperato per mettere sotto la lente d’ingrandimento altre aree della monoposto molto sensibili al cronometro. Come ad esempio quella che riporta al peso. Una sfera che sta particolarmente a cuore ad Adrian Newey visto che ha presentato una monoposto che rientra nei limiti minimi di massa individuati dal regolamento tecnico dopo che il modello precedente, la pluripremiata RB18, era partita in abbondante sovrappeso.

Frédéric Vasseur (Scuderia Ferrari) e Christian Horner (Oracle Red Bull Racing), stagione 2023

Vasseur, quindi, sostiene che la penalità sia già stata ampiamente compensata dai professionisti anglo-austriaci e che non ci saranno ulteriori afflizioni per Red Bull che potrà contare su un vantaggio comunque grosso che si era già palesato l’anno passato. “Non voglio dire che Red Bull non abbia fatto un buon lavoro, non sto cercando alcuna scusa. Se mi si domanda però se la penalità sia stata lieve, la mia risposta è sì”.

Il capo della gestione sportiva ferrarista esprime comunque una linea di coerenza in considerazione del fatto che già l’anno scorso, quando dirigeva il team elvetico, si era espresso affermando che la sanzione era molto blanda a fronte di quello che Red Bull aveva fatto. La minor breach di 1,7 milioni di dollari, secondo i dirigenti delle squadre di fascia medio-piccola, equivale al budget necessario per sviluppare una monoposto nel corso di una stagione agonistica.

Ecco perché qualcuno riteneva che la sanzione comminata ai campioni del mondo in carica non avrebbe modificato gli equilibri. Anche perché la pena accessoria, ossia quella che prevede il pagamento di una salata multa, non contempla che questa cifra venga stornata dal budget cap, ma che possa essere racimolata da altri comparti aziendali.

E una realtà solida, tentacolare e definita come Red Bull non ha problemi a mettere insieme una cifra irrisoria che alla fine non va nemmeno nelle casse degli altri team, ma va a contribuire al budget stagionale della Federazione Internazionale dell’Automobile.

Christian Horner, team principal della Red Bull

Red Bull risponde alla Ferrari

In un normalissimo gioco delle parti è arrivata la risposta di Chris Horner che già nei giorni precedenti si era dovuto difendere dall’accusa mossa al suo team da George Russell secondo cui si stavano nascondendo per non svelare il vero potenziale della macchina per evitare di attirare gli sguardi morbosi della FIA

“I commenti di Vasseur? Penso che tutti siano liberi di avere un’opinione”, questo l’incipit di Horner a Sky Sports UK.  “La squadra ha fatto un ottimo lavoro durante l’inverno, pensando anche al tempo limitato che abbiamo avuto a disposizione per sviluppare questa vettura. Naturalmente questo avrà un impatto nel corso di questa stagione e della prossima. quindi, avendo a disposizione il risultato di sole tre gare, penso che sia ancora estremamente prematuro valutare il 2023”. 

Secondo il n°1 della Red Bull la partita iridata è ancora ampiamente aperta perché i rivali non se ne stanno ad osservare con le mani in mano. “Abbiamo sentito parlare di grandi aggiornamenti sia per la Ferrari che per la Mercedes, quindi non diamo nulla per scontato. Siamo concentrati su noi stessi per fare il miglior lavoro possibile con i limiti che abbiamo. Con la penalità è difficile, l’abbiamo incassata e ci stiamo applicando nel miglior modo possibile per superarla”.

Leclerc precede Verstappen alla staccata di curva 1 nell’edizione 2022 del GP di Australia

Per ora il duello tra Red Bull e Ferrari è solo mediatico perché in pista le due vetture, stante le differenze prestazionali, si sfiorano molto raramente e quando lo fanno la RB19 non ha troppi problemi a fare un sol boccone della SF-23. Ma il fatto che da Milton Keynes si stiano chiudendo a riccio per ricacciare le accuse che arrivano, a turno, da Brackley e da Maranello, è indicativo di come, in fondo, sussiste il timore che gli aggiornamenti in predicato di arrivare sulle rispettive monoposto possano mettere un po’ di pepe in un campionato che fino a questo momento è una piatta ode alla noia.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano