Ferrari se ci sei batti un colpo. Questo in estrema sintesi il concetto che in molti tra addetti al lavoro e tifosi si aspettano dal Cavallino Rampante. Una stagione iniziata con il piede sbagliato che ha visto la rossa non attendere le alte aspettative dopo un’annata, quella 2022, dove le possibilità di lottare per il titolo mondiale si sono spente troppo presto.
E allora è arrivata l’ennesima rivoluzione interna. Via Mattia Binotto dentro Vasseur. Altri cambi in seno alla GES e una concreta riprogettazione del sistema operativo che comprendere tutte le branchie della scuderia. Le tempistiche necessarie per intravedere i primi frutti relativi ai cambi effettuati non sono ovviamente brevi. Tuttavia, già dal prossimo appuntamento iridato, ci si aspetta un chiaro step in avanti.
Ne abbiamo parlato durante la giornata di ieri con l’amico e collega Giorgio Terruzzi, intervenuto al podcast pop di Formula uno Analisi Tecnica. Durante la trasmissione Spit Stop, l’esperto giornalista milanese ha fatto il punto su varie tematiche legate alla F1, iniziando proprio dal difficile momento che sta vivendo la storica scuderia italiana.
Il sessantaquattrenne scrittore italiano menziona le parole della dirigenza ferrarista, ribadite a più riprese dal dirigente francese convinto che, la vettura 2023, possa realizzare un netto passo in avanti se sfruttata a dovere durante l’arco del campionato.
Per farlo i tecnici a Maranello hanno lavorato molto sodo durante le ultime settimane. L’obbiettivo, appunto, consiste nel sbloccare una performance ancora inespressa che in qualche modo consentirebbe all’auto emiliana di avvicinarsi alla vetta soprattutto la domenica.
“Qualcosa deve succedere. Questo mese è servito a Ferrari per capire come sfruttare al meglio un potenziale, dato per presente, che però è rimasto nascosto nei primi tre appuntamenti iridati. Prossimamente si affronta un mini ciclo intenso di 4 gare in 29 giorni, dove si attende una ripresa della qualità soprattutto in gara. Vasseur ha infatti ribadito più volte come il concetto della SF-23 non sia affatto sbagliato, ma si tratta solo di farlo sfruttare al meglio. Questo è il tema principale verso Baku.”
In attesa di avere conferme sulla bontà del lavoro svolto dagli ingegneri della rossa, un’altra tematica interessante viene posta sul tavolo delle discussioni. Parliamo della piega che la Formula Uno ha deciso di prendere da quando la presidenza sventola una bandiera a stelle e strisce.
Terruzzi ha le idee molto chiare su questo scenario. Non lo appoggia ma lo capisce. Questo perchè la nuova generazione di spettatori va necessariamente “sfamata” in quanto rappresentano un vincolo sul quale stabilire un futuro.
“Questa virata decisa verso lo spettacolo è connessa alla cultura sportiva di questo tempo. Non è soltanto la F1 che va in questa direzione, ma bensì tutto il mondo del motorsport. Questo non significa che sia d’accordo ma si vede chiaramente come le nuove generazioni appoggino un concetto di “tutto subito”. Tale scenario contagia moltissime forme di comunicazione. Per questa ragione non trovo affatto strano che anche la massima categoria del motorsport segua questo percorso, anche se si creano tutta una serie di complicazioni. Sotto questo aspetto dobbiamo però fare una precisazione: se non ci fosse stato un dominio Red Bull e avessimo visto tre vincitori diversi nei primi tre round del campionato, non staremmo a parlare di format.
Tuttavia il nostro ospite esprime un concetto che fa riflettere in relazione alle scelte prese da Liberty Media. Sì perchè se da una parte le risultanze offrono riscontri postivi, dall’atra creano una serie di situazioni difficilmente gestibili durante l’arco del fine settimana di gara, senza contare la netta monotonia sportiva.
“Esiste un doppio problema. Da una lato la tendenza a spettacolarizzare l’evento e dall’altra una sorta di noia sul fronte agonistico, elemento che sposta l’attenzione appunto sul format. Una cultura, insomma, che considera la velocità una consuetudine necessaria con tutte le complicazioni suddette che questo comporta. Un tema davvero complicato. Nello specifico possiamo dire che esistono tempistiche troppo strette per lavorare in pista, dove adattamento e reazione ai grattacapi che emergono sono difficilmente assimilabili. Solo la capacità dei team può fare la differenza nell’individuazione dei problemi.”
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari