Ancora poche ore e rivedremo i bolidi della F1 sfrecciare in pista. Tanti gli argomenti all’ordine del giorno ma tra i più importanti, di certo, c’è quello riferito alla situazione che si sta vivendo in casa Mercedes dopo la rivoluzione nello staff tecnico che si è avuta la scorsa settimana. Chiaramente bisognerà capire quali effetti produrrà questo rimescolamento, sia nel lungo periodo che nell’immediato. Anche perché, già in Azerbaigian, potrebbero essere anticipate delle modifiche alla W14 che erano state annunciate per il Gran Premio di Imola che si disputerà nella seconda metà del mese di maggio.
La figura centrale in questo movimento che si è creato in quel di Brackley è James Allison che da Chief Technical Officer part time è diventato il direttore tecnico responsabile i pianta stabile a cui è stato chiesto di risollevare la stagione della Stella a Tre Punte e di ridare prestazioni ad una vettura che si è dimostrata troppo lenta per competere per le alte sfere.
L’ex Ferrari è ritornato in piena corsa anche perché, negli anni, è riuscito a risolvere le situazioni familiari trovando la serenità dopo il dramma della scomparsa prematura della moglie. Un percorso di crescita interna che ha dato più possibilità lavorative ad un ingegnere che ha saputo creare monoposto di una superiorità schiacciante come la Mercedes W11 che, nel 2020, grazie anche a un sistema innovativo come il DAS, seppe aprire un solco sulla concorrenza che fu colmato solo l’anno successivo con un cambio regolamentare creato ad arte per limitarne la “prepotenza tecnica”.
Non sarà facile la sfida che attende Allison. Non si fanno voli pindarici in Mercedes, anche se ritengono che la monoposto abbia dei margini di sviluppo molto ampi. Chiaramente cambiando determinate caratteristiche. A partire dalla problematica sospensione posteriore per finire al tanto controverso concept slim che non è stato in grado di offrire in pista le medesime prestazioni che si potevano osservare nella fase computazionale.
L’ingegnere è consapevole che bisogna muoversi con circospezione e procedere coi proverbiali piedi di piombo. La Red Bull è molto lontana e immaginare di colmare la distanza nel giro di poche gare è probabilmente utopia. Ma da dove è venuto l’input per rimettersi in discussione e cominciare a operare su questioni più imminenti piuttosto che, come accadeva prima, riferirsi a un arco temporale più dilatato visto che Allison stava lavorando al concept 2026?
“Ci siamo guardati negli occhi qui a Brackley e siamo arrivati alla conclusione che probabilmente io ero l’uomo più adatto alle sfide a breve termine per il campionato, mentre Mike Elliot era la figura ideale per giocare le partite a scacchi richieste al CTO. Pensiamo di aver costruito ora una organizzazione migliore”, ha spiegato Allison a F1 Nation.
Da queste affermazioni si evince che in Mercedes già erano molto concentrati sulla nuova era regolamentare che entrerà in vigore nel 2026 ma che, contestualmente, si riteneva che il 2023, ma anche l’anno prossimo e quello successivo, non dovessero essere sacrificati senza provare a chiudere la distanza con il punto di riferimento tecnico, ossia la Red Bull.
Probabilmente Elliot (che si è dimostrato essere un visionario visto come ha agito con la filosofia concettuale introdotta con la W13, prima, e confermata con la W14, poi) è più tagliato per un lavoro con un respiro temporale più ampio. In questo momento a Mercedes, invece, serve qualcuno che risolva i problemi nel tempo più rapido possibile.
Quello di Allison è un cambiamento totale pur restando all’interno della stessa equipe. Se prima lavorava tre volte a settimana, dividendosi anche col progetto vela del Team Ineos, ora il suo apporto al comparto Formula Uno è totale. La cosa ha richiesto un necessario e rapido approfondimento su determinate tematiche. “Aggiornarsi su tutto è stato faticoso. Non solo i regolamenti, ma sul funzionamento della fabbrica e del team. Ma la trovo una cosa eccitante, divertente ed interessante. Per me è un piacere essere di nuovo coinvolto al 100%”.
Allison si troverà una bella gatta da pelare. Ma quali sono le aree deficitarie della Mercedes W14? Su cosa bisogna intervenire con solerzia? Ovviamente una risposta completa non l’avremo mai, ma il tecnico ex ferrarista cerca di spiegare quale sarà l’approccio che il suo staff deve impostare per ridare senso alla stagione di Formula 1 2023.
Per affrontare le difficoltà bisogna partire dalle certezze. La vettura, ha argomentato lo specialista, ha nell’affidabilità un punto di forza. Analogo discorso per la coppia piloti considerata veloce e solida. La W14 è una monoposto migliore rispetto alla maggior parte delle altre presenti in griglia, ma finché non sarà la più efficace sarà sempre considerata debole da un team abituato a competere per vincere e non per partecipare.
Tra le virtù della “Freccia Nera” c’è un buon livello di gentilezza nella gestione degli pneumatici. Nulla che sia però paragonabile alle macchine costruite in passato. La deportanza è maggiore rispetto alla media, ha spiegato Allison, ma non ancora sufficiente. Così come la maneggevolezza generale. Aspetto, questo, che è stato più volte criticato da Lewis Hamilton che non ha ancora trovato il feeling con la vettura.
La monoposto, secondo il suo “padre adottivo”, tende ad essere un po’ più forte nei circuiti front limited piuttosto che su quelli limitati al posteriore. “Un circuito come quello del Bahrain si basa sulla capacità della vettura di gestire al meglio gli pneumatici posteriori. Melbourne era un po’ più front-limited. Altri circuiti analoghi sono Barcellona e Silverstone. Ma onestamente è troppo presto per fare previsioni, c’è ancora molto da fare”.
Con la discesa in campo di Allison probabilmente è mutato anche l’approccio temporale alla stagione: se prima si faceva all-in sul Gran Premio di Imola, ora gli update saranno portati in maniera più progressiva e già a Baku ne vedremo alcuni. “I nuovi aggiornamenti sono già in arrivo – ha annunciato Allison – Ogni weekend di gara si ha praticamente un’auto diversa. A volte si tratta di qualche pezzo in più, a volte di qualche pezzo in meno. Ma abbiamo novità per ogni GP e Baku non farà eccezione. Siamo costretti a rispettare i limiti di costo, ma siamo in una fase della stagione in cui c’è ancora molta potenza di fuoco per continuare a progredire di weekend in weekend”.
Probabilmente Allison porta con sé anche un cambio di approccio tecnico che non è votato alla rivoluzione totale bensì al miglioramento progressivo delle aree che non stanno funzionando bene. Da qui il cambio di programma, ossia non spendere tutto in un sol colpo, come doveva accadere con Elliott, ma crescere di gara in gara, di sessione in sessione, di giro in giro.
“Sto cercando di concentrarmi sulle aree di opportunità della macchina. Vedremo quanto velocemente riusciremo a colmare le lacune con l’hardware o con approcci diversi. Più saremo rapidi e più le nostre possibilità nei fine settimana miglioreranno. Siamo comunque realistici riguardo alle prestazioni della Red Bull e di Verstappen: sono e saranno degli avversari estremamente validi sia da inseguire che, a tempo debito, da superare”.
E’ quest’ultima affermazione che dà speranza agli uomini Mercedes. Il realismo, necessario perché la distanza è tanta, che va a fondersi con la convinzione che il buco si possa chiudere per tornare lassù a competere con la Red Bull, giocandosi stabilmente la vittoria. L’obiettivo di Mercedes, infatti, non è quello di raggranellare un trionfo qua e là, ma di impiantarsi stabilmente ai vertici per provare a vincere il mondiale. Obiettivo, questo, realistico soprattutto per il 2024 e il 2025. Ma ciò non toglie che si voglia già provare a farlo in questo 2023, anche se al momento i valori espressi dalle vetture dicono che l’impresa sarebbe titanica.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG