Formula 1

Mercedes W14: la miglior comprensione del setup non cambia i programmi

Il confine tra dubbio e certezza è molto labile. Mercedes s’era presentata in Australia per correre sostanzialmente in difesa e per limitare i danni senza la pretesa di dar fastidio alla Red Bull. Che il GP di Melbourne sarebbe stato affrontato senza particolari ambizioni non lo sosteniamo noi, ma i diretti protagonisti del mondo della Stella a Tre Punte che avevano espresso la consapevolezza di essere distanti dalla RB19, alle spalle della Aston Martin e probabilmente a giocarsela millesimo su millesimo con la Ferrari. Soprattutto in gara. Sì, perché al sabato la SF-23 aveva sempre dimostrato di poter stare agevolmente davanti alle creature di Mike Elliott.

E invece, complice anche delle condizioni ambientali molto particolari dettate dal freddo che ha caratterizzato l’evento, la W14 ha saputo fare la voce grossa in qualifica, piazzando George Russell e Lewis Hamilton in seconda e terza posizione con distacchi limitati rispetto al poleman Max Verstappen. In gara, a causa del problema tecnico occorso alla power unit della vettura numero 63, il bottino poteva essere ben più pingue di ciò che è stato raggiunto.

Ma il secondo posto di Lewis Hamilton ha comunque rasserenato il clima che si respirava a Brackley configurandosi come un’infornata di fiducia per i tecnici in vista del prosieguo della stagione che comunque dovrà essere connotato da un grande lavoro di sviluppo di una macchina che non è ancora all’altezza della più efficace RB19

Alla fine di un rocambolesco gran premio è emersa un’evidenza: la monoposto concepita da Mike Elliott si è dimostrata più efficace della Aston Martin, visto che Alonso non riusciva mai concretamente a chiudere il gap dal sette volte iridato per metterlo nel mirino e passarlo, e della Ferrari SF-23 che, parimenti, non riusciva a compiere analoga mossa nei riguardi della “verdona” di Silverstone.

Suggestivo scatto di Lewis Hamilton a bordo della Mercedes W14 nelle fasi iniziali del Gp d’Australia 2023

Mercedes: le particolari condizioni del GP dell’Australia non fanno abbassare la guardia

L’Albert Park ha quindi dimostrato che per la prima volta in stagione la monoposto nera ha superato in prestazioni la AMR23 che nei primi due appuntamenti era stata indubbiamente e incontrovertibilmente più veloce ed efficace della rivale.

In Mercedes non vogliono commettere l’errore nel quale probabilmente sono caduti in Brasile, nel 2022. Dopo quella gara chiusa con una trionfale ed inaspettata doppietta, si è pensato che il concept zero sidepod potesse avere ancora un futuro. Probabilmente non si è ben valutato che la Red Bull usciva da un weekend davvero negativo in cui non aveva mai centrato il setup ideale.

Le prestazioni offerte anche nelle altre gare – tipo Austin e Messico – avevano fatto immaginare, fallacemente, che forse il campo si stava restringendo. Una percezione che ha fuorviato gli ingegneri che hanno continuato ad insistere su questo tipo di filosofia concettuale.

Ora, dopo il Gran Premio dell’Australia – e ritorniamo all’attualità – non si vuole cadere nella medesima topica. Ormai abbiamo appurato in più di un’analisi che la RB19 non abbia spinto al massimo delle potenzialità. In Mercedes l’hanno capito, lo sanno e provvederanno di conseguenza.

La W14 ha espresso delle prestazioni migliori pur non portando nessuna modifica sostanziale rispetto ai primi due appuntamenti iridati. Condizioni ambientali favorevoli e lavoro diverso sul setup hanno permesso alla monoposto di recuperare rispetto Aston Martin e Ferrari. Ma di certo non di chiudere la distanza con i campioni del mondo in carica.

Vista posteriore della Red Bull RB19 – Gp Australia 2023

Mercedes: la chiave del recupero è nel modo di ricercare il setup

George Russell ha rivelato che gli ingegneri hanno capito che l’auto funziona un po’ meglio quando viene settata in modo diverso dalla maniera in cui le simulazioni suggeriscono. Fatto che probabilmente indica come insistano ancora dei problemi di correlazione tra pista e aspetto simulativo. Un difetto che Mercedes deve necessariamente superare se in fabbrica pensano di poter effettuare uno scatto in avanti deciso.

Russell ha spiegato come la conoscenza acquisita durante l’evento australiano sarebbe servita sia a Jeddah che in Bahrain. Il pilota ha infatti affermato che con questo nuovo metodo di lavoro i due succitati weekend sarebbero andati probabilmente meglio. Questo, ovviamente, non vuol dire che sia stata abbandonata l’idea di produrre una versione B della monoposto alla quale invece ci risulta che si stia lavorando alacremente.

Il programma è quello di ripartire dalle virtù espresse la settimana scorsa. La W14 ha dimostrato una buona gestione dei compound in situazione limite e ha altresì sviluppato interessanti velocità di punta. Aspetto, questo, che era il vero tallone d’Achille del modello precedente che, evidentemente, non soffriva soltanto di porpoising e bouncing ma anche di uno spiccato drag aerodinamico.

L’obiettivo, dunque, è quello di mantenere la velocità di punta e di continuare a preservare le gomme. Elementi che devono diventare le costanti da rafforzare per poi rendere generalmente più efficiente la vettura generando anche più punti di carico aerodinamico. Ci risulta che la versione evoluta dell’auto che vedremo ad Imola tra poco più di un mese stia dando interessanti riscontri in galleria del vento. Cosa che fa aumentare le speranze della Mercedes di poter, già in questa stagione, giocarsela con la Red Bull.

Difatti, ha affermato a più riprese Toto Wolff che, nonostante le difficoltà incontrate dalla scuderia, l’obiettivo è quello di tornare a vincere e di farlo in maniera costante. Un’allusione a questa volontà spasmodica fu fatta nella lettera aperta che il team di Brackley produsse per spiegare il particolare momento che si stava vivendo per dare conto di quali erano le contromosse messe in cantiere per uscirne fuori.

Suggestivo scatto della Mercedes W14 di Lewis Hamilton durante le Fp2del Gp d’Australia 2023

I prossimi gran premi dell‘Azerbaijan e di Miami, quindi, non verranno affrontati più con quel timore che serpeggiava in precedenza. Questo perché si è compreso che anche la versione attuale della W14 sia in grado di produrre delle performance tali da tenere dietro almeno Ferrari e Aston Martin. Chiaramente, si è anche consci che ciò non basta per dare la svolta vera al campionato che dovrebbe arrivare sulle rive del Santerno. La macchina è chiamata ad essere immediatamente efficace.

E’ questo l’obiettivo che si sono dati gli uomini della Stella a Tre Punte: produrre una monoposto che sia in grado di sciorinare prestazioni solide sin dal suo debutto in pista. Il maggior numero di ore a disposizione in galleria del vento darà la possibilità agli ingegneri di verificare ciò che è stato apprntato nella sfera computazionale e di avere dei riscontri più concreti che la pista deve ulteriormente ribadire in un secondo passaggio di verifica. 

E proprio sul più cospicuo ammontare delle ore di sviluppo concesso dal regolamento tecnico della Formula Uno che Mercedes punta per ridare senso a una stagione che si è avviata non come si era immaginato. Bisognerà capire solo se il vantaggio accumulato dalla Red Bull è così grande da non poter essere ricucito entro la fine del 2023.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing

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