La F1 è pronta a tornare in pista per l’affascinante e iconico Gran Premio di Monaco. Tanti i temi che caratterizzeranno un appuntamento in cui la sfera mondana e quella sportiva andranno a fondersi in maniera quasi inscindibile. Osserveremo la nuova veste aeromeccanica della Mercedes W14. Valuteremo se la Aston Martin riuscirà ad imporsi in virtù di quella spiccata capacità di generare carico e se la Ferrari godrà di un circuito “deviante”. Questo tenendo conto che quelli da battere sono sempre loro: gli uomini della Red Bull.
Ma la F1 arriva sul circuito rivierasco anche portandosi dietro le solite contraddizioni dalle quale scaturiscono, ahinoi, le tipiche polemiche che tengono banco più quando i motori sono spenti che quando i bolidi sfrecciano in pista. Uno dei personaggi più critici del Circus è proprio la stella del momento: Max Verstappen
L’olandese e i vertici della F1 non stanno vivendo un rapporto idilliaco nonostante il primo sia diventato, dal 2021, l’imperatore indiscusso della categoria. Due mondiali in carniere, un terzo che potrebbe arrivare stante la superiorità schiacciante della Red Bull RB19 che sta letteralmente annichilendo gli avversari.
Il pilota di Hasselt si è espresso in maniera abbastanza dura quando ha capito che i dirigenti del Circus avevano lasciato trasparire l’idea di trasformare il weekend della sprint race in un format ancora più adrenalinico che annulla quasi del tutto le prove libere. Una tendenza che non piace al campione del mondo in carica che aveva addirittura minacciato di ritirarsi qualora questo tipo di paradigma si istituzionalizzasse nei prossimi anni.
Al di là di quella che potrebbe essere una semplice provocazione, perché annullare un contratto con Red Bull fino al 2028 risulta piuttosto difficile, è evidente che il conducente non si senta troppo a suo agio nella rappresentazione scenica che Liberty Media ha inteso impostare.
Quella di Max sembra una voce fuori dal coro visto che gli altri driver si sono detti addirittura entusiasti di uno spettacolo che, alla riprova della pista azera, non è che abbia esaltato più di tanto i tifosi. Le cose sono andate abbastanza bene per quanto riguarda i due turni di qualifiche – è concettualmente corretto che il sabato sia interamente dedicato al GP veloce con la sprint shoutout apposita – ma sia nella gara breve che in quella canonica domenicale non è che si sia visto uno show indimenticabile.
Cosa successa anche per colpa di regole tecniche e sportive che non supportano il cambiamento. Ci riferiamo ovviamente al Parco Chiuso che tale resta e a gomme Pirelli dalla tenuta “marmorea”. Cosa che probabilmente non si confà all’esigenza di generare una classifica imprevedibile. E’ chiaro che su questo frangente serva una ricalibrazione regolamentare per evitare che le due gare e le due qualifiche diventino una sorta di “copia e incolla”, come accaduto in Azerbaigian.
Le rimostranze espresse dal campione del mondo in carica sono state assorbite dai vertici di Liberty Media che hanno atteso un bel po’ per replicare. E lo hanno fatto in maniera piuttosto veemente a giudicare da quanto riferito da Stefano Domenicali al Daily Mail. Il manager imolese ha chiaramente alluso a Max Verstappen quando ha parlato di egoismo nel non voler comprendere quale traiettoria stia assumendo la F1 e perché certi cambi siano necessari.
L’ex n°1 della Gestione Sportiva della Ferrari ha spiegato che nessuno, in Liberty Media, intende imbavagliare il dissenso. Ciononostante è arrivata la stilettata: “I conducenti a volte devono ricordare che fanno parte di un quadro più ampio. Non devono essere egoisti. Sono parte di questo sport e di questo business. E questo cresce perché stiamo pensando più in grande”.
“Non possiamo essere pigri o compiacenti: possiamo rivedere alcune delle specifiche del formato del weekend sprint alla fine della stagione una volta che lo abbiamo provato nelle sei occasioni previste. Non avremo nemmeno sprint ogni fine settimana, ma abbiamo un nuovo pubblico e dobbiamo fornire un buon rapporto qualità-prezzo in ogni sessione, e non lasciare che tutti guidino in tondo a beneficio esclusivo degli ingegneri e dei piloti“.
Dopo Baku vedremo il formato con la gara veloce del sabato anche in Austria, Belgio, Qatar, Stati Uniti e Brasile. Sei test che probabilmente faranno da apripista ad un futuro nel quale il format tradizionale è destinato a scomparire. Questo, unito all’insoddisfazione di avere 24 gare da disputare in un calendario ultracompatto, indurrebbe Verstappen a rivedere la sua posizione all’interno della F1.
Prospettiva alla quale Domenicali, che si è stavolta espresso in maniera quasi paternalistica, non crede. “Ho discusso dei problemi con Max prima del Gran Premio di Miami. Ha detto che ama lo sport e quello che stava facendo. È il campione del mondo e sta lottando per un terzo titolo, è nato in macchina e direi che probabilmente rimarrà in F1 più a lungo di me. Non è un problema“.
Tutto rientrato? Apparentemente sì, ma di certo il malessere del pilota più rappresentativo di questa stagione storica dovrebbe far riflettere chi ha il potere di dettare la linea tracciando i confini futuri dell’intera categoria. La F1 sta vivendo una ricchezza senza precedenti e di questo vanno ascritti i meriti alla proprietà americana.
Ma i cicli economici conoscono anche naturali fasi discendenti e non è detto che basterà aumentare il numero di gare o stravolgere la forma del weekend per mantenere in salute il giocattolo. Per ora Liberty Media ha ragione e i fatti lo dimostrano, ma attenzione a pensare che la storia della serie sia completamente relativizzabile. C’è il rischio che si possa pagare dazio nel lungo periodo. Soprattutto se si continua a manifestare una certa intolleranza a critiche che invece hanno solide basi su cui poggiare.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing