Formula 1

La Scuderia Ferrari è precipitata nel baratro dei team storici?

L’analisi della complessa fase storica della Scuderia Ferrari non può prescindere dalla disamina delle carenze organizzative e infrastrutturali che stanno conducendo a grandi passi verso la più lunga astinenza dal successo finale. L’ultimo acuto del Cavallino Rampante risale a 15 anni fa grazie al titolo Costruttori conseguito nel 2008. Da allora si sono susseguiti diversi team principal, sono stati effettuati importanti investimenti in infrastrutture, ingaggiati assi del volante del calibro di Sebastian Vettel e Fernando Alonso senza riuscire a iscrivere il proprio nome e quello della Rossa nell’albo d’oro della categoria.

Negli ultimi tre lustri la Formula 1 è cambiata radicalmente. In alcune circostanze il team di Maranello è riuscito a interpretare il cambiamento nel modo appropriato, realizzando monoposto sane e competitive come ad esempio la SF70H, SF71H e la F1-75, limitando il periodo di osservazione al recente passato.

A causa di diversi fattori il bersaglio grosso non è stato mai centrato e l’insuccesso non può essere sempre addebitato al fato o agli errori del singolo sia che si tratti di uno stratega che di un pilota. L’incapacità di evolvere il progetto tecnico nel corso della stagione è da tempo il tallone d’Achille del Cavallino Rampante.

Dai tempi d’oro di inizio millennio nessuna delle monoposto Ferrari ha espresso prestazioni eccellenti nella seconda metà della stagione anche nelle annate senza alcun limite di spesa. In una recente dichiarazione Charles Leclerc ha affermato che la SF-23 è in linea con i target prestazionali fissati in fase di design della monoposto 2023.

Carlos Sainz – (Scuderia Ferrari)

Affermazione che nella migliore delle ipotesi testimonia la definizione di obiettivi conservativi, ma che in realtà tradiscono il grande errore del reparto corse di Maranello che ha clamorosamente sottostimato il balzo prestazionale della concorrenza. Un errore di valutazione assimilabile a quello dichiarato da Pirelli in procinto di fornire i pneumatici 2024 proprio in relazione all’inaspettata crescita delle performance di alcuni competitor.


Ferrari: il baratro dei team “storici”

Negli ultimi 15 anni la lotta al vertice è stato un affare riservata a Red Bull e Mercedes, con l’unica eccezione della meteora BrawnGP. Per uno strano scherzo del destino Ferrari e McLaren sono ferme al palo proprio dalla stagione 2008, anno in cui si spartirono i titoli iridati. Da allora il team di Woking e la rossa hanno sporadicamente lottato per il titolo mondiale lasciando definitivamente il passo alla concorrenza con l’avvento dell’hybrid era.

Solamente una semplice coincidenza o l’assenza di una cultura della trasformazione, retaggio del glorioso passato? La similitudine Ferrari vs McLaren sarebbe semplicistica se ci limitassimo a paragonare le prestazioni della McL60 con quelle della SF-23 potrebbe sembrare inappropriato, alla luce della profonda crisi del team diretto da Andrea Stella. Eppure va ricordato che nel biennio 2020/2021 le performance dei due team si sono sostanzialmente equivalse.

La Ferrari F1-75 e la McLaren MCL36 durante i test invernali del 2022

Entrambi i team sono all’alba della ennesima riorganizzazione i cui frutti potrebbero richiedere diverse stagioni di crescita prima di poter raggiungere il livello di competitività della Red Bull. Nel mentre Leclerc si dichiara fiducioso per il futuro, non nel breve periodo, in quanto il distacco dalle frecce austriache è consistente.

L’auspicio è che la fiducia del campione monegasco non sia una frase di circostanza ma sia corroborata da un reale cambiamento di mentalità all’interno del team di Maranello che da tanti anni ispira la sua partecipazione alla frase erroneamente attribuita dagli storici al barone Pierre de Coubertin. Per la storica scuderia italiana non più tempo di partecipare, è ora di vincere.


Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: F1
, Scuderia Ferrari

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Roberto Cecere