Il marchio Ferrari si aggira indisturbato nel mondo delle corse sin dall’alba dei tempi. Il suo patron, Enzo, ha sempre mostrato idee estremamente chiare sul da farsi. Anche durante i momenti più tragici della sua lunga permanenza al timone della scuderia italiana. Ce l’ha messa tutta insomma, per dare lustro a una favolosa idea nata dentro la sua testa.
Ai giorni nostri il Cavallino Rampante sa solo trottare. Non corre più, insomma, già da un po’ di tempo. I fattori sono davvero tanti e lo scopo dello scritto odierno non è quello di elencarli per l’ennesima volta. Al contrario si guarda avanti. Verso un futuro più roseo. Questa la consapevolezza che i tecnici profondono tramite enormi sforzi mirati all’interno della factory.
L’obbiettivo è talmente scontato che risulta quasi inutile ricordarlo. Tuttavia lo facciamo lo stesso: il team di Maranello vuole tornare prepotentemente nella lotta al vertice. Riempire gli occhi di vittorie altrui ha francamente stufato tutti. Non è accettabile per la squadra più blasonata della massima categoria del motorsport.
E allora non resta nient’altro che spingere. Senza troppi rimpianti di quello che poteva essere e non è stato. In questo si identifica Leclerc, splendido interprete non solo al volante, nonostante da quando milita in Ferrari le soddisfazioni non sono state poi molte. Sono arrivate, ok, ma considerando le sue enormi potenzialità, accompagnato da vetture più consone Charles poteva fare sfracelli.
I risultati sino ad ora racimolati nell’attuale campagna agnostica sono insufficienti. Lo dicono chiaramente i risultati. Tuttavia tempi e modi per recuperare ci sono. Pensare di poter chiudere il gap sulla solidissima Red Bull risulta utopico. Siamo d’accordo. Soprattutto in era budget cap. Ciononostante la voglia di recuperare è molto forte e presto, dal Gran Premio di Spagna, vedremo se la trasformazione della SF-23 sarà fattuale.
Leclerc è oramai giunto alla sesta stagione con la rossa. Sa di cosa parla quando apre bocca, rivestendo il ruolo di diretto interessato. Per questo supporta e in un certo modo in parte manleva tecnici e ingegneri da troppe “colpe”, in merito all’impossibilità della vettura modenese di sfidare le strabilianti RB19.
I compiti a casa sono stati svolti abbastanza bene e in linea di massima, anche se qualcosa di più poteva di certo essere fatto, non ci sono troppe recriminazioni. C’è però chi è stato capace di realizzare un balzo in avanti decisamente più proficuo. Parliamo della squadra ubicata a Milton Keynes, in grado di realizzare un doppio balzo verso l’alto. Questo, in estrema sintesi, il pensiero del ferrarista.
Onore al merito pertanto verso un team che, oltre alla sezione aerodinamica possiede un reparto dinamico davvero all’avanguardia. Una divisione tecnica parecchio esperta, in grado di sfruttare appieno il corpo normativo vigente e garantire una gestione delle gomme iperuranica durate la gara, fattore durante il mondiale 2023 sembra più decisivo se paragonato ad altre annate.
All’interno del contesto competitivo commentato nei precedenti paragrafi dobbiamo aggiungere un fattore. Elemento che, come nella vita, può davvero fare la differenza. Parliamo dell’aspetto psicologico abile nel rendere le cose tremendamente più difficili quando lo scenario non è all’altezza delle aspettative. Tutto si complica, in pratica, quando scendi in pista a bordo di una monoposto modenese.
Un compito assai delicato in merito alle previsioni mancate che si aggrava ancor di più specialmente se guidi una Ferrari. Charles lo sa bene. A volte è stato vittima di tale condizione invalidante come per esempio a Miami, due settimane fa, quando nel tentativo di rendere più degna una vettura carente ha oltrepassato il limite, finendo a muro, inficiando ulteriormente sugli esisti di per se già non esaltanti.
Le emozioni sono vissute al massimo in Ferrari. Tanta, troppa responsabilità grava sulle spalle dei piloti, individui preposti a rendere effettive le fatiche interne della squadra. Ogni errore è visto sempre negativo in questi casi e le critiche maligne si sprecano. Specialmente da chi, nella veste di ex pilota, invece di capire la situazione avendola sicuramente vissuta, si scaglia lanciandosi in sciocche accuse senza un minimo di comprensione.
Ma non fa nulla. Leclerc ha le spalle moto più larghe di quanto dimostra e contestualmente pensa al solo obiettivo che da sempre abita nella sua mente: laurearsi campione del mondo con la scuderia Ferrari. Per questo offre la sua personale ricetta per raggiungere l’intento comune da lui tanto bramato: duro lavoro e consistenza, soprattutto quando il clima, come in questi casi, non è propriamente quello sperato.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari
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ma per piacere...al massimo prepara i tortelli