Sino ad ora Ferrari pare abbia fatto poco. In realtà ha fatto moltissimo, ma i risultati inizieranno a vedersi solamente durante le prossime settimane. Questo, in estrema sintesi, il piano della rossa. Il recupero prestazionale è una cosa seria in F1. Soprattutto quando un regolamento assai restrittivo si attesta come prerogativa preponderante nella massima categoria del motorsport.
Si inizia a fare sul serio, insomma, nel prossimo trittico di Gran Premi che svelerà gli obbiettivi raggiungibili dal team di Maranello nella campagna agonistica attuale. Vincere non è oramai possibile. Si tratta di un fatto assodato. Lo strapotere Red Bull, peraltro in parte celato in attesa che i competitor si avvicinino, vieta qualsiasi sogno di gloria.
Per di più il cammino intrapreso dal Cavallino Rampante sarà parecchio utile non solo riguardo al presente. Sono infatti state gettate le basi per rendere solida una squadra. Fondamentali maledettamente utili per tornare alle bramosie passate nel prossimo futuro: lottare per la vittoria in ogni gara.
I continui test aero-meccanici messi in atto durante i primi round del campionato sono serviti eccome. La massiccia raccolta dati effettuata durante ogni singola prova libera, ha indirizzato gli uomini in rosso verso la strada più proficua per un doppio obiettivo, appunto: correggere la bizzosa SF-23, renderla gestibile sotto vari aspetti e al contempo, programmare il lavoro in vista del mondiale 2024.
L’uomo giusto per cambiare le cose non esiste. Detta meglio: un singolo individuo, per quanto capace, non sarà mai in grado di trascinare una squadra nuovamente alla ribalta senza l’unione di intenti. Per questo serve un gruppo di lavoro coeso. Lo sa moto bene Frederic Vasseur, francese originario di Draveil che, catapultato nel mondo Ferrari, ha impiegato il tempo necessario per mettere in moto un riassetto societario a 360 gradi.
Forse non tutti credono in lui. Non ha abbastanza esperienza per capeggiare una rivoluzione, sostiene qualcuno. Ma il transalpino, come anticipato in tempi non sospetti da Formula Uno Analisi Tecnica, a margine delle epurazioni tecniche, spontanee e non, gode della piena fiducia. Quella della dirigenza in primis. Stessa cosa per quanto riguarda ingegneri e piloti.
Ma come detto non dipende certo tutto da lui. Proprio per questo la famosa locuzione “fare quadrato”, abbracciata in toto da tutti i componenti del team, ci fa capire quanto la storica scuderia emiliana sia intenzionata a cambiare rotta. Lo ha già fatto, lo sta facendo e continuerà a farlo.
La conferma di quanto detto arriva dallo stesso Charles Leclerc. Il monegasco corrobora la tesi da noi espressa in precedenza, riguardo alle mansioni svolte dall’inizio della stagione e quelle che a breve scatteranno. “la gran parte del lavoro“, commenta il ferrarista, “arriverà d’ora in avanti“. Le idee sono chiare.
Per recuperare terreno in questa F1 gli sforzi da profondere sono molteplici. Risulta altresì vero che, quando una vettura non funziona a dovere, sistemarla potrebbe significare compiere un passo avanti evidente. Magari anche superiore a chi già marcia a velocità spedite. Questa, in parte, la speranza della Ferrari.
Lo step evolutivo che arriverà nell’arco delle prossime settimane nasce da un profondo studio sulla SF-23. Osservate le problematiche e a livello teorico risolte, si attendono le necessarie conferme in pista attraverso la “validazione” degli aggiornamenti. Trasformare il contesto da soggettivo a oggettivo per rendere fattuali le volontà.
Abbiamo disquisito di recente in merito ai provvedimenti presi. Lo scritto dedicato non pretende svelare nei dettagli le novità che potremo osservare sulle monoposto modenesi, “top secret” nelle soluzioni. Tuttavia conosciamo le aree di intervento sulle quali gli sforzi profusi hanno speso la propria forza, sommato alle prerogative che la Ferrari ha individuato come cruciali. C’è chi scommette su queste scelte, guida la numero 16 e ovviamente, rispetto a noi, è stato messo al corrente su tutto.
Parliamo sempre di Charles, sicuro che le modifiche apportate non saranno il solo pezzo forte per ricalibrare la SF-23. Il ferrarista conosce come le proprie tasche l’auto italiana. Sa cosa può offrire nel momento in cui la finestra operativa viene centrata. Da questo semplice ragionamento ben argomentato da Leclerc nasce la convinzione, quantomeno, di tornare a fare sul serio.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari