Aston Martin – Honda è un accordo di una certa rilevanza e la cui eco non si è ancora placata. Nel paddock del Principato di Monaco non si è parlato d’altro visto che gli effetti del legame si riverberano in vari ambiti. Le due realtà hanno messo in piedi un blocco esclusivo (la fornitura dei V6 nipponici sarà univoca, ndr) che somiglia molto a quello che ha portato la Red Bull e Max Verstappen a strappare gli allori iridati alla Mercedes.
Non è un caso se la campagna acquisti di Lawrence Stroll, Martin Whitmarsh e Mike Krack sia stata effettuata proprio a Milton Keynes dove è stato “pescato” Dan Fallows la cui mano si è vista chiaramente sulla AMR23 che così bene sta facendo nel campionato in corso.
Da qui al 2026, quando l’intesa darà i suoi frutti, il team dovrà crescere nelle infrastrutture e sul fronte tecnico mentre Honda dovrà non “perdere la mano” alla F1 continuando su un doppio binario: da un lato supportando la Red Bull, dall’altro implementando la nuova power unit che si prefigge di vincere sin da subito.
Proprio perché la “Grande H” sarà ancora partner strategico della Red Bull per due stagioni e mezzo, quest’ultima intende tutelarsi per evitare che segreti tecnici sensibili possano essere “trafugati” passando da Milton Keynes a Silverstone. Helmut Marko, una persona che non ama fare misteri, ha spiegato che il team austriaco ha chiesto ed ottenuto garanzie scritte da parte della Honda che non cambierà approccio fino al 2025 e che continuerà a lavorare con pieno impegno per vincere altri campionati del mondo.
Il presidente di Honda Racing Corporation, Koji Watanabe, a margine della presentazione dell’accordo con Aston Martin, ha confermato che nulla cambierà nel rapporto tra Red Bull e HRC. Anzi, l’intesa sarà ulteriormente perfezionata. Ma lo staff tecnico, nonostante queste rassicurazioni formali, teme che alcuni concetti possono automaticamente essere trasferiti da una sede all’altra via Sakura. La power unit è l’elemento intorno al quale si imposta l’intera vettura e certi principi meccanici potrebbero essere oggetto di travaso.
Il riferimento è ovviamente alla trasmissione, uno degli elementi naturalmente più interconnessi al propulsore. I funzionamenti delle due parti sono reciprocamente condizionati e questo ne determina un legame inscindibile dal quale potrebbe scaturire il passaggio di know-how.
Più che le carte scritte, Red Bull confida nell’etica della Honda che ha sempre dimostrato di muoversi in F1 nella luce piena e senza nascondersi in coni d’ombra. Il motorista, tra l’altro, ha tutto l’interesse affinché le cose procedano ben in questi due anni e mezzo per non perdere l’attitudine a lavorare sotto pressione in un team che vuole vincere. L’abitudine all’alta classifica è il miglior viatico per presentarsi all’alba della nuova era motoristica, quella che prevede l’abolizione dell’MGU-H, con un propulsore che sia ancora il punto di riferimento della serie iridata.
Honda, al di là della sagacia progettuale di Adrian Newey, è il segreto dei successi della Red Bull e di Max Verstappen. L’olandese ha creduto nel team anche quando il colosso nipponico aveva deciso di dire addio al Circus rinnovando fino al 2028. Il cambio volontà ha lasciato qualche scoria nel campione del mondo che sa di perdere un partner maledettamente forte.
A Max è andata “di traverso” la retromarcia perché ha sottolineato come Red Bull abbia dovuto approntare il proprio reparto powertrains dopo che Honda aveva deciso di smettere senza preavviso e un motivo valido. “Quando sei già in procinto di costruire un intero motore da solo, non puoi più lavorare insieme. Direi che è un po’ un peccato”, queste le parole perentorie del bi-campione del mondo che ieri ha colto il quarto successo stagionale che lo lancia, con 144 punti in carniere, nella prima vera fuga del mondiale 2023.
“Abbiamo sempre avuto e abbiamo un ottimo rapporto con loro, vederli andare all’Aston Martin è un po’ un peccato. Siamo anche molto eccitati per vedere cosa accadrà insieme a Ford. Mi è piaciuto molto lavorare con Honda, abbiamo già avuto molto successo, quindi ovviamente sarò triste di vederli andare“.
Verstappen, dunque, si lancia nella nuova realtà che ha il colore blu elettrico della Ford. Ma, contestualmente, non riesce a nascondere un pizzico di delusione per lo strano addio di Honda che prima sembrava chiudere del tutto con la F1 e poi si è accasata con Aston Martin. Sentimento condiviso anche da Chris Horner che ha riferito, a margine del GP di Monaco, che la creazione del reparto powertrains di Milton Keynes s’è resa necessaria a causa dell’abbandono di Honda e che senza questo non avrebbero fatto un salto così grande.
Proprio perché in Red Bull conoscono bene il modo di precedere del costruttore nipponico e quanto siano abili a creare propulsori efficaci nasce il timore che la perdita possa essere più influente di quanto si racconta in questi giorni. Anche perché, a Silverstone, stano facendo le cose in grande. Nel 2026 i top team potrebbero essere quattro. E attenzione anche alla Sauber legata ad Audi che di certo non starà a guardare gli altri divertirsi…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Honda, Oracle Red Bull Racing