Formula 1

Il paradosso della Mercedes condiziona Russell e Hamilton

Lewis Hamilton 59 punti (P4), George Russell 40 punti (P6). Questo lo score dei due uomini Mercedes dopo aver disputato cinque gare a bordo della problematica W14, una vettura nata male che sarà oggetto di una profonda revisione concettuale annunciata da tempo e i cui effetti, prima visivi e poi pratici, cominceremo ad apprezzare tra un paio di giorni, quando sarà tempo di verifiche tecniche per il Gp dell’Emilia Romagna 2023.

La classifica piloti non rispecchia pienamente quanto si è visto in qualifica, visto che Russell batte 4-1 lo scafato compagno di squadra. La cosa evidenzia un trend già emerso negli anni scorsi: Lewis tende ad adattarsi di più alle monoposto quando le distanze si allungano. Cosa che gli permette di superare la scarsezza di feeling che si trova ad avere nel giro push, quando c’è bisogno di fidarsi totalmente della macchina. 

Lewis Hamilton – Mercedes W14

Mercedes: W14: una macchina problematica oggetto di pesante revisione

Mercedes abbandonerà quel concept che non è riuscita a far funzionare in oltre un anno di testardo ma infruttuoso lavoro. Ormai è chiaro che l’architettura  a pance rastremate è stata bocciata dalla pista. I guadagni registrati nelle analisi computazionali sono rimasti confinati ad una sfera intangibile. 

Nella realtà, nonostante gli sforzi profusi, i tecnici non sono riusciti a replicare certe virtù rimaste virtuali. Da qui il cambio di passo che non può basarsi solo sull’accrescimento volumetrico delle fiancate. I sidepod saranno modificati drasticamente nella forma per ottenere più punti di carico e per limitare una volta e per tutte il drag che deriva anche dalla troppa esposizione delle gomme posteriori. Ma non finirà qua. L’altra area critica che sarà oggetto di revisione è quella del fondo, elemento con cui gli ingegneri anglotedeschi “combattono” da due stagioni senza venirne davvero a capo. 

Ma la veste aerodinamica, per poter funzionare in maniera efficace, ha bisogno di necessari adeguamenti meccanici. E si arriva così alle sospensioni che hanno messo in seria difficoltà un team che sulla materia era un autentico punto di riferimento grazie a soluzioni geniali alla base del lungo e quasi incontrastato dominio.

Dopo una stagione intera di apprendistato e di studi approfonditi, a Brackley ritengono di aver finalmente trovato il bandolo della matassa con una nuova configurazione all’anteriore che dovrebbe integrarsi con le novità sul fronte aerodinamico. Lo scopo è quello di fornire alla coppia piloti una vettura più facile da guidare, meno “traditrice” e semplice da settare. Lo capiremo tra poco se i target verranno centrati. 

George Russell (Mercedes AMG) durante le qualifiche del GP di Miami 2023

Mercedes: il paradosso della W14

Il pessimo comportamento della W14 ha fatto emergere una contraddizione diventata ormai un’evidenza: Russell sta guidando, dopo gli anni della Williams e il tormentato 2022, la monoposto migliore che abbia avuto in F1. Hamilton, di contro, una delle peggiori. Questo condiziona gli approcci dei due assi del volante: esalta il primo, deprime il secondo, al di là dell’adattamento tecnico alla macchina.

Viene da sé che il giovane talento di King’s Lynn abbia sviluppato un “assetto mentale” diverso visto che può contare su un mezzo che può permettergli di esprimere i suoi punti di forza molto meglio di quanto potesse accadere in Williams. Quindi George vive gli ultimi due anni come un percorso di crescita graduale per arrivare a lottare, nei prossimi tempi, per il titolo. E questo dà fiducia

Di converso, Hamilton è sull’altro lato della montagna, quello che declina in maniera molto ripida e pericolosa. Lewis vive la frustrazione di doversi confrontare con una vettura decisamente meno performante di quelle che ha potuto cavalcare dal 2014 al 2021 e questo, unito alla consapevolezza che lottare per l’ottavo titolo è quasi una chimera, non aiuta a trovare quegli stimoli per duellare contro un compagno agguerrito, affamato e non pago. 

Chiaramente Lewis deve far valere la sua forza che scaturisce da tutti quei record infranti che non si conseguono a caso. Un sette volte iridato, un pilota da 103 GP vinti e da altrettante pole position conquistate, deve avere la forza, anche nella fase finale della carriera, di pareggiare le prestazioni del giovane collega per essere ancora un punto di riferimento per il team e sperare in un futuro tecnico più florido per concorrere per il campionato del mondo.

L’abbraccio tra Lewis Hamilton e George Russell dopo le qualifiche del Gp d’Australia 2023

Da questa evidenza passa anche un rinnovo contrattuale che non è arrivato nonostante sembri essere sempre più vicino. Ecco perché la versione aggiornata della W14 avrà un valore enorme nelle future decisioni di Hamilton e della scuderia. Se la macchina risultasse ancora indigesta potrebbe forzare Lewis a ponderare altre scelte che oggi non sembrano essere nemmeno in agenda. Hamilton è in Mercedes e in F1 per vincere, non per fare da chioccia a Russell e supportarlo nella conquista del titolo. Quest’opzione non è sul tavolo.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Mercedes AMG

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Diego Catalano