Con il Gran Premio di Miami per la Mercedes si è chiusa la fase uno del campionato del mondo 2023. Non sono servite cinque gare per capire che la W14 fondata ancora una volta sul concept “zero sidepod” fosse inefficace per lottare per il gradino più alto del podio. Già durante i test invernali del Bahrain era nata la consapevolezza che servisse un cambio di passo deciso per provare a ridare un senso al mondiale su cui è stato apposto il sigillo della Red Bull.
Imola è la terra promessa degli uomini di Brackley, il circuito che deve cominciare a dare le prime concrete risposte ai quesiti tecnici che gli ingegneri si sono posti in questi mesi. Ma bisogna andare cauti con le attese ed evitare di generare facili illusioni: la Red Bull è lontana, forse troppo per pensare di rimontarla entro il 2023. Figurarsi se in un sol colpo, con tutte le novità in cantiere, si può pensare di averne la meglio.
“A Imola spero che faremo un passo avanti nella nostra comprensione della macchina. Non credo che andremo lì e saremo nel bel mezzo della lotta per la vittoria. Siamo concentrati sulla comprensione degli aggiornamenti che apporteremo e sulla creazione di una buona base”. Queste le parole di Toto Wolff che vola basso e allude, con cognizione di causa, ad un processo di apprendimento graduale piuttosto che lasciarsi trasportare dall’idea di scendere sul campo di battaglia con la spada sguainata.
E’ chiaro che in Formula Uno non si possono fare miracoli. Con il ritardo che Mercedes ha accumulato è plausibile ritenere che possano servire diverse gare per capire la nuova vettura. Questo dà il senso del momento che vivono i rappresentanti della Stella a Tre Punte che cominciano a pensare che questo 2023 possa essere un altro anno di transizione in vista di una stagione 2024 nella quale bisogna partire senza questo deficit tecnico-cronometrico che si palesa ora.
La chiave del successo del programma definito dalla Mercedes sta nel definitivo superamento di un problema che ha condizionato il team nella definizione del concept aero-meccanico: la correlazione dei dati pista – simulatore. Un aspetto che ha generato grosse difficoltà nel 2022 e che non è stato del tutto superato. Anche per questo i primi cinque GP di quest’anno hanno rappresentato una sorta di mega operazione di acquisizione dati da elaborare e correlare in fabbrica.
“Crediamo di sapere ciò che stiamo facendo per cambiare la macchina e vedremo subito se i dati in pista saranno in linea con quelli che abbiamo dalle simulazioni virtuali. Sarà positivo avere tante gare ravvicinate, perché potremo capire come funzionerà la macchina e ci darà margine per filtrare i dati e prendere le decisioni successive circa i futuri aggiornamenti”, ha spiegato Wolff dopo il Gran Premio di Miami dal quale ci si attendeva qualcosa di più.
Lo staff ora capitanato da James Allison si sta muovendo su un doppio binario: da un lato cercare più carico, dall’altro migliorare anche la piattaforma meccanica sulla quale è adagiata la veste aerodinamica. Quindi, in occasione del Gran Premio dell’Emilia Romagna vedremo una nuova carrozzeria, un nuovo fondo e una nuova sospensione anteriore. Si tratta di un intervento integrato molto grosso tra diverse aree e per questo motivo imporrà attente riflessioni col fine di imparare molto e di cercare la correlazione con simulazioni virtuali.
Su questo aspetto Wolff ha dato qualche segnale di speranza perché ha detto chiaramente che i tempi che si stanno riscontrando al simulatore sono molto buoni. Quel che bisogna capire, però, è che Mercedes non sta lavorando solo per risollevare il campionato 2023, ma sta gettando le basi già per la monoposto 2024. Cosa che ci fa intendere che quest’anno potrebbe essere affrontato non tanto per tornare a vincere con costanza, ma per risolvere una volta e per tutte i problemi che sono emersi sin dagli inizi dell’anno passato.
E’ ancora Wolff, con una disarmante onestà e senza fare giri di parole a riferire le intenzioni della scuderia che ha collezionato la striscia di vittorie più lunga della storia della F1: “L’aggiornamento che stiamo per introdurre ci permetterà di definire la direzione da prendere per il prossimo anno e di capire le varie aree che riteniamo rendono la vettura così insidiosa da guidare“.
Mercedes, pur avendo più cartucce da sparare rispetto a Ferrari (poche) e Red Bull (di più) non può permettersi passaggi a vuoto. Con la scure del budget cap che pende sulla testa degli ingegneri il vantaggio rappresentato dall’avere più ore di sviluppo viene parzialmente limitato. Per tale ragione a Brackley devono necessariamente individuare una nuova direzione di sviluppo efficace sia per quest’anno che per il successivo.
Proprio per ottemperare alle rigide regole finanziarie Mercedes ha evitato, sino a questo momento, di introdurre update di una certa importanza. Si è inteso capire per bene quali fossero i difetti per lavorarci su e correggerli in via definitiva. Tra poco più di una settimana inizia una potenziale nuova era per Russell e Hamilton che vogliono finalmente poter contare su un mezzo all’altezza delle rispettive ambizioni.
Mercedes è in F1 per vincere, si lavora per uscire dal purgatorio sportivo. Quindi, per ridare vigore alle sue ambizioni, deve finalmente dimostrare di poter uscire dalle sabbie mobili dopo due anni in cui Toto Wolff, su certi aspetti, sembrava essersi trasformato in un nuovo Mattia Binotto. La fase della comprensione reiterata della vettura e dell’analisi sterile dei dati deve terminare, altrimenti i sogni di gloria di un team glorioso tali rimarranno.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG