La F1 ha un padrone che si chiama Max Verstappen. Le qualifiche del Gran Premio di Monaco l’hanno ribadito ulteriormente. L’olandese, quando tutto sembrava perso per la pole position (oltre due i decimi di distacco al dopo il T2 dall’outsider Alonso, ndr), ha tirato la zampata decisiva che gli ha permesso di mettersi ancora una volta davanti al plotone.
Piscine, Rascasse e Anthony Noghès come lezione magistrale da mostrare in eterna rotazione a chi questo sport lo ama. Ma anche a chi lo segue distrattamente per fargli capire cos’è una masterclass di pilotaggio tra le stradine del Principato. Max si è esaltato ed ha esaltato. E lo ha fatto anche per ribadire la leadership in una squadra che si interrogava ancora sull’errore fatale di Sergio Perez che si è scavato la fossa da solo visto che partirà in ultima piazza dopo il botto a Santa Devota. Che stavolta è stata poco magnanima.
Ma ieri l’olandese non è stato il solo a rendersi protagonista di un giro straordinario. Fino a pochi secondi dalla fine lassù c’era lui, il saggio della categoria, quel Fernando Alonso che non ha fatto mistero di aver messo Montecarlo nel mirino. La tappa ideale per vincere sfruttando una Aston Martin AMR23 pingue in carico aerodinamico, efficace nei cambi di direzione e generosa in trazione. Sembrava davvero fatta per la pole, ma Max non ci stava e ha voluto mettere un po’ di pepe ad una gara nella quale il rischio noia mortale è dietro l’angolo.
Inutile dire che alla prima staccata la tensione sarà alle stelle anche se i due amici-rivali vorranno evitare di farsi reciproco male cercando di sfruttare le occasioni che si possono raccogliere in una gran premio che sa anche regalare colpi di scena quando le posizioni sono sedimentate.
Alonso, all’asciutto da una partenza al palo da ben 11 stagioni (correva l’anno 2012, era il Gp di Germania, ndr), “maledice” quegli 84 millesimi che hanno permesso a Verstappen di guadagnare un’importantissima partenza al palo nel giorno in cui la RB19 non sembrava il solito martello pneumatico. Ma l’asturiano non ha fatto drammi e in vista della gara che scatterà alle 15:00 ha mostrato un certo grado di ottimismo dettato da una vettura che, su fronte gestione gomme e passo gara, sembra poter essere la favorita per l’evento rivierasco.
“Mi sento bene, anche se la pole position significa tanto qui a Monaco. Max è stato un pochino più veloce ed è un peccato, ma la prima fila per noi è molto importante.
L’ultimo settore sembra essere il nostro punto debole su questo circuito. Ma vedremo cosa riusciremo a fare in gara in termini di strategia e se ci sarà qualche variabile meteo. proveremo a vincere“.
Come già sottolineato precedentemente, la partenza è potenzialmente uno dei momenti chiave della gara. Nando lo sa, ma anche in questo caso non perde la lucidità nel valutare i rischi che si annidano con gomme fredde e con l’adrenalina quasi fuori controllo: “E’ molto breve il tratto che porta alla prima curva. Normalmente noi partiamo molto bene, mentre Max è più incostante. Magari domani potrebbe fare una delle sue brutte partenze, speriamo…”.
In effetti l’olandese, anche quando testa gli start durante le libere, spesso mostra qualche incertezza. E uno scatto inefficace potrebbe essere fatale con un layout di pista nemico dei sorpassi. Al di là di come andrà la gara (lo scopriremo, bandiere rosse e ritardi successivi permettendo, intorno alle 17:00), c’è un nuovo duello potenziale che si configura in una Formula Uno fin troppo scontata negli esiti.
Questo è un bene. Una dinamica che si muove verso quell’incertezza nei valori sulla quale puntava Liberty Media e che, nella circostanza, è stata ratificata anche da uno straordinario Esteban Ocon che sarà terzo sulla griglia di partenza. La F1, dopo anni di dominio Red Bull – Mercedes – Red Bull deve necessariamente trovare un outsider. Per il singolo evento pare che sia stato individuato in Alonso e chissà, in Ocon. Ma quel che serve è che l’indeterminatezza osservata ieri, così come i distacchi esigui riscontrati a fine sessione, siano istituzionalizzati.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Aston Martin