Formula 1

Pirelli e i rischi dei cambi in corsa

Pneumatico. Una parola di derivazione greca che indica, fra le varie cose, l’oggetto fondamentale per potersi muovere con mezzi dotati di propulsione elettro-meccanica sulle strade e che da ormai diversi decenni è diventato l’elemento principale e principe per garantire la supremazia tecnica di un progetto di F1.

Le gomme delle monoposto sono diventate negli anni non solo motivo di disquisizione prettamente tecnica, ma anche di accuse fondate e infondate, critiche e polemiche incrociate. Ed è inevitabile che ciò accada anche con il fornitore unico Pirelli.

Il 2013 è, ad esempio, un anno che gli appassionati ricordano bene, sia per il test illegale della Mercedes, sia per il cambio in corsa della costruzione delle mescole (problemi legati alla sicurezza, con gomme che “delaminavano”) che portò a polemiche senza fine (kevlar, acciaio e via discorrendo). Indovinate quale team perse di più? Non ve lo scrivo neanche.

La premessa doverosa è che se è pur vero che nessuno obbliga un costruttore di gomme a partecipare ad un bando e ad accettare la fornitura unica in F1, è altrettanto vero che non è affatto facile districarsi in un ambiente dove ci sono spesso desideri e pressioni contrastanti fra FIA, F1, scuderie.

le gomme Pirelli utilizzate durante la stagione di F1 2023 sino al Gran Premio di Inghilterra

Tuttavia resta sempre il retrogusto non bello di vedere sempre più spesso cambiamenti che, potenzialmente, possono mischiare le carte in tavola, al di là delle intenzioni di chi decide quei cambiamenti. Ne abbiamo già parlato nell’articolo tramite uno scritto dedicato questa mattina, dove vengono riportati i prossimi cambi con relative “congetture” su quello che potrebbe succedere nel prossimo futuro.


Pirelli: le conseguenze che potrebbero comunque accadere

Non mettiamo in dubbio la scelta di Pirelli che decide di anticipare la costruzione delle mescole 2024 a Silverstone. Ci sarà un ottimo motivo: prestazioni superiori alle attese delle monoposto che si traduce in rischi maggiori di degrado anomalo e quindi sicurezza dei piloti. D’accordo.

Però… se anticipi le mescole dell’anno prossimo, poi dovrai rivedere le stesse mescole per il ’24, perché difficilmente le prestazioni delle monoposto nel frattempo non saranno aumentate sottoponendo ancor di più a stress agli pneumatici stessi. Nel comunicato stampa Pirelli si assicura che non ci saranno cambiamenti nel comportamento della gomma.

Ma nessuno, davvero, credo di poterlo affermare con ragionevole certezza, lo può assicurare. E i precedenti non sono incoraggianti (vedi sempre 2013 e anche altri anni). I tecnici hanno impostato le loro vetture, ottime o scarse che siano, su “calzature” che comunque, poco o tanto, cambieranno. Credo sia sempre assai negativo, a campionato in corso (e ripeto, salvo che non ci siano stringenti motivi di sicurezza dei piloti), mescolare le carte in tavola. Che si tratti di direttive tecniche o pneumatici per me poco cambia.

E lo direi anche se, all’improvviso, Ferrari si mettesse a volare da Silverstone (cosa comunque che è nell’ipotesi dell’irrealtà). Ciononostante sarebbe sbagliato puntare il dito su Pirelli, perché in definitiva è il potere legislativo quello che sbaglia, non un costruttore di gomme. Mi spiego meglio. Alla base di tutto resta sempre il solito problema: non si fanno test o, se si fanno, sono troppo pochi…

gomme F1 Pirelli

E allora si torna a bomba… ha senso in uno sport dove le “gomme” sono tutto o quasi, vietare i test o limitarli fortemente? Non mi risulta che, con l’attuale tecnologia, si sia capaci di replicare le sollecitazioni degli pneumatici per tutti i circuiti, le varie monoposto (non esiste il mono telaio in F1) e tutte le situazioni. E forse, visto che le variabili sono tante, non ci si riuscirà mai.

E allora perché ostinarsi a vietare il più possibile i test? E perché i team non si oppongono? E i piloti? E la stessa Pirelli, che potenzialmente si espone a critiche non avendo un numero sufficiente di dati? Domande fatte tante volte che, come in quest’altra occasione, resteranno senza risposta. Ma ciò non significa che non si debba continuare a farle…

Postilla finale. La cosa più triste di tutte di questa Formula 1 è una Ferrari semplicemente irrilevante a livello politico e non propositiva, non attiva. Totale, o quasi, assenza di guida e autorevolezza per l’intero mondo della massima categoria del motorsport. Una cosa a cui non riesco proprio a fare l’abitudine.


Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Immagini: Scuderia Ferrari

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Pubblicato da
Mariano Froldi