Formula 1

Red Bull: modello Mercedes per esaltare le performance di Verstappen

Cosa potrebbe andare storto nella stagione della Red Bull? Ad osservare i primi cinque gran premi non c’è nessun campanello d’allarme che risuona nei locali della factory di Milton Keynes. La macchina è veloce, la concorrenza è in affannoso ritardo e l’affidabilità, che l’anno scorso aveva destato qualche preoccupazione, sembra essere solidissima. Non ci sono dunque perplessità per Chris Horner e i suoi visto che, proseguendo su questo crinale, portare a casa entrambi i titoli sembra quasi una formalità.

In questo scenario idilliaco c’è solo un elemento che potrebbe, nel lungo periodo, generare qualche grattacapo. Il riferimento è al rapporto tra Sergio Perez e Max Verstappen. Per ora le cose vanno bene, non si sono osservate tensioni particolari. Anche perché, eccezion fatta per l’ultimo Gran Premio di Miami in cui le condizioni tecniche erano dissimili (causa gomme diverse), i due in pista non si sono praticamente mai confrontati da vicino per poter inscenare un duello potenzialmente esplosivo.

Red Bull, Verstappen – Perez: un rapporto in precario equilibrio

Eppure, sotto la cenere, la brace è ancora viva. Ricorderete le tensioni nate nel 2022 quando, in Brasile, Verstappen si rifiutò platealmente di aiutare Perez nella rincorsa al secondo posto poi agguantato da Charles Leclerc nell’ultimo appuntamento iridato? Quella dinamica era figlia di quanto era accaduto a Montecarlo, con Sergio che aveva volontariamente stoppato la sessione di qualifica causando un danno al compagno di squadra che partì più indietro. Condizione assolutamente limitante sul budello rivierasco. E infatti alla fine la spuntò il messicano.

Max Verstappen e Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing)

Ma quell’episodio deriva direttamente da quanto si verificò a Barcellona, quando il muretto box chiese un sacrificio all’ex Racing Point che vide sfumare una possibile vittoria per concederla al collega che aveva avuto problemi col DRS ed era rimasto a lungo imbottigliato dietro un tenacissimo George Russell dopo aver commesso anche un errore che poteva costargli la gara.

Si cita questo episodio per evidenziare che nel campionato scorso qualcosa nella gestione della coppia piloti non aveva ben funzionato visto erano sorte delle tensioni così forti che a un certo punto sembravano poter far esplodere il duo. Un lungo lavoro diplomatico è servito da parte di Chris Horner ed Helmut Marko per ricomporre l’infranto e creare un affiatamento che sembrava smarrito.

Un equilibrio evidentemente sottile che per essere mantenuto deve necessariamente essere alimentato da politiche efficaci. Quest’anno stiamo vedendo un team che non sta imponendo ordini di squadra e che ha più volte comunicato che entrambi i conducenti sono liberi di poter correre. Una situazione resa possibile anche dall’enorme vantaggio tecnico palesato dalla RB19 sulla concorrenza.

Piacevole condizione, questa, che conosce bene Toto Wolff che nel 2016, con una vettura soverchiante, dovette sudare le proverbiali sette camicie per evitare che le tensioni tra Nico Rosberg e Lewis Hamilton deflagrassero in maniera irreversibile. Un campionato vinto agevolmente che comunque ebbe conseguenze di un certo rilievo visto che il tedesco mollò tutto e che la Mercedes preferì sostituirlo con un pilota meno “fastidioso” e più aziendalista come s’è dimostrato essere Valtteri Bottas.  

Il contatto “fratricida” tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg nel GP di Spagna 2016

Proprio da Wolff arrivano i consigli che un rivale non s’aspetta. “In virtù della mia esperienza dico che questo è un lavoro molto delicato per Christian. Entrambi i piloti cercheranno sempre di assicurarsi di essere trattati in modo equo. Nel caso del nostro team era importante mantenere la trasparenza, discutere le cose prima di andare in gara e stabilire dei limiti. Alla fine entrambi i piloti, anche quando si trattava di Nico e Lewis, hanno rispettato l’opinione della squadra. Noi abbiamo riconosciuto che potessero combattere l’uno contro l’altro”.

Guardando indietro ci sono cose che probabilmente avremmo fatto diversamente, specialmente nel 2016. Ma bisogna trovare il giusto equilibrio tra accettare che due piloti stiano correndo per vincere il campionato e che allo stesso tempo fanno parte di una struttura più grande. Penso che non sia facile”, ha chiosato il manager viennese.

Ma quello che deve gestire Horner è un problema che Wolff affronterebbe ben volentieri perché vorrebbe dire che la W14 non sarebbe la vettura problematica che in realtà è. Il team principal della Red Bull non ha respinto i suggerimenti del collega austriaco ma li ha accettati con riserva affermando di “[…] fare tutto ciò che ha detto Toto, ma in maniera migliore“. 

Toto Wolff (Mercedes) – Christian Horner (Red Bull Racing)

Red Bull: libertà di sfidarsi per creare un clima di lavoro ideale

Horner ha chiarito che nella squadra, nonostante il problematico 2022, sanno come amministrare questa dinamica: “È una situazione che abbiamo già vissuto e penso che la cosa più importante sia assicurarsi che la paranoia non si instauri e che entrambi i piloti siano trattati allo stesso modo“.

Ti sforzi per garantire l’uguaglianza sono massimi, al punto di sapere quale pilota esce per primo dal box ogni fine settimana. Ma non puoi controllare ogni aspetto dello sport. Ci sono sempre variabili come un pit che va male o una safety car che cambiano le carte in tavola. Penso che finché i piloti sanno che entrambi hanno le stesse possibilità non possano sorgere problemi”. 

Horner, per evitare che il 2023 si trasformi in una sorta di incubo sportivo fatto di tensioni ingestibili, deve continuare sulla strada tracciata sino a questo momento. Gli ordini che venivano imposti nel 2022, è evidente, hanno generato più di un dissapore. La quasi totale libertà di quest’anno, invece, sta permettendo di creare un clima più sereno nel quale Perez non ha rimostranze da fare e Verstappen può esaltarsi concedendo prestazioni come quelle offerte domenica scorsa.

Perché alla fine, come capitava in Mercedes tra Hamilton e Bottas, i veri valori emergono. E Max Verstappen è un pilota tecnicamente più preparato di Sergio Perez. Quindi non faticherà, alla lunga, ad avere la meglio.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing, Mercedes AMG

Vedi commenti

  • A Montecarlo 2022, SP non andò a sbattere intenzionalmente, non diffondere falsità
    Nel 2022, SP è stato penalizzato da ordini di scuderia (GP Spagna e Francia), macchina diversa (fondo differente in 4 GP consecutivi, con perdita al giro di almeno 0,5 sec). Cambio rotto x vita utile ormai alla fine (vedi GP Canada). Tutto questo per fare vincere artificialmente a MV.

    Questo anno RB ha già colpito in Australia (SP con macch. perfetta facendo settori fucsia nelle PL2, per poi nelle PL3 avere un macch. inguidabile causa interventi meccanici fatti sulla sua vettura, per poi forzarlo a non classificarsi per fuori pista nel 1° giro di Q1). No si è mai chiarito cosa è realmente accaduto sulla su macch.

    A Miami le RB di MV e SP erano diverse
    La RB_A di MV aveva aerodinamica e mappatura diversa alla RB_B di SP (vedi telemetrie)
    Quindi era più veloce di almeno 1-2 sec al giro

    MV è un gran piloto, ma non di altro livello pianeta. E' un piloto top, così come lo è SP.
    Ad armi pari MV fa molta fatica a superare SP (vedi GP Jeddah, Baku).

    Staremmo a vedere cosa succede nei prossimo GP, sperando una lotta pulita tra MV e SP, senza rotture e andamenti strani sulla macch. di SP.

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Pubblicato da
Diego Catalano