144 a 105. In una sola gara Max Verstappen ha aperto uno strappo in classifica che potrebbe avere un grosso peso nell’economia del campionato del mondo di F1 2023. Sergio Perez, che ha ottenuto due vittorie, ultimamente sembra essersi smarrito in errori figli della pressione che nasce quando accanto si ha un compagno di squadra velocissimo e che non molla un centimetro, anche su una pista che potenzialmente poteva favorire la Red Bull RB19.
In questa fase il buon Sergio avrebbe bisogno di un po’ di supporto in seno al team. E non è detto che non stia arrivando. Ma di certo le parole espresse da Helmut Marko, come al solito tagliente e senza peli sulla lingua, non possono contribuire a rasserenare la mente di un driver apparso in difficoltà negli ultimi due appuntamenti iridati.
“La sua gara è stata impossibile”, ha esordito diretto come un treno il superconsulente della scuderia. “Dopo quell’incidente non aveva più importanza. È andato tutto storto, ma spero che gli errori di domenica siano sufficienti per il resto della stagione. In generale, la sua velocità quando guidava libero era buona. Ma l’incidente in qualifica ha rovinato il weekend”. Una bacchettata per una topica, quella nella Q1, che ha effettivamente mandato alle ortiche l’intero weekend dell’ex Racing Point.
Ma ciò che rende difficile la posizione di Perez è l’elogio che Marko fa di Max. Sembra di vedere quei genitori che lodano il figlio bravo a scuola e mortificano quello meno avvezzo allo studio senza rendersi conto dei possibili danni collaterali che questo modo di procedere può causare.
“Il weekend di Verstappen è iniziato con un giro di qualifica incredibile e poi proseguito nel migliore dei modi. Una prestazione incredibile, ha sempre avuto il controllo della situazione in tutte le condizioni: asciutto, intermedio e bagnato. Ha gestito la situazione senza particolari problemi. Quando era chiaro che stesse arrivando la pioggia gli abbiamo detto di cercare di rimanere fuori per non doverci fermare due volte. La comunicazione tra i tecnici e Max è stata eccellente“.
Bacchettate severe contro lodi convinte, quindi. In pubblico, come nel suo stile senza filtri che non prevede la contestualizzazione. Un atteggiamento duro ma forse necessario per svegliare il messicano da quella catatonia sportiva in cui cade ciclicamente, proprio sul più bello e quando dà l’impressione di potersela giocare addirittura per il bottino più prezioso che ci sia: il titolo iridato. Su questo andamento altalenante si interrogano in Red Bull.
Perez, a fine gara, ha fatto ammenda scusandosi con tutta la squadra parlando di errore inaccettabili e di necessità di imparare a non commetterne più. Un ritornello già sentito che spiga una delle differenze più marcate tra i due alfieri della franchigia di Milton Keynes: da un lato un regolarista affamato, dall’altro un conducente che tende a mollare di schianto quando la pressione aumenta oltre i limiti di guardia.
Horner, sempre più accondiscendente del suo collega austriaco, ha parlato della necessità di voltare pagina nell’immediato. Barcellona deve essere l’occasione del pronto riscatto. Un palcoscenico suggestivo perché, l’anno scorso, a Perez fu chiesto di sacrificare la sua gara per favorire la vittoria di un Verstappen afflitto dai problemi al DRS e pasticcione in avvio di gara.
Solo questo basterebbe per moltiplicare gli stimoli del messicano che si aggrappa all’ultima, flebile, speranza di tenere aperto il campionato del mondo. A sperarlo è lui ma anche chi sogna una tenzone che non si chiuda con larghissimo anticipo come fu l’anno passato.
Senza perdere di vista un sano realismo è difficile che i valori visti negli ultimi anni in seno alla Red Bull possano cambiare. Il driver di Guadalajara è un gregario, così come lo sarebbe quel Daniel Ricciardo da molti invocato e che spesso è stato agitato a mo’ di spauracchio per mettere pepe alle prestazioni di Perez. E’ stato ancora una volta Helmut Marko a chiudere all’ipotesi di una sostituzione in corso d’opera che potrebbe avere addirittura un effetto peggiore poiché le ultime annate dell’italo-australiano sono state tutto fuorché entusiasmanti.
La sensazione è che, al di là delle pubbliche filippiche dell’ex pilota di Graz, questa situazione possa stare tutto sommato bene ai vertici perché mette Verstappen in condizioni di rendere al meglio senza subire lo stress di dover duellare con un compagno di squadra. Ancora, la schiacciante superiorità della RB19 non mette a repentaglio un titolo costruttori che sembra essere ancora più incanalato di quello piloti.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing