Red Bull è la vettura da battere anche nella stagione 2023. Il quinto appuntamento è ormai alle porte e il bilancio delle prime quattro tappe iridate è chiaro: la RB19 è semplicemente dominante. Il team di Milton Keynes, infatti, ha conquistato 3 pole position, 4 successi e 3 doppiette tra Bahrain, Arabia Saudita e Azerbaijan. Soltanto il quinto posto ottenuto da Perez a Melbourne ha evitato l’en-plein anglo austriaco.
Tuttavia, nonostante l’errore commesso nelle qualifiche australiane, il messicano è stato protagonista di una partenza fulminante , la migliore da quando gareggia in F1 dal 2011. Il trentaduenne ha trionfato al Jeddah Corniche Circuit e al Baku City Circuit, due successi maturati alla distanza, tenendo sotto controllo l’eventuale ritorno del compagno di squadra con un ritmo gara simile ad una qualifica.
Gestione del passo e dell’usura delle coperture ma anche lucidità e freddezza, questo il mix di ingredienti che stanno consentendo a Checo di mantenere il livello di prestazioni del bi-campione del mondo in carica. Ben pochi, tra appassionati e addetti ai lavori, si sarebbero aspettati che solamente sei lunghezze avrebbero separato i due della Red Bull
Il bolide blu racing si sposa perfettamente con le caratteristiche di guida sia Max Verstappen sia di Sergio Perez. Nonostante stili differenti, la nuova monoposto partorita dalla mente di Adrian Newey ha mostrato una versatilità non indifferente per quanto concerne la pura guidabilità: stabilità in frenata, trazione, amministrazione del carico a centro curva e precisione di inserimento in ingresso.
Il fatto che ambedue i piloti abbiano fornito feedback positivi, si tradurrà in una maggiore flessibilità per quanto riguarda gli assetti da testare nei differenti fine settimana di gara. Analizzando gli stili di guida, Verstappen predilige un avantreno molto preciso in inserimento, riuscendo a gestire un posteriore meno stabile con una tendenza più al sovrasterzo.
Perez, invece, preferisce una vettura più docile nelle differenti fasi. L’anno scorso l’auto di Milton Keynes si adattava alle caratteristiche di guida del messicano sino all’arrivo dei primi sviluppi. Successivamente gli up date hanno indirizzato la monoposto sullo stile di guida del giovane talento di Hasselt, fornendo un plus prestazionale all’olandese.
Quando la RB18 venne cucita su misura a Verstappen, Perez disputò due fine settimana anonimi per quanto concerne la performance pura in Francia e Ungheria. A Le Castellet andò in crisi nella gestione degli pneumatici, sia medi che duri. A Budapest, invece, fu autore di una qualifica da dimenticare chiusa col 12° tempo tramite l’esclusione nel Q2.
Questo per sottolineare quanto sia complicato guidare una vettura che non si sposa con le proprie caratteristiche. Un caso analogo lo aveva vissuto Alexander Albon con la RB15 e la RB19, rispettivamente nella seconda metà dell’annata 2019 e 2020, quando si trovò a guidare monoposto nate e sviluppate sotto i dettami del pluri campione del mondo.
Entrambe le vetture erano contraddistinte da un avantreno molto forte, mentre il posteriore era più instabile soprattutto nelle sezioni a bassa velocità. Non che alla Red Bull mancasse grip meccanico in fase di trazione, ma semplicemente l’assetto meccanico e il bilanciamento erano studiati in funzione di Max per massimizzare le sue grandi qualità.
Quello che è emerso nell’arco dell’ultimo triennio alla guida della Red Bull, è la capacità del messicano di esaltarsi sui tracciati cittadini. Infatti, con la scuderia anglo-austriaca, le 6 vittorie ottenute sono maturate su questa tipologia di tracciato, non un caso dunque. Danzare tra i muretti, sfiorandoli o baciandoli per guadagnare ogni millimetro possibile e sfruttare gli eventi a gara in corso come la Safety Car, esaltano l’ex pilota Racing Point.
Successivamente alla gara di Baku, proprio Helmut Marko ha avvisato Verstappen in vista di Montecarlo: “Ha toccato quattro volte il muretto nella gara azera, deve stare attento…”. Un chiaro segnale di come il pluri iridato olandese non possa sottostimare le capacità di guida del suo compagno di box nell’arco dell’annata.
Abbiamo già visto nel 2016 come i favori del pronostico possano essere sovvertiti, con Nico Rosberg che riuscì a battere un certo Lewis Hamilton nella corsa al titolo. La storia insegna e, perchè no. anche se in maniera differente, ripetersi.
Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Foto: Red Bull Racing