Come da copione anche in Florida arriva il monologo Red Bull, forse ancor più avvilente per la concorrenza del team di Milton Keynes. Lo svolgimento anomalo delle qualifiche, caratterizzate dal botto di Charles Leclerc, aveva relegato Max Verstappen in un’anonima nona posizione. Scenario sovvertito la domenica con una prestazione sontuosa del fuoriclasse olandese.
Per la prima volta in stagione l’andamento della gara non è stato condizionato dall’ingresso di Safety Car/VSC e nessun pilota ha montato le gomme Soft nelle fasi finali di gara per tentare di agguantare il giro più veloce. In tali condizioni la classifica dei giri più veloci in gara rappresenta la cartina di tornasole dei rapporti di forza.
Basti pensare che la tornata più veloce fatta registrare dal campione del mondo in carica è più rapida di ben otto decimi di secondo rispetto al secondo tempo realizzato dallo spagnolo Fernando Alonso al volante della sua Aston Martin AMR23.
Appare evidente che a meno di clamorose inversioni di tendenza, il la squadra austriaca è destinata a dominare il mondiale in modo schiacciante. Anche senza la forza del giovane talento di Hasselt, il titolo sarebbe un gioco da ragazzi per Sergio Perez. Segno tangibile di quelle superiorità che rende quasi superfluo il valore aggiunto della prima guida.
Nel 2002 e 2004 Rubens Barrichello avrebbe vinto a mani basse il titolo piloti, così come Bottas nel biennio 2019/2020. Negli anni di dominio Mercedes proprio Verstappen ha spesso sminuito i successi di Lewis Hamilton affermando che con il mezzo a disposizione di Lewis metà dei piloti in griglia avrebbero potuto conquistare il titolo iridato senza problema alcuno.
Dalla metà della scorsa campagna agonistica il medesimo vantaggio competitivo è a disposizione della scuderia austriaca che, al pari della Mercedes, sta dominando la scena in lungo e in largo. La “magnifica noia” RB19 riuscirà a sminuire i successi dell’olandese al punto da desiderare una nuova sfida? Contestualmente, Red Bull potrebbe pensare per la prima volta nella sua storia di poter vincere indipendentemente dal suo pilota di riferimento?
Che il fuoriclasse nato in Belgio non sia la massima espressione dell’empatia e che non faccia nulla per smussare l’immagine di un ragazzo poco incline a vestire i panni della star è ormai un dato di fatto. Altri piloti, dopo la prestazione offerta domenica a Miami, si sarebbero lasciati andare a una lecita euforia anche in ragione del devastante ko inferto al teammate. Sul gradino più alto del podio abbiamo visto un ragazzo quasi “rassegnato” alla normalità dei risultati raggiungibili con la fantastica RB19.
Per la prima volta da quando corre in F1 risulta evidente come il suo successo sia frutto della monoposto piuttosto che del suo smisurato talento. Sino al 2020 i successi di Max erano figli dell’estro e della cattiveria agonistica messi in pista per rivaleggiare contro la superiorità di Mercedes e, in alcune circostanze, della Ferrari. Da ragazzo scaltro è perfettamente cosciente che la totalità dei colleghi potrebbe vincere il titolo con una monoposto così dominante.
Il due volte campione del mondo saprà scendere a patti con il suo smisurato ego? Campionissimi del passato devono i loro successi alla geniale mente di Adrian Newey. Basti pensare che un pilota del calibro di Mika Hakkinen, prima di guidare una monoposto progettata da Newey, aveva colto un solo successo in carriera, benevolmente regalato da Jaques Villeneuve nel rocambolesco finale della tappa di Jerez 1997.
Verstappen saprà convivere con un successo dovuto in larga parte alla bontà progetto tecnico piuttosto che dalle sue abilità di guida? Probabilmente Red Bull è nel pieno di un ciclo vincente che potrà garantire ancora molte soddisfazioni al ragazzo dei paesi bassi. Hamilton, per esempio, non ha mai cercato una nuova sfida nel momento di maggior dominio in Mercedes, legando praticamente a vita il suo nome con quello della stella a tre punte.
Max nel bene e nel male è fatto di un’altra pasta rispetto a Lewis. A ragione o a torto si considera nettamente superiore ai suoi colleghi e questo lo potrebbe portare a sposare una nuova causa, soprattutto se in futuro sarà ancor più evidente che la sua classe sarà un fattore ininfluente per la conquista della corona iridata. Al tempo stesso Red Bull potrebbe non essere più Max-dipendente e saper dimostrare di vincere senza il pilota più forte della new generation.
Per il momento sono semplici supposizioni, ovviamente. Tuttavia non è da escludere che Verstappen non accetti che le sue vittorie siano ricordate come frutto della schiacciante superiorità di un mezzo meccanico strepitoso. Luogo comune frequentemente utilizzato per derubricare i successi di Sebastian Vettel proprio a bordo delle monoposto firmate da Adrian Newey.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Oracle Red Bull Racing