Red Bull domina. Il verdetto della pista di Miami è chiaro e lampante, in maniera quasi inaspettata sulla base degli esiti della qualifica e più in generale di questo inizio di stagione. Nella scorsa puntata del Santini Scripsit mi domandavo se il futuro del 2023 targato Liberty Media passasse proprio da Perez. Ed invece con la sua vittoria netta, Verstappen vuole scacciare immediatamente dalla testa i pensieri di un 2016 bis, l’annata che vide il “secondo pilota” di una vettura dominante in grado di prendersi il titolo a discapito di un teammate con già tre titoli in tasca.
Corsi e ricorsi storici che, sia chiaro, non sembrano impensierire in alcun modo il campionissimo olandese. Ragionamenti di questo tipo sono soltanto appannaggio di noi annoiati osservatori, in cerca di qualsivoglia appiglio per dare un senso ad una stagione, quella 2023, che è apparsa a senso unico sin dal primo weekend di gara, purtroppo.
Perez non vale Rosberg, questo è chiaro. Senza nulla togliere alla stagione del messicano che sta evidentemente esprimendo il suo meglio con Red Bull, massimizzando il potenziale di una vettura straripante in termini di performance. Appare però chiaro che non potrà mai essere lui il pilota in grado di sconfiggere Verstappen a parità di monoposto, al netto di situazioni limite difficilmente ipotizzabili quali ripetuti problemi di affidabilità sulla vettura numero 1.
Se Newey è riuscito nuovamente ad uccidere la massima categoria a ruote scoperte, Horner e Marko hanno fatto il resto puntando su una formazione chiaramente ad una punta, in cui gli equilibri della squadra non sono mai in discussione e mai lo saranno, ovviamente. Perchè dovrebbe.
Chi ci rimette in questa situazione è il pubblico, vecchio e nuovo, della F1. Al netto della nuova popolarità mondiale dello sport, dubito che anche il successo di Drive to Survive possa esser sufficiente a mantenere sulla cresta dell’onda a lungo termine uno spettacolo in cui il vincitore del mondiale è tale sin dall’inizio.
L’obiettivo del nuovo regolamento doveva essere proprio quello di accorciare la griglia, aumentando spettacolo e imprevedibilità in pista: a conti fatti, però, il passo indietro rispetto al 2021 a livello di alternanza di vincitori è molto evidente. Il 2021 resta un’annata eccezionale, nel senso proprio di eccezione, ma non dobbiamo arrenderci ad una F1 necessariamente monotona come quella che abbiamo visto nella maggior parte delle annate dell’ultimo decennio.
Nell’ultima puntata di Spit Stop, il podcast “pop” di Formula Uno Analisi Tecnica, abbiamo ampiamente parlato delle differenze tra la F1 ed il motorsport americano, tentando di analizzare le possibili direzioni che Liberty Media potrebbe tentare di prendere, nel prossimo futuro, considerati gli evidenti riferimenti.
La discussione sulla differenza tra “contenitore” e “contenuto” di questa categoria è sicuramente centrale, eppure mi domando quanto a lungo potrà durare questo periodo di grande successo prima che a scoppiare sia proprio la “bolla” creata dall’interesse di questo pubblico main stream che inevitabilmente sarà solo di passaggio per buona parte.
Se è vero che non si può arrivare a un monomarca per non snaturare la natura stessa della massima competizione, è altresì certo che non ci si possono permettere interi campionati di questo tipo se l’obiettivo è fidelizzare un determinato pubblico/target, creare spettacolo a ogni costo (anche tramite una imprevedibilità artificiale, se necessario) e magari arrivare a 25 o addirittura 30 fine settimana agonistici con tanto di gare sprint e doppie qualifiche.
Abbiamo sperato che potesse bastare un Perez a distrarci da questi pensieri, ma purtroppo non è stato sufficiente. Se a inizio maggio non possiamo dunque più interrogarci su chi vincerà il mondiale, l’unica vera domanda di attualità resta la seguente: sarà in grado Red Bull di vincere tutte le gare della stagione come profetizzato in tempi non sospetti da Russell?
Autore: Marco Santini – @marcosantini91
Immagini: Oracle Red Bull Racing
Vedi commenti
A Miami, le macchine RB non erano a fatto uguali. MV guidava la RB_A più veloce di almeno 2 sec. della RB_B di SP. La differenza a favore di Max, si bassa su un carico aerodinamico e una mappatura motore più efficienti riguardo a quelle di SP (il quale non le può usare per ordini di scuderia). Quando le macchine sono veramente uguali, si dimostrato ampiamente a Jeddah e a Baku che MV non è in grado di superare a SP (anche se dal box fanno di tutto e di più per agevolare il sorpasso), mentre che a Miami lo ha superato con moltissima scioltezza. Se continua questo giochino, MV diventerà artificialmente campione 2023. Vergogna.
Sottoscrivo anche le virgole del commento di
ML. Questo è un giornalismo becero perché ???? incapace (forse) di leggere la realtà nella convinzione che i lettori siano tutti scemi.