Quella di Montecarlo passerà alla storia come la prima grande occasione persa nella “Mission 33” di Fernando Alonso. Per chi non lo sapesse, quello tra virgolette è il nome in codice dato dal bicampione spagnolo alla sua rincorsa alla vittoria numero 33 in Formula 1. Vittoria che manca ormai da 10 anni, ovvero dal suo Gran Premio di casa del 2013, quello stravinto con la Ferrari F138 dopo un doppio sorpasso in partenza al largo di curva 3. Altri tempi, un’altra Formula 1, eppure a distanza di un decennio l’asturiano resta oggi l’unica vera alternativa in pista allo strapotere delle vetture di Adrian Newey, nonché l’unico elemento di rischio da calcolare per il muretto di Christian Horner.
Le performance dell’Aston Martin di quest’anno sono totalmente inaspettate, il che unito alle 41 primavere di “Padre” Alonso hanno portato a simpatia la sua missione anche a chi non lo ha mai davvero tifato o neanche sopportato. Non fosse altro come unica alternativa possibile allo strapotere Red Bull di questa prima fase di stagione, con la RB19 potenzialmente in grado di vincere tutte le 23 gare di questo 2023.
Dunque in attesa che arrivino i tanti sospirati ed attesi effetti del budget cap e della relativa penalità a (potenzialmente) castrare le prestazioni della straripante vettura dei bibitari (che avrà dunque sviluppi limitati), tutta l’attesa era proprio sulla gara del principato di Monaco, indicata da molti come candidata ideale per portare la verdona alla tanto attesa vittoria. Nonostante però un giro di qualifica impeccabile dell’alfiere Aston Martin, il giro della vita è valso a Max Verstappen pole position e conseguente vittoria nel principato.
Per essere chiari, prima di qualunque ulteriore analisi: quanto fatto dall’olandese al sabato passerà alla storia come il giro perfetto in una delle sessioni di qualifica più entusiasmanti della storia recente, con il campione del mondo che è riuscito a fare il capolavoro “di esagerazione” che per una curva gli era sfuggito a Jeddah nel 2021.
Eppure anche in una pista in cui è praticamente impossibile superare, la pioggia aveva regalato una possibilità ad Alonso di vincere la gara. Ciò che merita una seria analisi è capire se Alonso poteva davvero trionfare a Monaco prendendosi un rischio in più rispetto al diretto avversario: la risposta è che purtroppo sì, l’eccesso di cautela del muretto Aston Martin gli è costata la vittoria. Per provare a capire meglio la situazione ho rivisto la sequenza di giri su F1 TV con team radio dei piloti e live timing, nell’ottica di ripercorrere i singoli passaggi.
L’analisi deve necessariamente iniziare con la situazione ad inizio 53esimo giro, con Verstappen leader della corsa con 12 secondi su Alonso e circa 44 su Ocon (che è quarto, dietro Russell, che deve ancora effettuare la propria sosta). Cadono le prime gocce di pioggia e nel giro precedente Verstappen ha guadagnato quasi un secondo pieno ad un Alonso in difficoltà: la mescola dura dell’asturiano ha infatti un minor grip sull’asfalto viscido rispetto alle gomme medie, seppur maggiormente usurate, dell’olandese.
Tra la fine del giro 53 e l’inizio del 54 comincia a piovere seriamente, laddove nel 53esimo giro Verstappen ha guadagnato nuovamente nove decimi in un giro su Alonso. Il box Aston Martin chiede ad Alonso che gomma montare, lui dice che “dipende dalle previsioni meteo”, le quali però prevedono una “pioggia leggera” che non aiuta la decisione.
Nel corso del giro 54 avviene la diversificazione strategica tra Alonso e Verstappen. Fernando già da 3 giri dice infatti ai box di essere in grave difficoltà a gestire la situazione con le dure usate, chiedendo un cambio gomme alla prima occasione di pit window libera. Lo spagnolo ammette però di non essere in grado di prendere una decisione chiara sulla gomma da montare: piove forte infatti soltanto in 3 curve, ma il resto della pista è prevalentemente asciutta.
Nando chiede al muretto quanto vantaggio c’è su Ocon, per valutare l’eventualità di un doppio pit stop: l’idea sembra essere dunque quella di prendersi un rischio al primo tentativo ed eventualmente di correggere il tiro al giro successivo senza perdere la seconda posizione.
La risposta è affermativa ma Alonso conferma di essere indeciso sulla scelta, che viene dunque presa dal team: box this lap per gomme medie nuove. Alonso sarà l’unico a montare le medie al posto delle intermedie, scelta poco sensata a vedere la gara sul divano da casa, ma l’idea è quella di “copiare” la condizione in pista degli avversari – a partire da Verstappen – lasciandosi aperta la porta ad una possibile gomma intermedia qualora dovesse intensificarsi la pioggia.
Anche Russell e Ocon dietro di lui decidono di rientrare alla fine del giro 54, ma la gomma scelta è l’intermedia. Per sfortuna dell’asturiano, nel corso del giro 55 arriva l’acquazzone, con Russell che fa un errore con la gomma fredda e perde il podio su Ocon. Verstappen e Alonso annaspano per tornare ai box, col primo però che commette un errore andando a toccare le barriere prima del tunnel.
Il giro di rientro dell’olandese è molto più lento di quello dell’asturiano che ha gomme nuove, seppur da asciutto, col risultato che Verstappen perde molti secondi sugli inseguitori. Qui lo snodo fondamentale nell’analisi della gara: dopo le soste, Verstappen ha soli 20 secondi di vantaggio da Alonso, un tempo inferiore a quello necessario a percorrere la pit lane ed effettuare la sosta.
Per rafforzare la tesi con i dati del cronometro, dietro di loro Ocon ha appena fatto segnare un 1:42.3. Nel giro 57 i due leader faticano con la gomma fredda, con Verstappen che al primo giro con le intermedie gira in 1:46.1, Alonso in 1:48.5 ed Ocon addirittura in 1:41.7. Il francese così facendo si ritrova a 27 secondi da Verstappen ed a soli 4 da Alonso, che è a quel punto a 23 da Max. Dal giro 58 i tempi si stabilizzano e la gara prosegue stabile fino al traguardo.
Appare dunque chiaro ed incontrovertibile un fatto: la strategia del muretto Aston Martin, davanti ai dubbi di Alonso sulla mescola da utilizzare, è stata quella di preservare il secondo posto invece che puntare ad attaccare il primo. Qualora infatti alla fine del giro 54 si fosse montata l’intermedia, come fatto da Ocon, lo scenario si sarebbe ribaltato: complice infatti l’errore di Verstappen durante il giro 55 e il conseguente lentissimo in lap, Alonso si sarebbe trovato con ogni certezza leader della corsa all’inizio del giro 56.
Viceversa, si è dato priorità all’evitare guai mettendosi in una situazione di maggior sicurezza, togliendo una gomma inadatta prima possibile: ovvio che è facile parlare col senno di poi e che la toccatina di muro di Verstappen avrebbe potuto dare esiti ben diversi (e peggiori), ma appare chiaro come si sarebbe potuto tranquillamente prendere la stessa strategia ma semplicemente invertendo le componenti di rischio, montando dunque l’intermedia come prima scelta per poi eventualmente tornare alla media in caso di pista asciutta. Insomma forse il muretto ha pagato l’inesperienza nel trovarsi a situazioni del genere, con la vittoria in ballo e decisioni da prendere in pochi secondi.
Trattandosi del primo vero “errore”, se così vogliamo chiamarlo, in 6 gare (e con 5 podi totale in cascina), le scelte degli uomini di Mike Krack sono ampiamente perdonabili. Da segnalare anche come lo stesso Alonso, nonostante le 41 primavere e la relativa esperienza, abbia preferito affidarsi al team piuttosto che imporre una scelta di cui non era certo. Al netto di ciò che poteva essere, guardiamo avanti a ciò che sarà: aggiornamenti della vettura permettendo, la Mission 33 si rilancerà già nella gara di casa dell’asturiano, nella speranza – al netto del tifo e delle simpatie – che sia in ogni caso lo spettacolo ad avere sempre la meglio.
Autore: Marco Santini – @marcosantini91
Immagini: Twitter – Aston Martin F1