La F1 si è data una data. Scusateci per il gioco di parole, ma è quel che sta accadendo in relazione ai cambi regolamentari che dovranno caratterizzare la nuova era tecnica che va approssimandosi. Dopo due anni in cui abbiamo osservato in azione le vetture “next gen” il bilancio non entusiasma visto che siamo usciti da un dominio – quello Mercedes, che invero era stato spezzato grazie alla Red Bull e a Max Verstappen – e ne siamo entrati in un altro altrettanto potente. E prepotente.
I vertici della Federazione Internazionali e quelli di Liberty Media, al di là di esternazioni di circostanza, se ne sono avveduti e, loro malgrado, hanno compreso che è necessario correre ai ripari. Ma non con toppe che sarebbero peggiori dello strappo; bensì con azioni calcolate e che soprattutto non intervengano in corso d’opera ledendo il principio della meritocrazia.
Stefano Domenicali, in tal senso, aveva affermato che non sarebbe giusto cambiare le regole in risposta al monopolio messo in atto dalla Red Bull: “Non è corretto perché non possiamo essere visti come uno sport di manipolazione. Non sto immaginando affatto questo tipo di approccio. Si tratta di meritocrazia, quindi dobbiamo considerare che hanno fatto un lavoro incredibile. È vero che il gap sembra essere grande, ma dobbiamo essere prudenti perché sappiamo che nella vita le cose possono cambiare molto rapidamente“.
Le rivoluzioni normative introdotte negli ultimi anni servivano proprio per evitare che una nuova Mercedes imponesse un imperio lungo e apparentemente insoverchiabile. La storia narra di un fallimento difficilmente sindacabile visto che Red Bull e Max Verstappen, da due anni, stanno facendo il bello e il cattivo tempo senza che nessuno sappia contrastarli efficacemente.
Onore a coloro i quali hanno lavorato meglio e che possono godere del fatto che le regole del gioco che si prefiggevano di livellare i valori siano proprio le catene che non permettono a chi insegue di liberare il potenziale tecnico. Serve, ormai è evidente, un cambio di passo.
E questo sta per arrivare. La data a cui alludevamo in apertura è il 2024, quando le nuove regole aerodinamiche saranno deliberate. L’applicazione delle stesse sarà però rinviata al 2026, quando anche le power unit conosceranno importanti cambiamenti nell’architettura e nelle caratteristiche dei carburanti che andranno ad alimentarle.
Nikolas Tombazis ha fatto il punto della situazione e sui provvedimenti in cantiere. “I motori sono definiti“, ha spiegato l’ex ferrarista. “Abbiamo aumentato la capacità elettrica. E con l’introduzione di benzina sostenibile, si avrà una riduzione dell’impatto ambientale del 70%. È solo il primo passo“.
Questa dinamica va in direzione del programma Net Zero Carbon che, entro il 2030, si prefigge l’ambizioso target di abbattere del tutto le emissioni di Co2. Ma non è questa la novità più succulenta presentata dall’ingegnere della FIA. Gli interventi più interessanti sono quelli che riguardano l’aerodinamica che potrebbe vedere aumentata drasticamente la quota attiva.
“Le regole saranno definite entro giugno 2024. Ci sarà una significativa riduzione della resistenza aerodinamica per le monoposto. Le F1 attuali hanno un paracadute invisibile in rettilineo. Vogliamo toglierlo anche per coerenza ambientale. Come? Riducendo la resistenza all’aria. Le monoposto avranno alcuni elementi mobili, questo aiuterà sui rettilinei“.
Quali saranno questi elementi non è ancora chiaro. Ma è evidente che il dado è tratto e che dovremmo abituarci ad altri pezzi semoventi che, probabilmente, verranno attivati senza dover sottostare ad un particolare gap cronometrico tra chi è avanti e chi insegue. Questa cosa, se confermata, potrebbe finalmente risolvere la contraddizione del DRS e dei suoi “sorpassi autostradali” che sono invisi allo zoccolo duro dei fan.
L’imperativo è che le norme vengano definite per bene. Ricordiamo, difatti, che fu proprio Tombazis, in inverno, a preconizzare vetture più lente di mezzo secondo a causa delle nuove disposizioni sull’altezza dei fondi. Una profezia nemmeno lontanamente avvicinata. Elemento che spiega come i delegati tecnici federali abbiano in mano strumenti computazionali meno efficienti di quelli in possesso dei team. Fatto, questo, che è alla base della mancata realizzazione di quella F1 livellata che Liberty Media Corporate cerca di rincorrere ad oggi vanamente.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto Copertina: Alessandro Arcari
Foto: F1, FIA, Scuderia Ferrari