Formula 1

La F1 non può contrastare i monopoli, ma prova a limitarne la durata

La F1 muove guerra ai monopoli. Messa così l’immagine è sinistra, ma rende l’idea di quelli che sono i desiderata di Liberty Media: evitare che un soggetto possa garantirsi un vantaggio tecnico così schiacciante da rendere la categoria un’ode alla piattezza. 

Le rivoluzioni normative introdotte negli ultimi anni servivano proprio per evitare che una nuova Mercedes imponesse un imperio lungo e apparentemente insoverchiabile. La storia narra di un fallimento insindacabile visto che Red Bull e Max Verstappen, da due anni, stanno facendo il bello e il cattivo tempo. Onore a coloro i quali hanno lavorato meglio e che possono godere del fatto che le regole che si prefiggevano di livellare i valori siano proprio le catene che non permettono a chi insegue di liberare il potenziale tecnico. Che contraddizione.  

I vertici dell’azienda americana che detiene il pacchetto azionario della F1 ha due strade per (provare a) risolvere questa problematica: effettuare un cambio in corsa o scrivere meglio e più puntualmente i testi di riferimento che entreranno in corso di validità dal 2026 in poi. Ed è questa la via che Stefano Domenicali intende percorrere, evitando di ricorrere a modifiche immediate che genererebbero malcontento e polemiche. Cose di cui vorremmo fare volentieri a meno. 

Liberty Media dice no ai cambi in corsa

Red Bull ha vinto tutti e sette i gran premi disputati finora (cinque con Verstappen e due con Perez, ndr). A spaventare non è tanto questa striscia di per sé strabiliante; a farlo sono i distacchi inflitti in gara a gettare nello sconforto la concorrenza e la dirigenza della Formula 1. Ma, nonostante ciò, Domenicali ha affermato che non sarebbe giusto cambiare le regole in risposta al loro dominio: “Non è corretto perché non possiamo essere visti come uno sport di manipolazione. Non sto immaginando affatto questo tipo di approccio“. Dichiarazioni perentorie che finalmente sgombrano il campo da timori e soprattutto da illazioni. 

La scuderia di Milton Keynes, dalla metà del 2022, ha vinto tutte le gare tranne il Gran Premio del Brasile 2022 in cui la Mercedes ottenne un’imprevedibile doppietta. Altro “nastro” che lascia poche speranze alla concorrenza. “Il divario tra una squadra e le altre è minimo. Una sola  squadra – e questa è la Red Bull – ha fatto un lavoro incredibile. Si tratta di meritocrazia, quindi dobbiamo considerare che hanno fatto un lavoro incredibile. È vero che il gap sembra essere grande, ma dobbiamo essere prudenti perché sappiamo che nella vita le cose possono cambiare molto rapidamente“.

Domenicali, nell’ultimo passaggio, esprime una speranza: che si realizzi quella convergenza prestazionale che i teorici della nuova Formula Uno, tra cui Ross Brawn e Nikolas Tombazis, hanno citato più di una volta. Il manager imolese si dice certo che, nonostante la morsa del budget cap, gli altri team stanno cercando di capire come erodere la distanza per generare finalmente quella categoria che vuole essere, nella concezione di Liberty Media, la casa dell’imprevedibilità.

Sarebbe interessante vedere se la curva di sviluppo del team che oggi è in testa rallenta perché hanno fatto un lavoro migliore nel breve periodo. Quindi sarebbe molto interessante vedere cosa accade nei prossimi due mesi“.

Domenicali ritiene che lasciare invariate le regole sia l’approccio giusto per incoraggiare le squadre a convergere nelle prestazioni, creando una competizione più serrata. “Le regole sono state cambiate non molti anni fa e quindi questo accadrà di sicuro“, ha detto.


F1: il 2026 è l’anno per correggere i difetti delle norme attuali

La F1 ha fissato una data sul calendario: il 2026. E’ quello l’anno della nuova rivoluzione tecnica che andrà ad investire, come è ormai ben noto, la sfera motoristica con l’abolizione del motogeneratore MGU-H. Ma sono previste anche delle modifiche, ancora al vaglio, sulla sfera aerodinamica. L’obiettivo è la limitazione dei consumi per abbattere le emissioni e, ancora una volta, giungere al livellamento della serie che Liberty Media vuole meno prevedibile negli esiti.

Stefano Domenicali, presidente e amministratore delegato del Formula One Group

Domenicali è però consapevole che gli ingegneri dei team sono su un diverso piano temporale. Che solitamente è più avanti rispetto a quello in cui operano i redattori dei testi regolamentari. Se non sarà possibile eliminare i cicli si proverà almeno a renderli più brevi:

La F1 è sempre stata uno sport in cui ci sono stati cicli in cui le squadre erano molto dominanti e poi alcuni altri sono entrati nell’equazione. Quindi direi che il nostro obiettivo dovrebbe essere, se si adotta l’approccio strategico, quello di garantire che questi cicli in futuro saranno più brevi, perché ciò significa che 20 auto (potrebbero esserne 24, dal 2026, nda) saranno davvero in competizione. Questo è ciò che vorrei come detentore dei diritti commerciali. Ma anche come amante dello sport”. Questa la chiosa del dirigente imolese ai canali ufficiali della F1.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Liberty Media, Oracle Red Bull Racing

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Diego Catalano