Formula 1

F1: il ban delle termocoperte agita il rapporto tra piloti e Pirelli

Termocoperte e F1: un rapporto destinato a terminare ma che i piloti provano a tenere vivo. Questa è l’estrema sintesi di quanto sta accadendo negli ultimi mesi. Da un lato i conducenti capitanati dal loro rappresentante in pista, George Russell, dall’altro la Pirelli che si trova tra l’incudine e il martello dato che l’imposizione di abolire le coperte riscaldanti arriva dall’alto e non è una scelta presa da loro.

Secondo l’alfiere della Mercedes, che evidentemente si fa latore del messaggio dei suoi colleghi, la Formula Uno non sarebbe ancora pronta a eliminare le termocoperte. La preoccupazione è che la mossa porterà a causare incidenti e potrebbe essere potenzialmente pericolosa anche per i meccanici.

La FIA, imbeccata da Liberty Media che è il grande architetto di questo provvedimento, aveva originariamente pianificato di bandire il dispositivo dall’inizio della stagione 2024. Ma un’interlocuzione tra le parti è ancora in corso. Il mese prossimo sarà fondamentale in tal senso perché una decisione andrà presa per permettere al gommista di approntare i prodotti e le versioni test che saranno offerte ai team.

Russell, dopo il Gp di Spagna, ha preso parte a un test con i nuovi pneumatici Pirelli non preriscaldati insieme a Mick Schumacher e al duo della Ferrari. I quattro piloti hanno provato le coperture in condizioni ideali visto che la temperatura dell’asfalto, nella calura di inizio giugno, superava i 40°C. In questo contesto termico la gomma non ha faticato eccessivamente, anche se qualche difficoltà si è palesata nelle prime quattro curve, prima che il composto entrasse nella corretta finestra operativa.

Mick Schumacher (Mercedes AMG) durante i test Pirelli di Barcellona

Ma il dubbio che resta al britannico è come si adatterebbe la gomma in presenza di temperature molto più basse come si sono avute diverse volte in questa prima parte del campionato 2023. Proprio in vista di questo non ideale scenario, Russell si è espresso senza nascondere timori: “Se devo essere totalmente onesto, non penso che noi, come sport, siamo in grado di portare questi pneumatici in uno scenario di gara.
Sarò molto preoccupato per tutti i meccanici nella pit lane durante un pitstop, sarei molto preoccupato per l’out-lap in una gara in condizioni di freddo. Ci saranno incidenti, non ho dubbi al riguardo. C’è un sacco di lavoro e di spese da effettuare su queste gomme. Risorse che credo potrebbero essere messe altrove
“.


F1: la risposta di Pirelli che prova a rassicurare i piloti

Se un pezzo grosso della GPDA si esprime in questi termini, dall’altro lato non si può restare insensibili e abbassare il capo come a mostrare indifferenza per una richiesta di sicurezza più che lecita. Pirelli, insomma, deve fugare tutti le perplessità, anche quelle più apparentemente superficiali. La strada verso la piena ecosostenibilità (il motivo per cui si intende cassare l’uso delle termocoperte) è assolutamente auspicabile, ma non a scapito dell’incolumità dei piloti e degli operatori. Dai meccanici alle persone che necessariamente fanno da corredo all’attività di pista.

La risposta ai dubbi palesati dal conducente di King’S Lynn è arrivata da Simone Berra, Chief Engineer presso la Pirelli, il quale ha riferito che, in termini di sicurezza, non si scorgono al momento rischi specifici. Chiaramente molto dipenderà anche dai piloti stessi che devono cambiare il modo in cui guidano nel primo giro adattandosi al prodotto nuovo. Questo sia per ragioni di sicurezza che per opportunità tecnica per evitare che si crei immediatamente del graining con uno pneumatico troppo sollecitato quando non è in temperatura.

George Russell (Mercedes AMG F1) sembra scrutare il futuro

Una precisazione che potrebbe essere non considerata sufficientemente rassicurante perché i piloti, per indole e natura, specie se sono ingaggiati in lotta, difficilmente tendono ad alzare il piede destro. Proprio per tale motivo lo stesso Berra è ulteriormente sceso nei dettagli affermando che il nuovo prodotto è stato progettato con lo scopo di arrivare in temperatura più rapidamente rispetto alle specifiche attualmente in uso.

“Consideriamo le gomme in grado di correre, altrimenti non verrebbero sottoposte a valutazione – ha spiegato Berra – Ovviamente in condizioni di freddo potrebbe essere più complicato portarle in temperatura, ma penso che sia solo questione di fare la prima parte del giro”.

I dati dei test hanno già dato delle indicazioni chiare: è possibile riscaldare le gomme nel settore iniziale tanto da permettere allo pneumatico di raggiungere le stesse temperature che normalmente avrebbe se uscisse dopo essere stato sottoposto alla cura delle termocoperte.

“Nei primi settori potremmo vedere molta più differenza rispetto agli altri perché già nel due e nel tre i riscontri sono in linea con i tempi sul giro che si ottengono ora. È solo questione di gestire davvero le prime curve e stare attenti”, ha aggiunto Berra.
Basteranno queste rassicurazioni ai piloti?

Simone Berra – Pirelli F1 Chief Engineer

La sensazione è che non saranno le parole ma i test in pista in condizioni più estreme – quelle cui alludeva Russell – a convincere i conducenti sulla bontà del prodotto e sulla sua compatibilità con la sicurezza invocata a giusta ragione. Ecco perché le prossime sedute di prove assumeranno un valore fondante per capire se le termocoperte potranno realmente diventare un ricordo in una F1 in continua evoluzione. La partita è in pieno svolgimento…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1Mercedes AMG

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Diego Catalano